VERDE PUBBLICO URBANO: UN PATRIMONIO DA GESTIRE, CURARE E SALVAGUARDARE

Questo breve lavoro è nato con l’intento di iniziare ad affrontare in alcune sedi di carattere non scientifico, quali ad esempio quelle che fanno riferimento alle tante Associazioni e Comitati di cittadini impegnati in attività civiche nella nostra città, per presentare e diffondere alcuni concetti di base sulla gestione, cura e salvaguardia del verde in ambito urbano.
Iniziamo con alcune considerazioni preliminari di carattere generale ma non scontate: il verde pubblico urbano e periurbano è un sistema complesso, formato da un insieme di superfici e di strutture vegetali eterogenee che se adeguatamente pianificato, progettato e gestito si configura come un bene di interesse collettivo e come una risorsa multifunzionale per la città, cioè per la collettività e per i singoli individui.
Il valore di questo patrimonio è ormai riconosciuto a livello universale e viene misurato in termini di benefici sia per l’ambiente che per la società, tanto da parlare di servizi ecosistemici che una città “verde” è in grado di offrire.
I benefici sono numerosi e di diversi tipo:

  • igienico-sanitari, legati ai positivi effetti sul clima locale (abbassamento delle temperature), sulla qualità dell’aria (riduzione livelli di inquinamento), sui livelli di rumore (capacità fonoassorbente), sulla stabilità del suolo come effetto della mitigazione dell’azione erosiva delle acque
  • legati alla conservazione della biodiversità, in quanto gli spazi verdi cittadini ospitano una flora ricca e varia e possono offrire habitat idonei per molte specie animali
  • socio-economici, per le possibilità di ricreazione, socializzazione e svago all’aria aperta, oltre che legati a questioni estetiche, paesaggistiche e di attrattività turistica.

Diverse ricerche hanno dimostrato che la presenza di verde urbano di qualità nei quartieri degli affari e nelle aree commerciali può promuovere una percezione positiva dell’immagine dei negozi, a cui si accompagna una migliore predisposizione per gli acquisti e per la spesa in generale (compresa quella per il parcheggio).
Si deve considerare inoltre come la realizzazione di aree verdi possa determinare uno sviluppo del settore vivaistico-ornamentale e di tutte le imprese della filiera del verde con la conseguente creazione di posti di lavoro.
Possiamo poi parlare di benefici culturali e storici legati alla presenza di giardini e di ville storiche come testimonianze del passato e di benefici legati all’educazione ambientale, con la possibilità di sperimentare un contatto diretto con la natura, sviluppare la ricerca scientifica, contribuendo così alla formazione di una cultura di conoscenza e di rispetto del verde e della natura in generale.

In linea con le tendenze politiche internazionali e europee in materia di sviluppo sostenibile e di conservazione della biodiversità, l’Italia si è dotata di una legge apposita in materia di verde pubblico (legge del 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”) che affronta molteplici aspetti come l’istituzione della Giornata nazionale degli alberi il 21 novembre (Art. 1); l’obbligo per i Comuni con più di 15 mila abitanti di porre a dimora un albero per ogni neonato, di realizzare un bilancio arboreo a fine mandato (Art. 2); di censire e classificare gli alberi piantati nell’ambito del proprio territorio(Art. 4); di promuovere iniziative locali per lo sviluppo degli spazi verdi urbani per sensibilizzare la cittadinanza (Art. 6); provvede alla tutela e alla salvaguardia degli alberi monumentali (Art. 7) e stabilisce l’istituzione del Comitato per lo sviluppo del verde pubblico presso il Ministero dell’ambiente (Art. 3).

Da questo possiamo facilmente capire come GESTIONE/CURA/SALVAGUARDIA siano elementi fondamentali per assicurare la qualità di questo patrimonio (e qui usiamo la parola cura in luogo della parola manutenzione, perché essendo il verde un sistema vivente, in analogia con l’essere umano non viene manutenuto ma curato).
La gestione del verde in ambito urbano va affrontata attraverso l’elaborazione di un piano di gestione, attività complessa e altamente specialistica per la quale è necessario avvalersi di professionisti del settore.
La pianificazione si fonda su principi di gestione differenziata: i piani devono cioè tener conto delle diverse tipologie delle aree verdi, delle loro dimensioni, delle destinazioni d’uso e delle modalità di fruizione, alle quali corrispondono livelli e interventi di manutenzione diversi.
Per guidare le amministrazioni pubbliche da una parte e orientare i cittadini dall’altra, occorre una programmazione pluriannuale e occorrono strumenti di gestione complementari tra loro quali, ad esempio:
il Censimento del verde, che rappresenta la base fondamentale per la costituzione di una banca data con cui identificare i soggetti rilevati, acquisire le informazioni su eventi climatici, fitopatologici e gestionali che hanno interessato gli elementi censiti e indicare gli interventi futuri;
il Regolamento del verde, che contiene prescrizioni specifiche e indicazioni tecniche e procedurali per le attività di progettazione, cura, tutela e fruizione;
il Piano del verde, una sorta di piano regolatore, volto a definire l’assetto futuro delle infrastrutture verdi e blu della città, con la previsione degli interventi di sviluppo e di valorizzazione del verde urbano e periurbano in un orizzonte temporale medio-lungo.
A questi si aggiungono:
il Progetto del Verde, uno strumento di riqualificazione e di incremento delle aree verdi con un carattere operativo e può riguardare anche una sola parte del verde urbano e deve provvedere a integrare gli aspetti vegetazionali, paesaggistici, ecologici, ambientali, agronomici, economici e sociali oltre a contenere una valutazione costi/ benefici;
il Piano di monitoraggio e gestione, ossia un documento di previsione e programmazione a cadenza annuale.
Naturalmente questi strumenti non possono essere predisposti e messi in atto tutti insieme per cui dobbiamo considerare che prima di giungere a regime è necessario un tempo anche relativamente lungo di avvio. In ogni caso tutti gli interventi si devono attestare su principi di conservazione e di valorizzazione di questo patrimonio.

Un aspetto particolare è rappresentato dalla gestione del VERDE STORICO, ARCHEOLOGICO, PAESAGGISTICO E CIMITERIALE che deve essere affrontata attraverso una pianificazione condotta a più livelli, da quello generale a quello specifico. E’ necessario pertanto approntare:
-un Piano generale, finalizzato alla individuazione delle principali tipologie di verde sul territorio comunale: ville, parchi e giardini storici; verde cimiteriale; parchi archeologici; aree naturali tutelate; aree o punti di particolare pregio paesaggistico; alberi monumentali; filari di alberi storicizzati;
Piani di settore per ogni tipologia di verde individuata;
-un Piano di gestione specifico, funzionale alla definizione dei reali bisogni finanziari e strutturali collegati alla programmazione degli interventi.

La GESTIONE FITOSANITARIA è un altro aspetto molto importante poichè i problemi fitosanitari sono una minaccia rilevante per il verde urbano e vengono spesso sottovalutati. Negli ultimi decenni sono fortemente peggiorati a causa dei fenomeni della globalizzazione, con la quale sono entrati accidentalmente nel nostro Paese decine di nuovi parassiti con un crescendo inquietante e a causa dei cambiamenti climatici che hanno favorito e stanno favorendo molti attacchi parassitari agevolando l’acclimatazione di organismi nocivi di nuova introduzione. Si pone dunque l’importante tema della difesa fitosanitaria. A questo proposito possiamo citare il Piano di Azione Nazionale che promuove pratiche di utilizzo dei prodotti fitosanitari maggiormente sostenibili e prevede azioni per ridurne l’impatto sull’ambiente (sia sulla popolazione che rispetto alla biodiversità) tra cui la formazione e le prescrizioni per utilizzatori, distributori e consulenti, il controllo delle attrezzature, l’uso di mezzi alternativi come il mantenimento di piccole siepi e di strisce di erbe non falciate o anche le piante erbacee spontane che possono ospitare nemici naturali dei fitofagi dannosi.
Talune minacce sono così importanti da aver determinato l’emanazione di decreti di lotta obbligatoria che prescrivono controlli e interventi da porre in atto per alcune malattie e parassiti degli alberi (citiamo la Processionaria del Pino, Cancro Colorato del Platano, Colpo di Fuoco Batterico delle pomacee, Punteruolo rosso della palma).
In ambito urbano i problemi fitosanitari si aggiungono e interagiscono con i frequenti stress a cui vanno spesso incontro le piante nei centri cittadini(spazi angusti, inquinamenti del suolo e dell’aria, pavimentazioni, ferite), che influiscono in maniera determinante sullo stato di salute degli alberi.

Per garantire la qualità delle prestazioni e assicurare la continuità nella gestione del verde occorrono pertanto figure professionali altamente qualificate ossia specialisti del verde: arboricoltori, botanici, agrotecnici, agronomi, forestali, ecologi, paesaggisti, biologi, ornitologi, curatori di parchi e giardini, fitopatologici, entomologi, professionisti che devono essere abilitati e che, secondo quanto disposto dal DPR 137/2012 “al fine di garantire la qualità ed efficienza della prestazione professionale, nel migliore interesse dell’utente e della collettività, hanno l’obbligo di curare il continuo e costante aggiornamento della propria competenza professionale”. Anche il personale addetto alle cure deve essere dotato di una preparazione specifica a seconda della tipologia di vegetazione (arborea, arbustiva e erbacea), dell’attività (manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, interventi di urgenza, interventi di riassetto strutturale), dell’ambito di riferimento in cui agisce (normale, di pregio paesaggistico e biotico).
Per gestire bisogna dunque conoscere. Occorre cioè dedicare tempo per studiare e documentarsi dal momento in cui tante sono le possibilità per accrescere le proprie conoscenze, attraverso le numerose pubblicazioni, i manuali, gli articoli di esperti in questo campo. Molte sono le possibilità di acquisire competenze specifiche attraverso i numerosi corsi di laurea disponibili, quali ad esempio quelli su verde ornamentale e tutela del paesaggio; tecnologie forestali ed ambientali; tecnologie fitosanitarie; tecnologie e industrie del legno; scienze vivaistiche, ambiente e gestione del verde; scienze e tecnologie agrarie e ambientali; protezione delle piante; paesaggio, parchi e giardini e attraverso i corsi di formazione per specializzazioni in esperti dendrochirurgi, tecnici specializzati per le indagini della stabilità degli alberi in quota, tecnico superiore del verde, esperti di Sistemi informativi georeferenziati.

Per misurare l’efficacia delle azioni messe in campo occorre disporre di indicatori di qualità in grado di valutare tutti gli aspetti di politica e di gestione, della qualità del verde, di quelli amministrativi e di quelli relativi all’interazione con la cittadinanza.
Alcuni di questi indicatori sono il Bilancio del verde (% di verde pubblico sul totale della superficie comunale), il Bilancio arboreo (numero di alberi a fine e inizio mandato del Sindaco), il numero di aree verdi assegnate in adozione, il Green budget (% di budget allocato al settore del verde pubblico sul budget totale comunale), il numero di alberi monumentali censiti, gli acquisti verdi, ossia gli acquisti di beni e servizi migliori sotto il profilo ambientale (ci riferiamo al recepimento dei CAM-Criteri Minimi ambientali stabiliti dal Codice degli Appalti nel settore del verde pubblico), l’indice di copertura arborea (rapporto tra copertura arborea e la superficie totale degli spazi verdi), la percentuale di rinnovo delle alberate (rapporto tra il numero di nuovi impianti arborei e il numero totale dei soggetti arborei in piedi), la dotazione ludica (rapporto tra il numero di abitanti di età compresa tra 0-14 anni e il numero delle aree ludiche), i lavoratori verdi (rapporto percentuale del personale tecnico che si occupa dei giardini e il numero totale di personale impiegato dall’Amministrazione pubblica), l’indice di specializzazione del personale impiegato nel settore verde (livello formativo), il calcolo del costo annuale per metro quadro di verde gestito.

La comunicazione esterna di tutti gli aspetti inerenti questo sistema complesso di cui abbiamo parlato è un tema cruciale per le Amministrazioni pubbliche per la gestione dei rapporti con i cittadini e deve essere affrontata sia come Comunicazione istituzionale, con sezioni dedicate sui siti comunali, numeri verdi, gestione delle segnalazioni da parte dei cittadini sia come divulgazione e promozione (come gli eventi per la Giornata degli alberi, o iniziative dei singoli Comuni rivolte ai giovani e alle scuole).
Il coinvolgimento attivo della cittadinanza attraverso la partecipazione dei cittadini è molto  importante perché incrementa il senso di responsabilità e di appartenenza.
Gli spazi verdi urbani possono diventare infatti occasione di forme di collaborazione tra Istituzioni e associazioni di volontariato, comitati di quartiere, aziende private, università per le attività di cura e rigenerazione con inziative volte alla gestione degli spazi verdi, alla realizzazione di microprogetti da parte dei cittadini organizzati, adozione delle aree verdi da parte di Associazioni di volontariato e Comitati di quartiere, sponsorizzazione di aree verdi comunali da parte di Aziende, Società, Enti, Associazioni ed altri soggetti privati.

Quali sono le conclusioni che possiamo trarre?
-non dobbiamo affrontare con superficialità e pressapochismo questo tema: il verde pubblico urbano non è il giardino o il terrazzo di casa propria
-non dobbiamo avere la presunzione di sapere perché si tratta di un tema complesso e in continua evoluzione e pertanto occorre aggiornare continuamente le proprie conoscenze: occuparsene a qualsiasi titolo richiede conoscenze professionali e capacità tecniche specifiche
-dobbiamo informarci sulle cattive pratiche e divulgare le buone pratiche da seguire: gli effetti degli interventi di comitati e associazioni possono essere vanificati da un progetto assente o poco attento che non guarda il possibile sviluppo futuro e la conseguente gestione
-dobbiamo spronare e vigilare sull’operato delle Amministrazioni pubbliche affinché siano chiamate ad impegnarsi per garantire la salvaguardia e la cura di questo importante bene comune.

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA UTILE 

  • Linee guida per il governo sostenibile del verde urbano. Comitato per lo sviluppo del verde pubblico. MATTM, 2017
  • Regolamento del Verde Pubblico e Privato e del Paesaggio Urbano di Roma Capitale (approvato dalla Giunta Capitolina il 16/01/2019)
  • Decreto Interministeriale 22 gennaio 2014 – Adozione del Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari
  • Legge 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”
  • Il valore economico delle aree verdi urbane, XVI Congresso CONAF – Perugia 6 luglio 2017 Francesco Ferrini DISPAA – Università di Firenze
  • I benefici economici del verde, Francesco Ferrini, http://www.georgofili.it/
  • Linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi – Pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione, Landeres, Associazione Borghi Autentici, UNI-Ente Italiano di Normazione, giugno 2014
  • DPR 137/2012 “Regolamento recante riforma degli ordinamenti professionali”
  • Piano di Gestione PARCO ARCHEOLOGICO DELLA VILLA ROMANA DEL CASALE E DELLE AREE ARCHEOLOGICHE DI PIAZZA ARMERINA E DEI COMUNI LIMITROFI, Regione Siciliana, 2012
  • 221/2015 Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali
  • lgs. 50/2016 “Codice degli appalti” (modificato dal D.lgs 56/2017) “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale”