Adriano Olivetti: dalla casa elettrica alle architetture della “città ideale”

La collaborazione tra Luigi Figini e Gino Pollini con Adriano Olivetti ha inizio prima della guerra, quando i due giovani architetti, già autori di un’opera dal carattere spiccatamente dimostrativo, la casa elettrica (esposta nel 1930 in occasione della IV Esposizione Triennale Internazionale delle Arti Decorative ed Industriali Moderne di Monza) progettano la Villa-studio (V Triennale di Milano, 1933) costruita per un artista nel verde del Parco Sempione dove, ispirandosi al Mies di villa Tugendhat, ospitano tra diaframmi trasparenti e aeree pensiline, all’interno di un rigoroso recinto murario, sculture e bassorilievi en plein air di Melotti, Fontana e altri. La Villa Studio viene notata da Adriano Olivetti, che chiama i due giovani ad Ivrea. Inizia così nel 1934, con il progetto per il piano di un quartiere nuovo a Ivrea e il primo ampliamento delle Officine Olivetti (1934-1936) il lungo rapporto con l’industriale, che prosegue con il Piano Regolatore della Valle d’Aosta (1936, con B.B.P.R. e Bottoni), con l’asilo-nido a Borgo Olivetti a Ivrea (1939-1941) e con il secondo ampliamento delle Officine tra il 1937 e il 1939, mentre si mettono a punto le proposte progettuali che poco dopo confluiranno nel terzo ampliamento, il più significativo per la caratterizzazione delle Officine, realizzato tra il 1939 e il 1940. Tra il 1939 e il 1942 vengono progettate la mensa aziendale e le case per operai e impiegati a Ivrea. Nel 1939-1941 ad opera dei due architetti sorge una casa di tre piani nel Borgo Olivetti, a ridosso della scuola materna, per ospitare 24 famiglie di impiegati della Olivetti e tra il 1940 e il 1942 Figini e Pollini realizzano, non lontano dal Borgo Olivetti, un complesso di sette case per famiglie numerose. E’ l’inizio del quartiere di via Castellamonte (oggi via Jervis).
Dopo la guerra i due architetti realizzano la fascia dei Servizi sociali Olivetti di via Jervis a Ivrea (1954-57), il quarto ampliamento delle officine Olivetti e la costruzione della Nuova ICO (dall’acronimo del fondatore Ing. Camillo Olivetti) (1956-57).
Con il pittore Xanti Schawinsky sono gli autori del design della macchina da scrivere Olivetti Studio 42, la prima macchina da scrivere semi standard della Olivetti, conosciuta anche come M2, progettata nel 1935 da Ottavio Luzzati.