Le tappe del viaggio con il Gruppo sionistico piemontese organizzato da Emanuel Segre Amar e in compagnia di Giulio Meotti.
Domenica 20 novembre: arrivo all’aereoporto di Tel Aviv e trasferimento a Haifa.
Lunedì 21 novembre
Vista dal Monte Carmelo della città di Haifa e del Baha’i Holy Place, luogo dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, meta di pellegrinaggio dei credenti baha’i, religione monoteista nata in Iran e sottoposta a gravi limitazioni dal governo iraniano (risoluzione ONU del 15 novembre 2018).
Rosh Ha Nikra: promontorio nelle montagne della Galilea orientale. Passaggio storico, utilizzato da 5000 anni da nord a sud e viceversa da carovane e eserciti, ora dichiarato Riserva Naturale. Nel 333 a. C. Alessandro Magno fece intagliare una scala nella roccia per facilitare il passaggio del suo esercito. La scala venne utilizzata dai romani e dai crociati e ora serve per la visita al sito.
Da Rosh Ha Nikra parte il primo tratto del Sea Trail (percorso di 240 lungo le coste) che arriva fino al Ga’aton Stream Estuary.
Presso Rosh Ha Nikra, dove passa il confine con il Libano, il 23 marzo 1949 venne firmato l’armistizio tra il Libano e Israele.
Visita alle grotte e al tunnel scavato dagli inglesi nel 1942 per farvi passare la linea ferroviaria che collegava Haifa a Beirut (ai quali si accede anche con una teleferica).
Kibbutz Hanita: sorto nel luogo da cui si controllavano i passi che conducevano dalle montagne del Libano alle valli della Galilea occidentale e alle città costiere di Akko e di Achziv, nasce nel 1938 durante il periodo della rivolta araba, proprio per la sua posizione strategica in area di confine. Venne costruito con il metodo “Tower and Stockade o wall and tower” utilizzato dai coloni sionisti per creare avamposti in zone dove consolidare la presenza della popolazione ebraica. Il metodo prevedeva tempi rapidissimi di realizzazione dell’insediamento, con l’impianto in un solo giorno di una palizzata il legno a difesa dell’area e di una torre di avvistamento con in cima un faro.
La missione fu affidata a componenti dell’Haganah, a un centinaio di coloni volontari (appartenenti al gruppo dello Yishuv) e alle guardie del corpo paramilitare “Notrim”.
Alcuni mesi dopo i combattenti dell’Haganah furono sostituiti da membri del gruppo proveniente da Shimron e da immigrati provenienti dall’Austria e dall Romania.
Nel corso della sua costruzione furono rinvenute rovine di edifici dell’epoca del secondo Tempio, tombe romane, i resti di una sinagoga del II-III secolo d. C., i resti di una chiesa bizantina e mosaici del sec. VI-VII.
Il Kibbutz ospita dal 1952 l’Hanita Museum, rinnovato nel 1966 e situato in un edificio in pietra, che raccoglie reperti archeologici, oggetti della vita quotidiana del kibbutz, arnesi da lavoro e da costruzione, documenti, fotografie, materiale d’archivio.
Nel 1953 vi furono girate alcune scene del film The Juggler (I perseguitati) con Kirk Douglas.
Har Adir: è uno dei monti più alti della Galilea, le cui pendici sono ricoperte di querce e altre specie come il terebinto, l’azzeruolo e il corbezzolo greco. Sul versante nord è situato un piccolo gruppo di Eriolobus trilobatus, una specie molto rara di alberi che cresce in Israele. Dal belvedere, creato dall’Autorità per i Parchi e la Natura di Israele in cooperazione col Fondo Nazionale Ebraico (KKL) e situato a nord di una base militare, è possibile vedere le località libanesi dove vennero combattute molte battaglie nella seconda guerra del Libano (estate 2006). Lungo la ringhiera del balcone sono collocate delle insegne con mappe di orientamento, spiegazioni delle fasi della guerra e delle targhe con i nomi di 121 soldati caduti. Il belvedere è stato costruito su richiesta delle famiglie di quei soldati.
Tel Hai: insediamento ebraico nel nord della Galilea fondato nel 1918 da un gruppo di membri dell’HaShomer (La sentinella), un’organizzazione sionista socialista che si era prefissata di provvedere al servizio di sorveglianza degli insediamenti ebraici nello Yishuv. A Tel Hai, il 1º marzo 1920 in uno scontro con alcune centinaia di arabi-sciiti provenienti dalla vicina regione libanese del Jabal Amil, fu ucciso, insieme a sette compagni, Iosif Trumpeldor, un militare russo, attivista sionista, fondatore della Legione Ebraica e dell’HeHalutz, divenuto un eroe nazionale e al quale è stato dedicato il cimitero di Tel Aviv e il monumento raffigurante il Leone di Giuda a Tel Hai.
Valle del Giordano: in viaggio verso le alture del Golan.
Merom Golan Resort: passando sulla strada di Katsrin (la principale città delle Alture del Golan) si arriva al villaggio a uso turistico, il Merom Golan Resort, circondato da un parco con “with 46 luxurious cabins, 32 ground floor guest rooms, the Gaucho Restaurant, a riding stable, quad bike excursions, and an animal corner, a swimming pool and many arts and crafts activities, studios and galleries”.
Il Resort fa parte del kibbutz Merom Golan “situated in the northern part of the Golan Heights and was the first Israeli settlement founded on the Golan, on the 14th of July 1977, following the Six Day War. Merom Golan was established by young people from older, established kibbutzim who came to settle Merom Golan and the Golan Heights. The establishment of Kibbutz Merom Golan was the lever that propelled forward modern day settlement of the Golan”.
Martedì 22 novembre
Kibbutz Ein Zivan nel Golan: nato nel 1968 ospita l’azienda vinicola Bahat, dove si producono vini esclusivi kasher (oggetto di boicottaggio in nome delle azioni portate avanti dal movimento a favore degli arabi palestinesi BDS-Boycott, Divestment, Sanctions) e la fabbrica di cioccolato artigianale De Karina.
Yehudiya Gamla Nature Reserve: sito archeologico e riserva naturale sul tell el-Ahdab, a 10 km a sud-est di Katsrin, dal quale si possono ammirare i resti dell’antica città fortificata (descritta nel Talmud e risalente all’epoca di Joshua), il Daylot Stream e il Mare di Galilea (lago di Tiberiade). Costruita su un clivio a cui si poteva accedere solo da un lato, venne distrutta da Vespasiano nel 67 d. C. dopo un lungo assedio. Dopo la distruzione la città non fu ricostruita e venne dimenticata per 1.900 anni, finchè nel 1968 fu riscoperta dall’archeolo israeliano Yitzhaki Gal nell’ambito della campagna di indagini delle colline del Golan portata avanti dalla Jewish Agency e dalla Nature Reserve Authority. Fu l’archeologo Shmaryahu Guttman a rinvenire i resti delle mure fortificate, di una sinagoga (una delle più antiche scoperte in Israele), dei quartieri residenziali e delle prove della battaglia contro i romani (palle e frecce).
Sono ancora visibili i resti di un villaggio Bizantino (Deir Qeruh). Il nome Deir significa monastero e indica che il villaggio era cristiano. Abbandonato nel VII secolo con la conquista araba, divenne un villaggio siriano tra il XIII e il XIV secolo. Fu abbandonato definitivamente con la guerra del 1967.
Attraversata da due corsi d’acqua (Gamla e Daliyot) e sede della più alta cascata di Israle) la Riserva naturale ospita la più grande colonia di nidificazione di rapaci tra i quali il grifone.
Il sito commemora i caduti per terrorismo e durante il servizio militare (Golan Heights Memorial).
Kibbutz El Rom: situato sulle alture del Golan, nella zona della battaglia della Valle delle Lacrime combattuta contro la Siria durante la guerra del Kippur nell’ottobre del 1973.
Fondato nel 1971 da un gruppo di coloni del Machanot HaOlim Zionist youth movement (il primo gruppo giovanile sionistico nato nel 1926 a Tel Aviv) venne distrutto durante la guerra del Kippur e la maggior parte degli edifici vennero ricostruiti. Si dedica prevalentemente alle attività agricole e all’allevamento animale.
Proiezione del documentario sulla battaglia della Valle delle Lacrime.
Monte Bental: un monte vulcanico dal cui punto di osservazione, con ricostruzioni che ricordano la guerra del Kippur si ha la vista sulla Siria e sulla Valle delle lacrime (luogo della battaglia del 1973).
Mercoledì 23 novembre
Lago di Tiberiade: coltivazioni di mango, banane e palmeti sul lago di Tiberiade.
Old Gesher: è il nome del sito originario del kibbutz sorto nella valle di Beit She’an, dove il fiume Yarmouk sfocia nel fiume Giordano, nella zona nord-est di Israele al confine con la Giordania, a 5 km a sud di Tiberiade, in quella che oggi è conosciuta come l’area di Naharayim (letteralmente “Due fiumi”) e storicamente nota come l’area di Jisr Majami.
Qui si trovano tre ponti: un antico ponte romano di pietra (il ponte Jisr el-Majami, “ponte dell’incontro”), un ponte ferroviario ottomano utilizzato per la linea Haifa-Damasco (risalente all’inizio del XX secolo) e un ponte stradale del periodo del mandato britannico.
L’area viene nominata dalla Palestine Electric Company in una lettera del 27 febbraio 1929 alle Ferrovie Palestinesi, che danno “nomi propri” ai “diversi quartieri delle nostre Opere Giordane”. Uno di questi riguardava “l’opera nel suo insieme compreso il campo di lavoro” da chiamare “Naharaim” e un altro il sito della “Power House e degli alloggi del personale adiacenti e uffici” da chiamarsi “Tel Or” (in ebraico “Collina della Luce”).
Essa comprendeva la ” Prima centrale idroelettrica giordana, costruita tra il 1927 e il 1933 e in funzione tra il 1932 e il 1948 nelle adiacenze del ponte Jisr Majami. L’impianto, fondato da Pinhas Rutenberg, produsse gran parte dell’energia consumata nella Palestina mandataria fino alla guerra del 1948. I canali e le dighe costruite per la centrale elettrica, insieme ai due fiumi, formavano un’isola artificiale (ora l’impianto, in disuso, si trova nel territorio giordano). Il sito fu scelto per la forte portata d’acqua e per la possibilità di regolare la portata attraverso lo stoccaggio nel Mare di Galilea durante la stagione delle piogge invernali e il rilascio delle riserve idriche in estate.
Rutenberg (5 febbraio 1879 – 3 gennaio 1942) un ingegnere, uomo d’affari e attivista politico ebreo russo emigrato nella Palestina mandataria, riuscì ad ottenere una concessione per la produzione e la distribuzione di energia elettrica e fondò la Palestine Electric Corporation (attualmente Israel Electric Corporation). Sionista energico e impegnato, fu tra i fondatori durante la prima guerra mondiale della Jewish Legion (battaglioni di volontari ebrei attivi tra il 1917 e il 1924) e dell’American Jewish Congress (1918), partecipò alla fondazione dell’Haganah (che operò tra il 1920 e il 1948, quando divenne il nucleo delle forze di difesa israeliane-IDF) e fondò la Palestine Airways (1934).
Il kibbutz, che prende il nome dal vicino ponte romano sul fiume Giordano (“gesher” significa ponte in ebraico) noto come Jisr Majami, venne fondato nel 1939 su terreni acquistati con l’aiuto del barone Edmond de Rothschild da un gruppo di ebrei yishuv, membri del movimento giovanile HaNo’ar HaOved (“Federazione dei giovani studenti e lavoratori fondata nel 1924) e da un gruppo di giovani ebrei rifugiati dalla Germania e che, successivamente, furono raggiunti da altri immigrati ebrei provenienti da Polonia, Germania, Austria.
Il sito originario del kibbutz (sviluppato come insediamento con il metodo “Tower and Stockade o wall and tower”) si trovava immediatamente a nord del vecchio ponte romano, a 1 km a est della sua posizione attuale ed era originariamente un khan o caravanserraglio costruito intorno al 1365 (uno dei primi della Galilea); fu attivo dal periodo mamelucco fino all’inizio del XIX secolo (nel censimento della Palestina del 1922, condotto dalle autorità del mandato britannico, aveva una popolazione di 121 abitanti; 112 musulmani, 4 ebrei e 5 cristiani di fede ortodossa).
Il Kibbutz si trova ora a poca distanza dal sito originario e si chiama Kibbutz Gesher. L’area residenziale è conosciuta oggi come Qaryet Jisr Al-Majame (Community Bridge Village).
In viaggio verso il Mar Morto costeggiando i Monti della Samaria
Ha Etekim Cliff Nature Reserve-Wadi Qumran Rappelling Site (sosta)
Giovedì 24 novembre
Ein Gedi: situato ai bordi del deserto della Giudea, sul versante occidentale del Mar Morto, l’insediamento di Ein Gedi (Sorgente del Fanciullo), la più grande oasi di Israele, è oggi una Riserva Naturale. La storia racconta che David, incorso nell’ira di Saul, fuggì verso il deserto di Ein Gedi e si rifugiò in una caverna. Così la piccola sorgente che sgorga a 20 metri sul livello del mare ha preso il nome dal giovane David e forma un suggestivo laghetto con delle cascatelle.
La Riserva è divisa in tre parti: Wadi David Trail | Wadi Arugot Trail | En Gedi Antiquities National Park.
Il kibbutz di Ein Gedi: sorto nel 1949 ad opera di alcune persone chiamate a sorvegliare la vicina frontiera con la Giordania e dedito alle attività agricole, il kibbutz è stato trasformato in parte in un Hotel affacciato sull’Oasi e sul Mar Morto, dotato di una SPA, ristorante, piscina, bar e circondato da un Giardino botanico con centinaia di specie di piante.
Dead Sea Ein Gedi Botanic Garden: riconosciuto ufficialmente come International Botanical Garden nel 1994, è compreso nella lista del Botanic Gardens Conservation International (BGCI).Si estende su una superficie di circa 10 ettari, con oltre 900 specie di piante provenienti da tutto il mondo ed è l’unico Giardino botanico ad avere una comunità di residenti, i quali abitano nel vicino kibbutz.
A pochi metri di distanza l’impianto di produzione Ahava con annesso Centro visitatori, azienda specializzata in prodotti e cosmetici derivati dalla lavorazione degli elementi minerali del Mar Morto.
Dal Mar Morto al deserto della Giudea
Susya: poco distante da Hebron nel sud dei monti della Galilea “Susya was a mere village in the Hasmonean period (2nd-1st century BCE) but developed in the last period (1st century CE). It peaked between the 4th and 9th centuries, with up to 3.000 inhabitants living in dozen of houses, as well as courtyards and caves. The splendid and large synagogue at the highpoint of the town was decorated with mosaic floor, dedication inscription, and a unique binh (podium) embellished with marmble”.
Il sito archeologico,” An ancient Jewish Town”, viene citato nel 1863 da Victor Guérin, archeologo e geografo francese, che per primo comprese la sua importanza: “Vedo davanti a me estese rovine chiamate Khirbet Sousieh. Sono quelle di un’importante città le cui case erano generalmente ben costruite, come attestato dalle vestigia che ancora rimangono, e possedevano diversi edifici costruiti in pietra”.
Nel 1969 venne esaminato da Shemarya Gutman, che scoprì il nartece di una sinagoga durante uno scavo di prova. Essa appartiene ad un gruppo architettonico di quattro sinagoghe nel sud dei monti della Giudea (delle totali sei sinagoghe identificate nell’intera Giudea.) e, in contrasto con la maggior parte delle sinagoghe della Galilea, che avevano la facciata e la nicchia della Torah sulla stessa parete orientata verso Gerusalemme, quella di Susya aveva la nicchia nella parte settentrionale e l’ingresso sulla parete orientale rivolta verso Gerusalemme.
Hebron (Kiriat Arba, citta’ dei quattro colli, antico nome ebraico) primo insediamento ebraico in terra di Canaan. Situata sulle colline della Giudea, a sud di Gerusalemme, è una delle città più antiche dell’area e la seconda per importanza religiosa per il popolo ebraico dopo Gerusalemme. Citata nella Bibbia come il luogo dove hanno visuto e dove sono sepolti i Patriarchi e le Matriarche: Abramo e Sarà, Isacco e Rebecca, Giacobbe (il primo che si chiamò “Israele” e da cui proviene il nome dello Stato di Israele) e Leà. A Hebron si trova il più antico e meglio conservato monumento ebraico al mondo, la “Grotta di Machpelà” in cui, durante tutto il periodo delle occupazioni musulmana, Mamelucca, ottomana e della Giordania, agli ebrei non era permesso entrare. Ancora oggi, a dispetto di quanto stabilito dai contratti di Hebron, ai cittadini ebrei è negato l’ingresso nel 97% della città, la quale è interessata da misure di sicurezza a causa dei gravi attentati terroristici che avvengono lungo le strade ad opera della popolazione araba. La città è divisa in zone: la zona H1, sotto la piena responsabilità dell’autorità palestinese e la zona H2, la cui responsabilità è affidata alla sicurezza israeliana. In entrambe è vietata la presenza degli ebrei, che possono trovarsi e visitare solo il 3% della città.
Le forze israeliane tutelano il diritto dello Stato di Israele di presevare i beni culturali testimonianze della cultura ebraica e di consentire a cittadini e visiatori di tutto il mondo di visitare i siti storici e sacri di Hebron.
L’ultimo attentato a danno di ebrei è dello scorso ottobre 2022.
-la Grotta di Machpela e le tombe dei Patriarchi e delle Matriarche: la Bibbia riporta la negoziazione dell’acquisto della grotta e della terra circostante da parte di Abramo dagli Ittiti per una somma molto rilevante e la sepoltura di Sarah in quel luogo (Genesisi. 23). In seguito vi venne sepolto Abramo da suo figlio, Isacco e Rebecca e, in ultimo, il loro figlio Giacobbe con la moglie Leah. Così la tomba divenne la “Grotta delle coppie”. Alla fine del periodo del Secondo Tempio, 2000 anni fa, ad opera di Re Erode, venne costruito il monumentale edificio al di sopra della tombe, rimasto integro fino ai giorni nostri, come luogo di preghiera e di visita dei resti dei Partriarchi e delle Matriarche. Nel corso del tempo e con il succedersi di presenze straniere, l’edificio fu rimaneggiato e modificato più volte (dai Bizantini Cristiani, dagli Arabi, dai crociati, dai Mamalucchi, dai musulmani, che aggiunsero minareti e iscrizioni). Dal 1927 al 1967 agli ebrei fu consentito di pregare solo all’esterno: agli “infedeli” era infatto proibito superare il settimo gradino della scala esterna che vi portava. Dopo la Guerra dei Sei Giorni l’accesso fu diviso da Moshé Dayan fra una sezione riservata ai musulmani e una per gli ebrei (e le persone di altra religione). Ma le tombe che si visitano sono vuote, servono solo da ricordo. I veri sepolcri si trovano sotto l’edificio nella grotta e continuano a non essere accessibili né ai fedeli né agli studiosi.
-Quartiere ebraico: fino al 1929 a Hebron viveva una piccola comunità ebraica che, dopo un grave attentato terroristico effettuato da arabi il 24 agosto 1929, in cui furono uccisi 67 ebrei, fu espulsa dalla città e mandata in esilio. Oggi la comunità ebraica locale, composta da circa 9.000 abitanti, vive nell’insediamento di Kiryat Arba (la “città dei quattro”) menzionato nella Bibbia ebraica (Genesi 23) come il luogo dove Abramo seppellì Sara. Fondato nel 1968 da un gruppo di ebrei guidati dal rabbino Moshe Levinger e da Rabbi Eliezer Waldman nella periferia orientale di Hebron, è diviso in quattro quartieri: la Kirya, Ashmoret Yitzhak, Ramat Mamre (nota anche come Givat Harsina) e Givat Avot (Givat Ha’avot).
–Beit Hadassah: lo storico complesso di Hadazza, nato nel 1893, si trova nel cuore della città vecchia di Hebron. La sua costruzione fu iniziata dal Rabbino capo Haim Rahamim Yosef Franco (1833-1901). L’edificio, chiamato originariamente Chesed L’Avraham (Kindness of Abraham), aveva una funzione di infermeria e di assistenza. Il primo piano fu realizzato grazie alle donazioni delle comunità ebraiche in Nord Africa e un secondo piano, costruito nel 1911, da quelle dell’India e di Bagdad. Successivamente the Hadassah Organization finanziò una clinica medica per garantire le cure alle popolazioni ebraica e araba. Nel 1929 l’ospedale fu teatro dell’uccisione di 67 ebrei residenti a Hebron e la clinica fu distrutta. Durante l’occupazione della Giordania fu utilizzata come scuola dal Governo giordano. Nel 1979 un gruppo di donne con i loro bambini entrò nell’edificio e vi rimase un anno per poi essere raggiunte dai loro mariti. Oggi circa 30 famiglie ebree vivono nell’edificio che comprende la sinagoga, un museo, strutture ricettive e di servizio. Il piano terra ospita un Centro Visitatori. Il museo, composto da 5 stanze ognuna decorata dall’artista Shmuel Mushnik, racconta la lunga storia della comunità ebraica a Hebron, dai tempi della Bibbia, al periodo dei due Templi, al massacro del 1929 fino ai giorni nostri. In ogni stanza un breve video racconta questa storia.
Il 2 Maggio 1980 in una imboscata al di fuori dell’edificio vennero uccisi 6 giovani (Zvi Menachem ben Shmuel Chaim – Zvi (Howie) Glatt, Gershon Klein, Ya’akov Zimmerman, Hanan Krauthammer, Eli HaZe’ev, and Shmuel Mermelstein) e molte persone furono ferite. Poco dopo il Governo Israeliano diede l’autorizzazione per la riqualificazione dello storico complesso che fu affidata all’architetto David Cassuto e che venne inaugurato il 20 gennaio 1986. Nel giugno del 2000, venti anni dopo l’attentato, un nuovo edificio ” Beit HaShisha-la casa dei Sei” fu dedicato alla memoria dei giovani pionieri che permisero il ritorno delle famigle ebraiche che oggi vivono a Hebron.
Incontro con il portavoce della comunità ebraica a Hebron Yishai Fleisher.
Venerdì 25-Sabato 26-Domenica 27 novembre
GERUSALEMME
Safra Square: in occasione dell’anniversario dei cento anni dalla morte, la Municipalità di Gerusalemme ha organizzato una esposizione, “The ABC of Eliezer Ben Yehuda”, di opere realizzate da 13 artisti, a cui è stato chiesto di interpretare e illustrare le parole coniate da Eliezer Ben-Yehuda (considerato il fondatore della lingua ebraica moderna) e di includere nelle opere le lettere dell’alfabeto ebraico.
Museo Yad Vasham: creato nel 1953 e ristrutturato nel 2005, è dedicato alla memoria dei sei milioni di ebrei assassinati durante la seconda guerra mondiale.
Il grande complesso museale, situato su un’area di 4.200 metri quadrati, sulla sommità di Har Hazikaron, il Monte della Memoria, nella zona occidentale di Gerusalemme, è composto da più parti:
–Museo della Storia dell’Olocausto, le cui sale sono divise per tematica: gli ebrei in Europa prima dell’Olocausto, la persecuzione nazista, la vita nel ghetto e la reclusione nei campi;
–Sala dei Nomi, imponente monumento in pietra contenente le foto e i nomi di oltre tre milioni di vittime;
–Cripta del Ricordo: grande cripta di cemento che contiene solo una fiamma eterna, in onore di tutti gli ebrei assassinati. Sul pavimento della cripta sono scolpiti i nomi di tutti i campi di sterminio costruiti in Europa nella seconda guerra mondiale;
–Memoriale dei bambini: una grotta sotterranea con piccole luci che lampeggiano nel buio mentre una voce elenca i nomi di tutti i bambini; progettato da Moshe Safdie, è dedicato alla memoria degli oltre 1,5 milioni di bambini assassinati nei ghetti e nei campi di sterminio nazisti;
–Monumento ai Deportati: vagone ferroviario sospeso sul fianco della montagna;
–Viale dei Giusti tra le Nazioni: lunga strada composta da più di duemila alberi che rappresentano tutte le persone non ebree che hanno salvato migliaia di vite durante l’Olocausto.
Il museo raccoglie materiale audiovisivo, fotografie, lettere, modellini, oggetti personali e testimonianze dei sopravvissuti alla Shoah. Tutti gli oggetti in mostra sono stati trovati in campi liberati, in ghetti in rovina o consegnati dalle famiglie dei morti.
Oltre alla sinagoga, vi è un centro studi e una sala espositiva, oltre agli spazi all’aperto con i monumenti commemorativi.
Mercato di Mea Shearim nel quartiere costruito nel 1875 e abitato da ebrei ortodossi.
King David Hotel: inaugurato nel 1931, ospitò tre monarchi che erano stati costretti ad abbandonare il loro trono e il loro paese: Re Alfonso XIII di Spagna (1931), l’Imperatore Hailé Selassié d’Etiopia (1936) e Re Giorgio II di Grecia (1942). Fu poi l’antico Quartier Generale amministrativo delle autorità mandatarie britanniche e, il 22 luglio 1946, venne colpito da un gravissimo attentato dinamitardo condotto dall’Irgun e dalla Banda Stern, due formazioni paramilitari sioniste. Dopo l’attentato, che provocò 91 morti – 28 britannici, 41 arabi, 17 ebrei e 5 persone di diversa nazionalità – l’hotel divenne una specie di fortezza britannica fino al 4 maggio 1948. Dopo l’indipendenza di Israele divenne una fortezza israeliana e venne riaperto nel 1967, dopo la Guerra dei sei giorni.
YMCA Center: edificio storico della Gerusalemme moderna, appartiene alla Young Men Christian Association. Costruito nel 1933, è opera di A. L. Harmon, l’architetto dell’Empire State Building.
Mishkenot Sha’ananim: fu il primo insediamento ebraico costruito fuori dalle mura della Città Vecchia di Gerusalemme, su una collina direttamente di fronte al Monte Sion, nel 1859–1860, dal banchiere e filantropo ebreo britannico Sir Moses Montefiore, dopo aver acquisito la terra dal governatore di Gerusalemme, Ahmad Agha Duzdar. Il nome del quartiere è tratto dal libro di Isaia: “Il mio popolo abiterà in una dimora tranquilla, in sicure dimore e in tranquilli luoghi di riposo”. In seguito divenne parte di Yemin Moshe che fu fondato nel 1892–1894.
Montefiore’s Windmill: costruito nel 1857 nella zona in cui, tre anni dopo fu eretto il nuovo quartiere ebraico di Mishkenot Sha’ananim, fu finanziato dal banchiere e filantropo ebreo britannico Moses Montefiore. La costruzione del mulino faceva parte di un programma più ampio per consentire agli ebrei di Palestina di diventare autosufficienti. Montefiore costruì anche una tipografia e una fabbrica tessile e contribuì a finanziare diverse colonie agricole. È stato restaurato nel 2012 con un nuovo cappello e vele nello stile degli originali. Oggi il mulino funge da piccolo museo dedicato alle imprese di Montefiore.
Bloomfield Garden: situato tra l’Hotel King David e il complesso di Yemin Moshe, è uno dei più vasti parchi pubblici di Gesrusalemme (circa 17 acri). La municipalità acquistò l’area di Nikephoria dalla Chiesa greca ortodossa per preservare il suo utilizzo pubblico. Disegnato da Ulrik Plessner come estensione degli spazi aperti della città verso est, incorpora la Tomba degli Erodi e le rovine di un antico acquedotto. Nel 1989 fu realizzata da Gernot Rumpf la Fontana dei Leoni, donata dal cancelliere Helmut Koh, che intende simboleggiare la coesistenza pacifica delle diverse popolazioni di Gerusalemme.
The First Station: situata tra the German Colony e Yemin Moshe, è la prima stazione di Gerusalemme (“HaTahana Rishona”) costruita nel 1892 e utilizzata fino al 1998, quando terminò di funzionare e fu abbandonata. Nel 2013, dopo un processo di riqualificazione fu riaperto come centro di attività culturali, artistico e ricreativo.
Serghei Compound: uno dei più antichi distretti russi di proprietà della chiesa ortodossa centrale di Gerusalemme. Copre 68 dunam (17 acri) tra Jaffa Road, Shivtei Israel Street e Street of the Prophets. Il complesso fu costruito tra il 1860 e il 1890, con l’aggiunta nel 1903 dell’ospizio Nikolai Pilgrims. Dopo il 1890 fu chiuso da una cinta muraria, da qui il nome di “complesso”, ma da tempo è un quartiere del centro cittadino liberamente accessibile. È stata una delle prime strutture costruite fuori dalla Città Vecchia di Gerusalemme.
La Città Vecchia: divisa in linea generale in quattro quartieri, abitati da altrettante comunità (armena, cristiana, musumalna, ebreaica). Circondata da mura fatte costruire da Solimano il Magnifico tra il 1536 e il 1542 e lunghe circa 4 chilometri, è interrotta da sette porte, più un’ottava che è chiusa: la porta di Giaffa, la porta di Sion, la porta delle immondizie, la porta Aurea o porta della Misericordia, la porta dei Leoni, la porta di Erode o dei Fiori, la porta di Damasco o della Colonna, la porta Nuova. La città murata coincide con la Città Santa venerata dalle tre religioni monoteistiche.
-Via Dolorosa
-Strada pavimentata del periodo del Secondo Tempio (100 B.C.E.-100 C.E.)
-Chiesa del Santo Sepolcro
–Muro del Pianto
-La spianata del Tempio: situata nell’estremità sud-orientale della città vecchia, è una terrazza trapezoidale ricavata costruendo una piattaforma sul Monte Moria, in cui si trovano la moschea el-Aqsa e la Cupola della Roccia, esempio ben conservato di architettura del primo periodo arabo. E’ un luogo di venerazione per gli ebrei, in quanto vi sorgevano il Primo e il Secondo Tempio, anche se i due luoghi non sono accessibili a chi non pratica la fede musulmana.
-The Ramban Synagogue: nel quartiere ebraico della città vecchia, la Sinagoga di Ramban indica la discesa in questo quartiere, nel 1400, della comunità ebraica, dapprima insediatasi sul Monte Sion, dove gli ebrei di Gerusalemme vissero prima di spostarsi nell’attuale Quartiere Ebraico nel XIV secolo. Si tratta della più antica sinagoga nel Quartiere Ebraico della Città Vecchia di Gerusalemme, la Sinagoga di Ramban ha preso il nome del famoso Rabbino Moshe Ben Nechman (1194-1270) ed è oggi conosciuta con il nome di Nachmanides o Ramban. Nel 1267, tornando a Gerusalemme e vedendo la città distrutta e priva di Ebrei (se non di due pittori Ebrei incontrati per strada), il rabbino si rattristò e in una lettera al proprio figlio scrisse: “Grande è la trascuratezza e profonda la distruzione. L’intero Tempio è in rovine, Gerusalemme è completamente distrutta. Trovammo una casa in rovina, costruita con colonne di marmo e una bella cupola. La prendemmo per trasformarla in Sinagoga, perché la città è abbandonata e chiunque voglia prendere delle rovine può farlo”. Per molti anni questa fu l’unica Sinagoga della città. Essa corrispondeva alle descrizioni date da Rabbi Ovadia di Bartenura (1440-1530) durante la sua visita a Gerusalemme nel XV secolo: “La Sinagoga a Gerusalemme è costruita su delle colonne. Essa è lunga, stretta è buia, con un solo ingresso luce. Dentro c’è una cisterna d’acqua”. Distrutta nel 1474 dai musulmani, ma subito ricostruita, divenne centro di tutte le comunità fino alla metà del XVI secolo. Poi fu trasformata in un negozio per ben 380 anni. La Sinagoga fu chiusa nel 1589 per ordine dei governatori Ottomani e fu riaperta alla preghiera nel 1967, durante il settecentesimo anniversario della visita di Ramban in Israele.
-Souk Al Quattinin
-Il Cardo maximus: un tratto è stato riportato alla luce e parzialmente restaurato e testimonia la struttura romano-bizantina di Gerusalemme.
-Abu Shukri Restaurant
Monte degli Ulivi: storico luogo a est di Gerusalemme, è costellato di chiese che rievocano i passaggi della vita di Gesù (la Grotta del Getsemani, il Sepolcro di Maria, la Chiesa di Maria Maddalena, la Chiesa di Tutte le Nazioni). La parte più suggestiva è lo storico cimitero ebraico che occupa parte del suo pendio. Con più di tremila anni e 150.000 tombe, è il cimitero più antico del mondo. Dal Monte degli Ulivi una vista spettacolare su Gerusalemme.
Incontro con Mordechai Kedar: studioso israeliano di cultura araba e docente all’Università Bar-Ilan, nonché vicepresidente di NEWSRAEL. Ha prestato servizio per 25 anni nell’intelligence militare dell’IDF, dove si è specializzato in gruppi islamici, stampa e mass media arabi. Dal 2012 Kedar ha promosso un piano di pace israelo-palestinese denominato “Emirati palestinesi” o “Soluzione degli otto Stati”. Secondo Kedar “La soluzione degli otto stati si basa sulla sociologia del Medio Oriente, che ha la tribù come principale pietra angolare della società. Dovremmo seguire questa caratteristica della cultura mediorientale come base per la soluzione israelo-palestinese”. Kedar sostiene che le strutture di stato-nazione in stile occidentale imposte a regioni abitate da più tribù come l’Iraq, la Siria, lo Yemen e la Libia, sono fallite o stanno fallendo, mentre gli Stati basati su tribù omogenee come gli Emirati Arabi Uniti possono avere successo. Le otto città-stato palestinesi sarebbero la Striscia di Gaza, Jenin, Nablus, Ramallah, Gerico, Tulkarm, Qalqilya e la parte araba di Hebron, che secondo lui possiedono tutte strutture di leadership tribali tradizionali in grado di passare a un emirato autonomo. Geograficamente, ogni emirato governerebbe la propria città e il territorio circostante. Ogni Stato potrebbe decidere autonomamente la propria forma di governo, fare le proprie leggi, istruire la propria gente e stampare la propria valuta se lo desidera, così come avere i propri media, sviluppare la propria industria e il proprio commercio, o far trovare alla propria gente lavoro in Israele. Kedar afferma che questa proposta comporterebbe l’autogoverno e l’autodeterminazione per la stragrande maggioranza degli arabi palestinesi, con la restante area (scarsamente popolata) della Cisgiordania che sarà annessa da Israele e ai suoi residenti verrà offerta la cittadinanza israeliana. Come parte dell’accordo, Israele garantirebbe il libero passaggio di persone e merci tra ogni città-stato e a livello internazionale.
PER SAPERNE DI PIU’
Informazione corretta
www.israele.net
I Kibbutzim
La questione delle Fattorie Sheba nel Golan
Cisgiordania: (letteralmente “la parte al di qua del Giordano”) in ebraico HaGadah HaMa’aravit o, sempre in ebraico e ufficialmente per lo Stato d’Israele,Yehuda ve’Shomron, Giudea e Samaria, in inglese chiamata West Bank, “la sponda occidentale”, è un territorio senza sbocco al mare sulla riva occidentale del fiume Giordano.
Autorità Nazionale Palestinese (ANP): è l’organismo politico di autogoverno palestinese ad interim, creato nel 1994 in conseguenza degli Accordi di Oslo in accordo con Israele per governare transitoriamente, in attesa di un accordo di pace definitivo, la Striscia di Gaza e le aree A e B della Cisgiordania. Dal 3 gennaio 2013, in conseguenza della risoluzione 67/19 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’Autorità Palestinese ha adottato il nome di Stato di Palestina (unilateralmente proclamato nel 1988 dall’OLP, ma non ancora effettivamente indipendente e sovrano) sui documenti ufficiali.
Lo Stato di Palestina e l’Autorità Nazionale Palestinese restano due organismi distinti.