La gestione del verde urbano

Il verde urbano e peri-urbano è il punto di partenza per rilanciare il fondamentale ruolo degli spazi urbani, posti al centro delle politiche ambientali e di sviluppo sostenibile del nostro Paese e che hanno trovato nella legge 10/2013 uno degli strumenti normativi principali. E’ ormai ampiamente riconosciuto il valore del verde misurato in termini di benefici per l’ambiente e la società sotto molteplici aspetti – igienico-sanitari, socio-economici, sociali, culturali e storici, di educazione ambientale – tanto da parlare di servizi ecosistemici che una città “verde” è in grado di offrire.
Tutto ciò presuppone tuttavia una qualità elevata e una buona funzionalità del sistema del verde, dettata da una corretta gestione del patrimonio a verde e dalla disponibilità di strumenti in grado di guidare le amministrazioni pubbliche e di orientare i cittadini verso questo importante bene comune. Tra questi il Censimento del verde, il Regolamento del verde, il Piano del verde e il Progetto del verde, ai quali deve essere affiancato un Piano di monitoraggio e gestione per la programmazione e la realizzazione degli interventi con cadenza annuale.
Alrto aspetto importante sono i problemi fitosanitari, spesso sottovalutati e che, a causa dei fenomeni della globalizzazione (con la quale sono entrate accidentalmente nel nostro Paese decine di nuovi parassiti) e dei cambiamenti climatici (che stanno agevolando l’acclimatazione di organismi nocivi di nuova introduzione) sono fortemente peggiorati negli ultimi decenni.
Per garantire la qualità delle prestazioni e assicurare la continuità nella gestione del verde occorrono figure professionali altamente qualificate:
specialisti del verde: arboricoltori, botanici, agrotecnici, agronomi, forestali, ecologi, paesaggisti, biologi, ornitologi, curatori di parchi e giardini;
-professionisti abilitati che, secondo quanto disposto dal DPR 137/2012 “Al fine di garantire la qualità ed efficienza della prestazione professionale, nel migliore interesse dell’utente e della collettività, hanno l’obbligo di curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale”;
personale addetto alle cure dotato di una preparazione specifica a seconda della tipologia di vegetazione (arborea, arbustiva e erbacea), dell’attività che deve svolgere (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, interventi di urgenza, interventi di riassetto strutturale), dell’ambito di riferimento in cui agisce (normale, di pregio paesaggistico e biotico).
Per misurare l’efficacia delle azioni messe in campo occorre disporre di indicatori di qualità in grado di valutare tutti gli aspetti: di politica e di gestione, della qualità del verde, quelli amministrativi e quelli relativi all’interazione con la cittadinanza.
Gli spazi verdi urbani possono diventare occasione di forme di collaborazione tra Istituzioni e associazioni di volontariato, comitati di quartiere, aziende private, università per le attività di cura e rigenerazione, a patto che non vengano dimenticati alcuni concetti importanti:
-il verde pubblico urbano non è il giardino o il terrazzo di casa propria
-occuparsene a qualsiasi titolo richiede conoscenze professionali e capacità tecniche specifiche
-gli effetti degli interventi di comitati e associazioni possono essere vanificati da un progetto assente o poco attento che non guarda il possibile sviluppo futuro e la conseguente gestione.