Il Regolamento del verde pubblico e del paesaggio urbano di Roma Capitale

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Il 12 gennaio 2021 la Giunta capitolina ha approvato un testo del Regolamento del verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale alla cui predisposizione hanno partecipato molte Associazioni che si occupano di tutela ambientale, oltre agli Ordini professionali, tra i quali il Collegio degli Agrotecnici laureati, con il coordinamento di Giorgio Osti.
Una prima stesura del Regolamento era stata approvata in Giunta il 17 gennaio 2019 con una proposta a firma della Assessora Montanari, a cui è seguita l’attuale versione curata dall’ Assessora Fiorini.
E’ stato un lavoro molto lungo (circa 9 anni) con più riunioni della Commissione capitolina Ambiente, numerosi emendamenti e integrazioni, che ha visto il passaggio in tutti i Municipi e che ora deve approdare in Assemblea capitolina (probabilmente dopo l’approvazione del Bilancio cioè a febbraio 2021).
I risultato di questo lavoro rappresenta un momento importante perché definisce principi, regole e comportamenti su molti aspetti fondamentali che riguardano il verde urbano di Roma e la sua gestione, che comprende 1800 aree verdi su una superficie di 40 milioni di mq (una superficie cioè equivalente alla città di Bergamo).
Il Regolamento si compone di 5 capitoli principali e di 16 allegati.

Italiani di razza ebraica

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A ottanta anni dalla promulgazione delle Leggi razziste nel Museo Ebraico di Roma è stata allestita la mostra “Italiani di razza ebraica: le Leggi antisemite del 1938 e gli ebrei di Roma” a cura di Lia Toaff e Yael Calò (14 settembre 2018-3 febbraio 2019).
La Mostra racconta, attraverso documenti originali della collezione del Museo e dati in prestito dalle tante famiglie colpite dai provvedimenti discriminatori, le vicende, le umiliazioni, le restrizioni e le persecuzioni fisiche subite, lungo un percorso storico che parte dal periodo dell’Emancipazione degli ebrei che entrano a far parte della vita politica e sociale del Regno d’Italia, passando per gli anni delle Leggi antiebraiche e per terminare con il periodo di occupazione, clandestinità e deportazione.
Tra i documenti esposti anche quelli della famiglia Alatri.
CATALOGO MOSTRA_ ITALIANI DI RAZZA EBRAICA 2018-2019

VERDE PUBBLICO URBANO: UN PATRIMONIO DA GESTIRE, CURARE, SALVAGUARDARE

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Questo breve lavoro è nato con l’intento di iniziare ad affrontare in alcune sedi di carattere non scientifico, quali ad esempio quelle che fanno riferimento alle tante Associazioni e Comitati di cittadini impegnati in attività civiche nella nostra città, per diffondere alcuni concetti di base sulla gestione, cura e salvaguardia del verde in ambito urbano (per il documento di sintesi clicca qui).
Per l’insorgere della pandemia non è stato possibile organizzare, insieme ad altri colleghi, la presentazione. Sperando che questo possa accadere in un prossimo futuro, vorrei intanto ringraziare per il suo prezioso contributo grafico l’amica Lavinia Koch che mi ha aiutato a confezionare il documento.

Anche il verde nei Criteri Minimi Ambientali di nuovi edifici pubblici

Nel DECRETO 11 ottobre 2017 con il quale vengono adottati i “Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici” vengono fornite le specifiche tecniche per l’inserimento naturalistico e paesaggistico di  nuovi  edifici, la cui costruzione deve garantire la  conservazione  degli  habitat presenti nell’area di intervento quali ad esempio torrenti e fossi e la relativa vegetazione ripariale, boschi, arbusteti, cespuglieti e prati in evoluzione, siepi, filari arborei, muri a secco, vegetazione ruderale, impianti arborei artificiali legati all’agroecosistema (noci, pini, tigli, gelso, etc.) e seminativi arborati e per la sistemazione delle aree verdi, per le quali devono essere considerate le azioni che facilitano la successiva gestione e manutenzione (tecniche di manutenzione del patrimonio verde esistente e scelta delle nuove piante).
Vengono presi in considerazione anche gli aspetti legati alla riduzione del consumo di suolo e al mantenimento della permeabilita’ dei suoli, alla riduzione dell’impatto sul  microclima e dell’inquinamento atmosferico con la  realizzazione di una superficie a verde ad elevata biomassa, che tenga conto della capacita’ di assorbimento della CO2 e con l’utilizzo di specie arboree e arbustive autoctone che abbiano  ridotte esigenze  idriche, resistenza alle fitopatologie e strategie riproduttive prevalentemente  entomofile.


Elenco e censimento degli alberi monumentali d’Italia

Il leccio nei pressi del laghetto di Villa Borghese, il cedro del Libano di Villa Torlonia, il cipresso delle Terme di Diocleziano. Sono solo alcuni degli alberi monumentali di Roma censiti nella regione Lazio, secondo quanto previsto dal Decreto del 23 ottobre 2018 del Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali che istituisce, a fini di tutela e salvaguardia, l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvede centralmente il Corpo forestale dello Stato.
L’elenco si compone degli elenchi regionali predisposti dalle regioni a statuto ordinario e da quelle a statuto speciale e dalle province autonome di Trento e Bolzano. Gli elenchi regionali si compongono a loro volta degli elenchi predisposti da tutti i comuni del territorio nazionale sulla base di un censimento effettuato a livello comunale.
Si intende per «albero monumentale»:
a) l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l’albero secolare tipico, che possano essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che rechino un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali;
b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;
c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessiarchitettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.
Con la la legge del 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, al fine di dare omogeneità alla differenziata legislazione regionale avente come obiettivo la tutela e la valorizzazione degli alberi monumentali, viene fornita una definizione giuridica  univoca che dovrà essere recepita da ogni Regione entro un anno dalla sua entrata in vigore. Con essa viene stabilita l’obbligatorietà per ogni Comune di censire i propri alberi monumentali. I risultati di tali censimenti  verranno raccolti in elenchi regionali, che costantemente aggiornati, alimenteranno l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvede il Corpo forestale dello Stato.
Nel 1982 il Corpo forestale dello Stato lanciò il primo “Censimento nazionale degli alberi di notevole interesse”, per individuare e catalogare le piante singole o in gruppi, che presentavano alcune caratteristiche particolari: dimensioni eccezionali rispetto alla specie, forme singolari, qualità estetiche e valore storico. Un’opera certosina che portò i forestali in boschi e giardini, paesi e città, montagna e campagna, per trovare e schedare i campioni della vegetazione, e per raccogliere tutti quei materiali storici e scientifici che oggi permettono di apprezzarli nella loro irripetibile “individualità”. In breve le schede si riempirono di dati – altezza, diametro, stato fitosanitario, età – e nacque una nuova geografia monumentale italiana, paragonabile per rarità e pregio a quella archeologica.
Da allora la ricerca non si è più interrotta: più di un terzo della superficie italiana è ricoperta da foreste e la ricerca dei patriarchi verdi nel tempo si è estesa anche alle pieghe del territorio più difficili da raggiungere. La quantità di dati raccolta nel tempo è sorprendente: l’Italia possiede un patrimonio di monumenti verdi forte di 22.000 “alberi di notevole interesse”. Tra questi oltre 2.000 sono definiti di “grande interesse” e ben 150 di “eccezionale valore storico o monumentale”.
Il censimento, infatti, non ha interessato gli alberi come categoria vegetale, o come risorsa economica, ma come singoli soggetti arborei che hanno una propria “individualità” per essere eccezionalmente vecchi, per essere stati protagonisti di episodi storici o per essere legati alla vita di uomini illustri o di Santi. Monumenti della natura, insomma, che si collocano accanto a quelli creati dall’uomo e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere e da tutelare.

I CAM-Criteri Ambientali Minimi per la gestione del verde pubblico

I Criteri Ambientali Minimi (CAM) sono i requisiti ambientali definiti per le varie fasi del processo di acquisto, volti a individuare la soluzione progettuale, il prodotto o il servizio migliore sotto il profilo ambientale lungo il ciclo di vita, tenuto conto della disponibilità di mercato. I CAM sono definiti nell’ambito di quanto stabilito dal Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione PAN GPP (che fornisce un quadro generale sul Green Public Procurement, definisce degli obiettivi nazionali, identifica le categorie di beni, servizi e lavori di intervento prioritarie per gli impatti ambientali e i volumi di spesa sulle quali definire i ‘Criteri Ambientali Minimi’) e sono adottati con Decreto del Ministro dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del mare.
Ad ora sono stati adottati CAM per 17 categorie di forniture ed affidamenti tra cui quelli relativi all’affidamento del servizio per la gestione del verde pubblico che prevede le specifiche tecniche per la gestione e il controllo dei parassiti, il materiale vegetale da mettere a dimora, i contenitori e imballaggi del materiale vegetale, il consumo di acqua, il taglio dell’erba. In particolare vengono fornite indicazioni per l’applicazione di tecniche che consentano la riduzione dell’impiego di prodotti fitosanitari, l’adozione di specie vegetali adatte alle condizioni ambientali di riferimento, con caratteristiche qualitatitive tali da garantire l’attecchimento e prive di fitopatogeni, l’utilizzo di tecniche di taglio dell’erba a basso impatto ambientale quali il “mulching” (sminuzzamento ripetuto dei frammenti d’erba che produce scarti finemente tagliati che, invece di essere raccolti e rimossi, vengono rilasciati sul prato), la fienagione, il pascolo.
La loro applicazione sistematica ed omogenea consente di diffondere le tecnologie ambientali e i prodotti ambientalmente preferibili e produce  un effetto leva sul mercato, inducendo gli operatori economici meno virtuosi ad adeguarsi alle nuove richieste della pubblica amministrazione.
In Italia, l’efficacia dei CAM è stata assicurata grazie all’art. 18 della L. 221/2015 e, successivamente, all’art. 34 recante “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” del D.lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato dal D.lgs 56/2017), che ne hanno reso obbligatoria l’applicazione da parte di tutte le stazioni appaltanti. Questo obbligo garantisce che la politica nazionale in materia di appalti pubblici verdi sia incisiva non solo nell’obiettivo di ridurre gli impatti ambientali, ma nell’obiettivo di promuovere modelli di produzione e consumo più sostenibili, “circolari “ e nel diffondere l’occupazione “verde”.
Oltre alla valorizzazione della qualità ambientale e al rispetto dei criteri sociali, l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi risponde anche all’esigenza della Pubblica amministrazione di razionalizzare i propri consumi, riducendone ove possibile la spesa.

Comune di Roma: tavolo di lavoro interistituzionale sulle alberature

Vincent van Gogh – Les grands platanes (Travailleurs de la route à Saint-Rémy) (1889), olio su tela, Cleveland Museum of Art.

Sono iniziati alla fine di luglio 2019 i lavori del “Tavolo Interistituzionale sulle alberature” istituito con Determinazione Dirigenziale del 17 giugno 2019 dal Comune di Roma Capitale e di cui fanno parte anche i rappresentanti del Collegio nazionale degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati.
Il Tavolo è composto da 4 gruppi di lavoro, nell’ambito di ciascuno dei quali sono presenti 2 membri iscritti agli Albi professionali degli agrotecnici e degli agrotecnici laureati di Roma e di Frosinone, coordinati dall’Agr. Dott. Aurelio Valentini:
1) “Censimento delle alberature di Roma Capitale”
Prodotto finale: a) database generale delle alberature presenti sul territorio di Roma Capitale possibilmente attraverso il sistema informativo GIS, b) report di sintesi della documentazione/ bibliografia raccolta inerente i lavori e le analisi già realizzati sulla tematica oggetto di studio.
– Agr. Andrea PIZZOTTI (Albo di Frosinone);
– Agr. Dott.ssa Federica ALATRI (Albo di Roma).
2) “Valutazione dello stato di salute e del rischio e fitopatologie-definizione del Piano di gestione”
Prodotto finale: a) Definizione un Piano di gestione che consenta di intervenire sulle alberature esistenti garantendo uno stato manutentivo di sicurezza b) Sviluppo di Piano di gestione del rischio che definisca le modalità di azione per le diverse categorie di rischio identificate.
– Agr. Carlo AIELLO (Albo di Roma);
– Agr. Ciro BATTISTI (Albo di Roma).
3) “Definizione del Piano di rinnovo del verde”
Prodotto finale: definizione di un Piano del verde che definisca con puntuali criteri di scelta le azioni di breve, medio e lungo termine finalizzate alla sostituzione, alla rigenerazione ovvero alla manutenzione straordinaria dell’intero patrimonio delle alberature di Roma Capitale.
– Agr. Dott. Aurelio VALENTINI (Albo di Roma);
– Agr. Dott. Emanuele BRACCI (Albo di Roma).
4) “Definizione del Piano del verde storico, archeologico, paesaggiastico e cimiteriale”.
Prodotto finale: a) mappatura dettagliata degli alberi e/o delle aree sottoposti a tutela presenti sul territorio cittadino b) proposta di politiche da adottare per il controllo e la cura delle singole essenze ivi presenti c) proposta di eventuale estensione del vincolo ad ulteriori aree e/o singole essenze in merito alle quali definire precisi criteri di tutela.
– Agr. Dott. Antal NAGY (Albo di Roma);
– Agr. Dott. Marco PIERGOTTI (Albo di Roma).
Il Tavolo nasce a valle dell’approvazione da parte della Giunta Capitolina, nella seduta del 16 gennaio 2019, del testo del nuovo Regolamento del verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale, che definisce principi, criteri e norme per la cura, lo sviluppo e la manutenzione del patrimonio verde della città, pubblico e privato e nel quale sono indicate le norme base per la progettazione e la corretta manutenzione del verde e del paesaggio urbano e sono definite le modalità operative più corrette per la gestione delle alberature.
Il Comune, considerando la particolare valenza delle alberature cittadine (stimate ad oggi in circa 330.000 esemplari di varie specie e dimensioni, ubicate sia all’interno di aree verdi che lungo la viabilità stradale, per un totale di circa 1.200 chilometri di filari alberati) nel quadro del patrimonio verde urbano e proponendosi di avviare un’attività di analisi finalizzata al monitoraggio dello stato di salute del proprio patrimonio arboreo, ha ritenuto “necessaria ed opportuna la creazione di 4 gruppi di lavoro che, operando sotto il coordinamento e la supervisione di dirigenti interni ed esterni all’Amministrazione Capitolina, garantiscano il dibattito ed il confronto tra funzionari ed esperti”.

Pietre di inciampo in ricordo di Eugenio Elia Chimichi

Le persecuzioni derivate dalle leggi razziali hanno colpito duramente alcuni membri della famiglia Alatri, tra i quali Eugenio Elia Chimichi. Suocero di Lionello Alatri (Roma, 20 gennaio 1878), nipote di Samuele, membro della Giunta dell’Unione delle Comunita’ Ebraiche Italiane e titolare della azienda tessile Jacopo Vito Alatri, fu costretto a dimettersi da amministratore unico in seguito alla promulgazione delle leggi razziali. Il 16 ottobre 1943, con la moglie Evelina Chimichi e il suocero novantunenne Eugenio Haim Chimichi, Lionello fu prelevato dalla sua abitazione in via Piemonte 127 e condotto nel Collegio militare di Via della Lungara con gli oltre mille ebrei romani catturati quel giorno. Il 18 ottobre furono caricati sui carri merci dalla stazione Tiburtina, destinazione Auschwitz-Birkenau, dove con tutta probabilità Eugenio Chimichi non arrivò mai.
Arrivati ad Auschwitz II-Birkenau il 23 ottobre 1943, Lionello e la moglie Evelina vennero riconosciuti inabili al lavoro e uccisi nella camera a gas.
Questo il testo della lettera di Lionello Alatri lasciata cadere dal vagone della tradotta ferroviaria per Auschwitz e raccolta da un ferroviere alla stazione di Roma Tiburtina. La lettera perverrà ai figli Renzo e Marco Alatri attraverso la segretaria del padre. A margine la richiesta “Per umanità chiunque trovi la presente è pregato impostare la presente”.
Ad Auschwitz morì anche Vittoria Alatri, figlia di Marco Alatri e di Elvira Cave.
Martedì 15 gennaio 2019, nell’ambito della celebrazione della Giornata della Memoria, la ricorrenza internazionale celebrata per commemorare  le vittime dell’Olocausto, in ricordo del 27 gennaio del 1945, giorno in cui le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, in via Panama 48 a Roma è stato posizionato, alla presenza dei parenti e dell’artista Gunter Demnig, un sampietrino dorato in ricordo di Eugenio Elia Chimichi. Il progetto delle “pietre d’inciampo”, a cura di Adachiara Zevi, è promosso da ANED (Associazione Nazionale ex Deportati), ANEI (Associazione Nazionale ex Internati), CDEC (Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea), Federazione delle Amicizie Ebraico Cristiane Italiane, Museo Storico della Liberazione, è posto sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e ha il Patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Roma.
Pietre di inciampo 2019

Provincia di Caserta: legalità e sviluppo nelle terre di Don Peppe Diana-Impressioni di viaggio

Fattoria Ristorante Fuori di Zucca

15 ottobre 2016. Il sorriso sulle labbra, la passione e l’entusiasmo: questi i segni distintivi dei responsabili delle aziende che si sono sviluppate utilizzando alcuni beni confiscati alle mafie nelle terre di Don Peppino Diana, parroco della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, assassinato nel marzo del 1994 mentre si accinge a celebrare la santa messa. Un territorio, quello di Casal di Principe, in provincia di Caserta, noto all’opinione pubblica per la presenza del clan dei casalesi e per le vicende legate alla terra dei fuochi, ma che oggi vede una rinascita sociale e civile ad opera di un gruppo di strutture e di operatori, di professionisti e di imprenditori che, con professionalità e rigore morale, gestiscono attività economiche applicando principi etici, di inclusione sociale e di qualità dei servizi forniti e credendo nel futuro legale di questi luoghi. Continua a leggere…..