Genova: i Musei di Strada Nuova

23 gennaio 2013. “Genova. L’Unesco l’ha scoperta, scoprila anche tu”. Nel 2006 l’Unesco ha inserito “Le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli” nel patrimonio Mondiale dell’Umanità. Confesso che non lo sapevo e sono rimasta piacevolmente colpita. Così come non sapevo cosa fossero i “Rolli”, ossia l’elenco degli alloggiamenti pubblici, istituito nel 1576 dal Senato della Repubblica di Genova, comprendente le dimore aristocratiche scelte ufficialmente per accogliere gli ospiti forestieri e il loro seguito in visita di Stato. Il riconoscimento dell’Unesco riguarda i palazzi su Via Garibaldi, via Cairoli e via Balbi e comprende 42 edifici, tra i quali Palazzo Rosso, dimora seicentesca che ospita la collezione e gli arredi della Famiglia Brignole-Sale, Palazzo Bianco, di origine cinquecentesca e Palazzo Tursi, costruito nel Secolo dei Genovesi. I Palazzi costituiscono, dal 2004, un unico percorso espositivo consacrato all’arte antica, i Musei di Strada Nuova e custodiscono prestigiose collezioni di operte d’arte. Tra le opere esposte a Palazzo Bianco “Vertummo e Pomona” di Antoon Van Dyck, “San Sebastiano tra i Santi Giovanni Battista e Francesco” di Filippino Lippi (pala d’altare proveniente dalla chiesa di San Teodoro), “Ritratto di gentiluomo fiorentino” di Giorgio Vasari, “Santa Teresa in Gloria” di Bernardo Strozzi, “Cristo e l’adultera” di Orazio De Ferrari, “Cristo benedicente” di Hans Memling, il “Polittico della Cervara” di Gerard David, “Venere e Marte” di Rubens. A Palazzo Rosso “Ritratto d’uomo detto “Principe moscovita” di Michele Giambono,  la “Madonna della pappa” di Gerard David, “San Sebastiano” di Guido Reni, “Dedalo e Icaro” di Andrea Sacchi. A Palazzo Tursi Trattenimento nel giardino di Villa Saluzzo d’Albaro” di Alessandro Magnasco detto il Lissandrino, le bellissime Collezioni di pesi e misure (190 pezzi per olio, vino, tessuti, grano, utilizzati come modelli dai fabbricanti), medaglie, monete, maioliche delle antiche farmacie degli Ospedali di Pammatone e degli Incurabili, ceramiche liguri. Sbalorditiva la Maddalena penitente di Canova (statua divenuta famosa dopo l’esposizione al Salon parigino del 1808),  straordinaria la serie degli Arazzi con la storia di Alessandro Magno e di grande fascino il famoso violino “Cannone” di Niccolò Paganini realizzato dal liutaio Giuseppe Guarnieri detto del Gesù (esposto insieme al “Sivori”, donato da Paganini al suo unico allievo Camillo Sivori). L’allestimento museale di Palazzo Bianco è opera di Franco Albini e di Caterina Marcenaro (direttore dei Musei Civici di Genova scomparsa nel 1976) e risale al 1961. Il biglietto per i tre Palazzi costa 8 euro, il noleggio della videoguida 4 euro e la visita guidata 12 euro.
I servizi di informazione e di promozione turistica sono efficienti: i siti Internet ben fatti e l’Ufficio IAT di Genova ben organizzato, con una sede in posizione centrale, personale accogliente e disponibile e numerose pubblicazioni che raccontano, forse in maniera un pò frammentata, il circuito delle strutture museali  e l’offerta turistica della città. Tuttavia, nonostante questo e nonostante il fascino dei luoghi e degli ambienti e il valore delle opere esposte, mi sono ritrovata da sola, accolta da personale volontario e non, con cortesia, competenza e disponibilità, ma anche con tristezza per la scarsa affluenza di visitatori.
Segnalazioni (luoghi da visitare/indirizzi da frequentare): Spazio “100% Liguria”, il Bookshop dei Musei di Strada Nuova in  Via Garibaldi 9 (www.liguriastyle.it) con prodotti di eccellenza della tradizione artigiana, artistica ed enogastronomica ligure, creazioni tipiche e di qualità, editoria specializzata, enologia e gastronomia legati al patrimonio culturale della città e del territorio; Ristorante Globus, Via Corsica 1R;  Wine Bar Mattoni Rossi, Via Corsica 1R; Confezioni Bimbi di Federico Figari, Via Luccioli 40/R (tel. 010-2474259).

Un pensiero su “Genova: i Musei di Strada Nuova

  1. Anche per me sono una scoperta. Conoscevo alcuni dei palazzi, ma non il loro magnifico insieme e la loro natura. Come al solito, il tuo “pezzo” stimola l’intelletto e la voglia di muoversi per andare in giro nel nostro Paese e restare incantati.
    Come al solito, e tu lo fai notare ogni volta, la mancanza di visitatori è grande delusione per chi ama queste bellezze. Ma di chi la responsabilità? Di una organizzazione dissennata del settore turistico? di scarse risorse economiche? o di indifferenza verso queste meraviglie che non attirano le masse e quindi stanno lì, solo per chi già sa di cosa è fatto il nostro Paese. Penso che la scuola e gli insegnanti solo gli unici che potrebbero, in modo sistematico, far conoscere questo patrimonio, innanzitutto agli alunni, e organizzare in queste dimore eventi per un pubblico più vasto.

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