UNA PASSIONE: ADRIANO OLIVETTI

Adriano Olivetti: un industriale illuminato, con una visione strategica del suo lavoro e della società in cui viveva. Un uomo colto, intelligente, moderno, che nel corso di una vita breve ha costruito un’esperienza di cui ancora oggi si parla.
Una passione, la mia, nata non so perchè e non so quando, che mi ha portato ad occuparmi, in qualche misura, della sua vita e del suo pensiero e a scoprire, per caso, durante le ricerche del materiale per le pagine di questo sito, alcune curiose coincidenze che legano la famiglia Alatri e mio padre Andrea Alatri a Adriano Olivetti.
Da questa passione, e da un’idea dell’amico regista Daniele Cini che ha scritto la sceneggiatura “Uomini che inventano il futuro“, è nato il filmato “Adriano Olivetti e Steve Jobs, la passione per il futuro” andato in onda il 21 giugno 2011 nella trasmissione “Correva l’anno” della RAI (http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-59af4dcd-4a1a-429c-8730-86419fe6b989.html). Per preparare la puntata e raccogliere la documentazione abbiamo intervistato Laura Olivetti, la figlia di Adriano, che ha presieduto la Fondazione con passione e dolcezza fino alla sua scomparsa (avvenuta il 21 dicembre 2015) e l’Ing. Carlo De Benedetti.  A Ivrea abbiamo consultato l’Archivio storico Olivetti e abbiamo visitato i luoghi in cui l’esperienza industriale, sociale e culturale di Olivetti si è svolta. Grande l’emozione alla vista della famosa “fabbrica in mattoni rossi”, ma anche il dispiacere per la fine di una grande impresa.
A questo lavoro sono seguiti gli articoli “Da Olivetti a Steve Jobs”, pubblicato sulla rivista Bravacasa ( n.11 Novembre 2011) e “La ventiduesima lettera”, pubblicato sulla rivista OPIFICIUM.
Grazie a una nuova coincidenza (l’amicizia con una collega del Master “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie. Pio La Torre”, ex alunna dell’ISTAO-Istituto Adriano Olivetti) ho avuto l’occasione di partecipare alla visita “ISTAO incontra Ivrea” organizzata il 15 e 16 settembre 2017 per le celebrazioni dei 50 anni dell’Istituto Adriano Olivetti: due giorni di incontri con i protagonisti del mondo legato a Adriano Olivetti, alla sua impresa e al suo territorio e di visite ai luoghi che maggiormente rappresentano la sua opera e che custodiscono i valori culturali, imprenditoriali e umanistici di questo grande personaggio dell’industria italiana.

L’AVVENTURA OLIVETTI

CAMILLO OLIVETTI

OLIVETTI, IL MONDO DELLA CULTURA E LE MACCHINE DA SCRIVERE

OLIVETTI A TERRACINA

LA CANDIDATURA UNESCO DI IVREA

OLIVETTI E LA 13a BIENNALE DI ARCHITETTURA DI VENEZIA

IL NEGOZIO OLIVETTI A VENEZIA

 

 

OLIVETTI E L’ELETTRONICA

 

 

Dalla calligrafia alla memoria
Nel 1960, Bruno Caruso disegna l’agenda per l’Olivetti che ha appena costruito a Pisa una delle prime macchine calcolatrici, l’ELEA. Caruso traduce tutto questo in un percorso “Dalla calligrafia alla memoria” in cui “spiega” i calcolatori a partire dalla scrittura.
LE MACCHINE PER IL CALCOLO MECCANICO
In Olivetti lo sviluppo di macchine da calcolo compie i primi passi nel corso degli anni ’30. L’interesse dell’azienda per questi prodotti ha un duplice motivo: integrare nelle macchine per scrivere una capacità di calcolo così da soddisfare esigenze di tipo contabile-amministrativo; diversificare e ampliare le attività, restando comunque nell’ambito dei prodotti per l’ufficio.

I NEGOZI: ARCHITETTURA E ARTE NEGLI SHOWROOM OLIVETTI

IL PIANO REGOLATORE DELLA VALLE D’AOSTA

ADRANO OLIVETTI: DALLA CASA ELETTRICA ALLE ARCHITETTURE DELLA “CITTA’ IDEALE”

L’ASILO NIDO OLIVETTI DI CANTON VESCO A IVREA

LA OLIVETTI IN AMERICA LATINA

FRANCOBOLLI CELEBRATIVI

Il 12 febbraio 2008 la Zecca ha emesso un francobollo celebrativo del centenario della prima Fabbrica Italiana di macchine per scrivere Olivetti. Il francobollo, da € 0,60, ritrae, in 36mm x 26mm, l’antico edificio in mattoni rossi, sede della prima fabbrica ad Ivrea, la Olivetti M1, primo modello di macchina per scrivere prodotto dalla società eporediese e il logotipo storico Olivetti.

Il 15 dicembre 2020, nel 60° anniversario della scomparsa di Adriano Olivetti e nel 70° anniversario di produzione, Poste Italiane ha emesso  due francobolli ordinari (relativi al valore della tariffa B pari a 1,10€ per ciascun francobollo) dedicati a Adriano Olivetti e alla macchina per scrivere portatile Olivetti Lettera 22.

 

L’ATTIVITA’ EDITORIALE DELLA OLIVETTI

 

 

LA RIVISTA “CENTRO SOCIALE”

I MOBILI DA UFFICIO
La produzione dei mobili da ufficio inizia con lo schedario progettato dall’ingegner Aldo Magnelli, battezzato Synthesis, che nel 1931 viene prodotto negli stabilimenti di Ivrea. Nel 1939 l’Olivetti costituisce un’apposita società, la Olivetti Synthesis s.a., localizzata a Massa, dove nella zona industriale situata tra la città e il litorale della Versilia viene utilizzato un primo nucleo di officine esistente già dal 1937-38. Nel 1942 viene completato un nuovo stabilimento su progetto dell’architetto Piero Bottoni e di Mario Pucci, che viene gravemente danneggiato durante la guerra. Nel 1949 viene ripresa la produzione, la Olivetti Synthesis viene incorporata nella Olivetti e i mobili per ufficio divengono un settore produttivo del Gruppo. Tra il 1952 e il 1954 viene realizzato un nuovo ampliamento, sempre su progetto dell’architetto Bottoni, comprendente anche la sala mensa e una sede per la biblioteca e i servizi sociali. Ulteriori ampliamenti interverranno in seguito nel 1964 e nel 1971, dando vita in un’area di oltre 100 mila mq a un complesso di officine collegate fra loro e collegate anche verso l’esterno da un ramo della ferrovia.
Gli arredamenti della Olivetti sono concepiti con criteri di modularità e componibilità, come ad esempio la Serie Spazio (1960), disegnata dagli architetti BelgiojosoPeressutti e Rogers e che ottiene nel 1962 il riconoscimento del Compasso d’Oro, la  Serie Arco (1962), la Serie E, la Quadrum (1967), la Synthesis 45 (1973) disegnata da Ettore Sottsass. Negli anni ’70 e ’80 le linee di prodotto di maggior successo sono la Serie 80 (1976), la Linea Direzionale (1980, designer Hans von Klier), la Serie Icarus a elevata componibilità (1982, Ettore Sottsass e Michele De Lucchi), le Serie 82 (1982), Corinto (1983), Delphos (1986). Nel 1997 alcuni imprenditori operanti nello stesso settore e aventi nella società Siccma l’azionista di riferimento, rilevano la Olivetti Synthesis, che vede nel 1996 l’ultimo anno di piena attività.
Documentario “Ordine è spazio”, Archivio Nazionale cinema d’impresa

IL PREMIO COMPASSO D’ORO
Istituito nel 1954, il Premio Compasso d’Oro è il più antico ma soprattutto il più autorevole premio mondiale di design. Nato da un’idea di Gio Ponti per anni fu organizzato dai grandi magazzini la Rinascente, allo scopo di mettere in evidenza il valore e la qualità dei prodotti del design italiano allora ai suoi albori. Il marchio del Premio venne ideato da Albe Steiner, mentre ad Alberto Rosselli e Marco Zanuso spettò il compito di disegnare il vero compasso, oggetto del Premio.
Successivamente esso fu donato all’ADI-Associazione Disegno Industriale, che dal 1956 riunisce progettisti, imprese, ricercatori, insegnanti, critici, giornalisti intorno ai temi del design e che dal 1958 ne cura l’organizzazione, vigilando sulla sua imparzialità e sulla sua integrità.
I quasi trecento progetti premiati in oltre cinquant’anni di vita del premio, insieme ai quasi duemila selezionati con la Menzione d’Onore, sono raccolti e custoditi nella Collezione Storica del Premio Compasso d’Oro ADI la cui gestione è stata affidata alla Fondazione ADI, costituita all’uopo dall’ADI nel 2001.
Nel corso degli anni, a partire dal 1954, i prodotti della Olivetti hanno ricevuto numerosi Premi del Compasso d’Oro.

OLIVETTI E LA BASILICATA
Olivetti e Matera
I Centri Comunitari nel Mezzogiorno
Coerentemente con il suo impegno verso il Mezzogiorno, iniziato con il lavoro di analisi sociologica e urbanistica dei Sassi di Matera (1948), che aveva portato alla realizzazione del borgo La Martella (1952-1954) su progetto di Ludovico Quaroni, e il successivo impegno industriale a Pozzuoli (1955), Adriano Olivetti pensa di costruire la Comunità Concreta, attraverso i Centri Comunitari, anche al Sud. Così, a iniziare dal 1951, sorgono dei Centri di Comunità maggiori a Matera e a Potenza e altri minori nelle zone di Matera-Piccianello, Pisticci, Grassano, Rotondella, Nuova Siri, Guardia Perticara, Tursi, Bernalda, Pomarico, Grottole, Accentura, Stigliano, Montalbano, Montescaglioso, Irsina, a cui nel 1958 si aggiungono Muro Lucano, Trivigno e Tricarico. Nel 1951 nasce anche il Centro di Terracina (Latina). Tuttavia, i Centri del Mezzogiorno hanno le caratteristiche di Centri Culturali più che di Centri Comunitari come quelli Canavesani, che nascono dalla partecipazione degli abitanti del luogo: nel Canavese nessun incarico presso i Centri è retribuito, mentre nel Sud, nei casi dei due maggiori Centri di Matera e Terracina non esiste un Presidente eletto bensì un Direttore e addetti culturali regolarmente stipendiati dal Movimento. Il Centro Culturale di Matera viene creato da Giovan Battista Martoglio, dipendente Olivetti, mandato da Adriano inizialmente per coordinare una commissione di studi su Matera, dove accanto a nomi già noti, come Ludovico Quaroni e Friedrich Friedman, ci sono anche giovani entusiasti meridionali come i fratelli Albino e Leonardo Sacco, da cui nascerànno i piani per la creazione del villaggio La Martella. Martoglio porta al Centro Culturale vari intellettuali, che avevano partecipato all’inchiesta. Il Centro dispone di una biblioteca a vista, dove la gente può prendere i libri; si svolgono dibattiti e attività culturali, anche in seno alla comunità contadina e corsi di alimentazione infantile e di educazione sanitaria. L’incarico di Direttore verrà in seguito affidato a Leonardo Sacco.
La rivista Basilicata
Nata per diffondere gli ideali olivettiani, fu fondata nel 1954 da Leonardo Sacco e Marcello Fabbri. Uscì come settimanale fino al 1962 e come mensile dal 1966 al 1991, per poi tornare come settimanale fino al 1994. Accolse il dibattito su La Martella e si occupò di pianificazione, con inchieste sul funzionamento degli enti locali lucani, sulla programmazione urbanistica, sul degrado dei Sassi.

L’ISTITUTO ITALIANO DEI CENTRI COMUNITARI

LA FONDAZIONE OLIVETTI

PUBBLICAZIONI

PUBBLICITA’

Manifesto pubblicitario disegnato nel 1954 da Raymond Savignac per la macchina per scrivere portatile Lettera 22.

 

Macchina da scrivere Valentine

 

Spot – Olivetti – Macchina per scrivere portatile – Valentine – Buy me

Spot – Olivetti – Macchina per scrivere portatile – Valentine – Donna nello spazio

Pubblicità della macchina da scrivere Olivetti Studio 42 pubblicate sulla rivista “L’Illustrazione italiana” (n. 31, 2 agosto 1942; n. 42, 15 ottobre 1939; n. 28, 12 luglio 1942).

 

 

 

DOCUMENTAZIONE/RASSEGNA STAMPA

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