Olivetti a Terracina


Negli anni tra il 1952 e il 1962, Gabriele Panizzi, insieme al fratello Giorgio, a Luigi Fedele, Giuseppe Medusa, Fausto Palmacci, Luciano Tomeucci, Paolo Tramonti e altri giovani terracinesi, furono protagonisti della diffusione delle idee di riforma istituzionale e delle iniziative in campo sociale, politico, urbanistico e architettonico di Adriano Olivetti.
Ed è così che proprio a Terracina nasce e si sviluppa, agli inizi degli anni cinquanta, l’esperienza più innovativa dell’area del Centro-Sud Italia legata al Movimento Comunità, fondato per volontà di Adriano Olivetti nel 1948 a Torino. Una realtà politica con un’organizzazione territoriale basata sulla creazione dei centri comunitari, i quali avevano il compito di promuovere il consenso politico e allo stesso tempo iniziative culturali che contribuissero a elevare il livello di vita dei piccoli centri canavesani investiti dal processo di industrializzazione. I primi centri iniziano a nascere nel 1949 diffondendosi prevalentemente nei Comuni del canavese e, successivamente, anche in varie zone del sud. Tramite sezioni e segreterie locali ogni centro era collegato all’Istituto Italiano dei Centri Comunitari fondato dal Movimento di Comunità nel 1950 e attivo fino al 1958, animato da personalità di rilievo come Magda da Passano, che diresse per dieci anni la Biblioteca del Centro e partecipò al Comitato di studio per la bonifica dei Sassi di Matera e alla formazione sul territorio del Canavese, a Napoli, Terracina, in Sardegna dei Centri Comunitari, Umberto Serafini, che in Italia e in Europa fu uno tra i principali assertori del federalismo e tra i fondatori, con Altiero Spinelli e altri, dell’Istituto Affari Internazionali. A fianco di Adriano Olivetti ricoprì un ruolo direttivo per il Movimento Comunità e, apartire dal 1962, fu per 20 anni il Presidente della Fondazione dedicata all’opera dell’imprenditore di Ivrea, e Massimo Fichera (primo segretario della Fondazione Olivetti). L’Istituto aveva la sua sede in via di Porta Pinciana a Roma e si dichiarava un’associazione apartitica, con scopi culturali e morali.
Terracina, permeata da una mentalità bempensante dettata dall’intellighenzia locale, iniziò in quegli anni ad essere animata da un fervore culturale attraverso il Circolo Culturale Ricreativo Giovanile, ospitato nella sede della locale Camera del Lavoro/CGIL, ma soprattutto all’ambiente dei docenti che venivano assegnati al liceo scientifico Leonardo da Vinci di Terracina, l’unico a quel tempo tra Roma e Napoli. Ed è grazie agli insegnamenti di Diego Are (che conosceva personalmente Olivetti) e di Umberto Serafini che un gruppo di giovani terracinesi si avvicinano alle teorie “olivettiane”.
Così racconta il Prof. Giuseppe Motta, docente di ergonomia all’Università di Torino e responsabile del centro di psicologia della Olivetti: “Per esempio c’era un gruppo di giovani di Terracina che si era presentato al centro comunità di Roma, così è nato il centro di Terracina. L’ingegnere Adriano ha pagato di tasca sua per creare una struttura simile a quella creata a Palazzo Canavese per l’idea di fare un centro completo: biblioteca, sala riunioni, ecc. I due centri finanziati da Olivetti, gli unici, sono stati il centro sociale di Palazzo Canavese e il centro di Terracina che ora è stato ceduto al comune di Terracina perché la fissazione di Adriano era: non dobbiamo sostituirci alle istituzioni, ma rafforzare l’attività pubblica”.
Nacque così il Centro Culturale di Comunità di Terracina che svolse la sua attività dal 1951 al 1957 nella sede di via del Fiume 7 prima, poi di Via del Porto 10 e quindi nella nuova sede in via Giansanti, nell’edificio progettato dall’architetto Luciano Giovannini (su incarico e sotto la diretta supervisione di Adriano Olivetti) e che ospita oggi la Biblioteca comunale Adriano Olivetti.
“La storia comunitaria di Terracina ebbe inizio il 24 giugno del 1952, quando i
giovani del Circolo Culturale ricreativo Giovanile, Luciano Tomeucci, Alessandro
Jannacci, Giuseppe Medusa, Antonio Berti, Ennio Mari, Aldo Gasbarroni, tutti
appassionati lettori della rivista «Comunità», inviarono una lettera a Umberto Serafini.
Il testo di quella lettera estrinsecava la volontà e la disponibilità ad avviare una sezione
locale del Movimento Comunità, con annessa costituzione di un Centro Culturale
cittadino indipendente. La prima riunione della sezione, nella sede di via del Fiume n.
7, si tenne nel settembre dello stesso anno e, in quell’occasione, fu eletto segretario del
centro Luciano Tomeucci che richiese con note inviate ad Ivrea materiale informativo,
divulgativo ed anche un sostegno economico. Già nel febbraio 1953 arrivarono il
primo assegno e le prime dotazioni strumentali, in particolare una macchina da scivere
mod M40/2, e una scrivania. Con maggiori risorse a disposizione, nell’aprile del ‘53 la
sezione ed il centro culturale si trasferirono nella nuova sede di via del Porto n. 10, dove fu dato avvio ad una prima iniziativa incentrata sullla dichiarazione politica del Movimento Comunità, “Tempi nuovi metodi nuovi”. In quel periodi gli iscritti al MC erano 18, mentre i tesserati del circolo giovanile erano 45. Nell’estate del 1954, tra il 6 ed il 14 luglio, i quadri del MC di Terracina vennero invitati ed ospitati a Ivrea per un corso di formazione specifico, a loro dedicato”.
Nel dicembre del 1954 il professor Are ottenne una visita ad Ivrea alla quale parteciparono una ventina di giovani. Fu questa l’occasione per conoscere Adriano Olivetti, la sua fabbrica e le sue idee. Alcuni si recarono di nuovo a Ivrea nel luglio del 1955, per frequentare un corso quadri del Movimento Comunità e, quella, fu un’altra occasione per ascoltare e incontrare l’ingegner Adriano.
Nel ’55 venne costituita una redazione per la pubblicazione di un periodico che assunse la stessa denominazione della rivista ufficiale del Movimento, «Comunità».
Nello stesso anno, in ottobre, vi fu la prima visita di Olivetti a Terracina, il quale tenne un discorso al Cinema Fontana per incoraggiare la popolazione ad avvicinarsi al nuovo movimento e ai giovani che ne erano alla guida.
Nel maggio del 1956 il Movimento Comunità si presentò con le proprie liste alle elezioni amministrative. A Terracina il Movimento strinse un’allenza con il PSDI partecipando con due personalità della cultura nazionale come candidati capolista: Riccardo Musatti (al quale Olivetti aveva affidato nel 1949 il “coordinamento degli studi di pianificazione regionale”) e l’ingegner Renato Brugner, che fu eletto come unico consigliere comunale di Comunità su 30.
Proprio a partire dalle elezioni amministrative del maggio del 1956  vi fu il passaggio da centro culturale di Comunità a Centro Comunitario. Venne avviata una serie di studi, tra cui quello pubblicato nell’aprile del 1956 con il titolo “I pescatori di Terracina” e quello a carattere sociale sulle condizioni di vita degli abitanti del centro storico.Tra il gennaio e il luglio 1957 vennero somministrati dei questionari la cui rielaborazione fornì lo spunto per una pubblicazione e un convegno coordinato da Feliciano Feliciani. Seguirono poi gli studi sulla crisi vitivinicola e sulle potenzialità turistiche del territorio di Terracina, rispettivamente nel luglio e nel settembre del ’57.
Infine, meritano una segnalazione gli importanti lavori realizzati in merito al Piano Regolatore Generale del territorio comunale che furono portati avanti dall’azione politica e amministrativa di Gabriele Panizzi, eletto la prima volta nel 1960 nella lista del Partito Socialista Italiano come esponente del Movimento Comunità.
Adriano Olivetti tornò a Terracina una seconda volta nel 1958, in occasione delle elezioni politiche e nel settembre dello stesso anno per verificare che la costruzione del Centro Sociale fosse terminata e che fosse aperto.
L’esperienza di Terracina legata a Adriano Olivetti si connota come un’esperienza di grande spessore, sia per le numerose personalità che negli anni animarono la vita del Centro, che arrivò ad avere più di cinquanta iscritti, sia per le posizioni del gruppo comunitario della cittadina, che mostrò una capacità dialettica e anche di critica nei confronti della politica portata avanti dal Movimento Comunità a livello centrale.
L’eredità che essa ha lasciato è rappresentata dai concetti che entrarono nella formazione dei giovani comunitari terracinesi che in quegli anni avvicinarono le idee di Olivetti e che Gabriele Panizzi ricorda nei suoi scritti: l’interdipendenza fra problematiche economiche e sociali, architettura istituzionale e assetto del territorio, una rinnovata concezione della democrazia, la continuità della pianificazione territoriale contestuale alla programmazione economica come base della formazione di una cultura di governo della cosa pubblica, l’importanza della libertà della cultura e del laicismo inteso come metodo per affrontare in concreto le vicende della vita umana, l’attenzione alle trasformazioni del territorio e dell’ambiente, che condizionano la personalità delle donne e degli uomini (attraverso la costruzione degli immobili e delle infrastrutture necessari per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini, nel rispetto delle preesistenze naturali e storiche) e ai particolari (l’architettura esterna e interna degli immobili e degli ambienti di lavoro, la forma di un funzionale strumento operativo, di un mobile, …) che segnano la quotidianità della esperienza umana.
Ai protagonisti di quella esperienza è da riconoscere infine il merito di aver contribuito a lanciare, in maniera assolutamente innovativa, l’idea di una comunità europea sopranazionale. L’Europa unita e federale è infatti il tema che ha animato l’attività di
Gabriele Panizzi, divenuto Parlamentare europeo nonché punto di riferimento del Movimento Federalista Europeo e di Umberto Serafini che, in accordo con Adriano Olivetti, nel 1951, partecipò alla fondazione del Consiglio dei Comuni (e successivamente anche delle Regioni)/ d’Europa/CCRE e nel 1952, fondò la Sezione Italiana del CCRE (AICCRE).
Ne sono prova ancora oggi le tante iniziative organizzate dall’Istituto di Studi Federalisti “ALTIERO SPINELLI”, fondato il 3 luglio 1987, circa un anno dopo la morte di Altiero Spinelli, per approfondire e rilanciare le tematiche federaliste relative alla costruzione europea.


Fonti
Adriano Olivetti e la Biblioteca comunale di Terracina-Una realizzazione del Movimento Comunità nel territorio Pontino, Claudio Baldoni, “Lazio Ieri e Oggi”, anno LIV, n. 4-6, aprile-giugno 2018
-Il Movimento Comunità. Il partito di Adriano Olivetti, Giuseppe Iglieri, Università degli Studi del Molise, Anno Accademico 2016-2017 (intervista effettuata a gabriele e Giorgio Panizzi)
Attualità di Adriano Olivetti, il pensiero politico di un federalista integrale. Una democrazia a misura d’uomo. La comunità olivettiana come luogo di risanamento politico, socio-economico e morale, Gabriele Panizzi, Quaderno della Fondazione Adriano Olivetti, Collana Intangibili, dicembre 2014
-L’architettura di Luciano Giovannini (1924-1943), Claudio Baldoni, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, 2009-2010
-L’approccio allo sviluppo locale di Adriano Olivetti. I Centri Comunitari, Paola Melone ed Erica Rizziato, Rapporto Tecnico N. 23, CNR-Istituto di Ricerca sull’Impresa e lo Sviluppo, 2 Settembre 2008
Il Centro comunitario di Terracina, fucina di proposte per il rinnovamento della politica nella citta’ e nel territorio pontino, Gabriele Panizzi, 2006
-Il Professor Serafini, Umberto, Gabriele Panizzi, 2005