La Spezia, porta di Sion


26-29 Dicembre 2022
Ancora un breve soggiorno in Liguria, motivato dalle feste natalizie, dalla voglia di vedere cari amici  a cui sono molto legata, dalla curiosità di conoscere e dall’interesse per luoghi, musei, mostre d’arte.
La Spezia è la prima tappa del mio soggiorno. Borgo fortificato fino al XVIII secolo, circondato da bastioni, dal Castello di San Giorgio, sede del Museo Civico Archeologico “Ubaldo Formentini”, e dalle mure seicentesche, subisce grandi cambiamenti a partire dal 1862 con la costruzione dell’Arsenale e, successivamente, a seguito dei pesanti bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Conosciuta come la “porta di Sion” poichè alla fine della seconda guerra mondiale dal golfo spezzino (noto come il Golfo dei poeti) si mossero le navi La Fede, La Fenice e la Exodus che portarono clandestinamente gli ebrei scampati ai lager nazisti e diretti in Palestina, cosi come raccontato nel libro di Ada Sereni “I clandestini del mare”,  è una città che vale veramente la pena di visitare, anche per la presenza di edifici costruiti con molteplici stili, dal medioevo ai giorni nostri.
Museo Civico Amedeo Lia, in via Prione, il cui nome deriva dal termine dialettale “prion”, ovvero grossa pietra.
Guidata dal Direttore Andrea Marmori, uomo di profonda cultura, grande competenza, gusto estetico e passione per l’arte, visito la bella mostra “La contemporaneità del classico. Dialogo sui modelli tra Museo Lia e Wolfsoniana” e rivedo la bellissima collezione permanente che l’Ing. Lia, imprenditore pugliese trasferitosi a La Spezia dal 1949, dove fondò l’azienda Ifen-Industria Forniture Elettriche Navali (a lui si deve il brevetto di un congegno elettronico per smagnetizzare e sminare le navi nemiche), acquisì sul mercato internazionale e che comprende circa 1000 opere di grande varietà, dall’epoca classica, al tardo antico, al Medioevo e, per finire, al XVIII secolo.
CAMeC-Centro Arte Moderna e Contemporanea 

Nel Museo, ospitato in un edificio che risale al 1879 e che accoglieva in origine una scuola elementare femminile e successivamente il Tribunale civile e penale e aperto nel 2004 per conservare i considerevoli fondi artistici provenienti dalle edizioni del Premio del Golfo e dalle donazioni Cozzani e Battolini, tre interessanti mostre:
“Attraverso l’arte”, dedicata alla esperienza della storica galleria d’arte Il Gabbiano  che, in cinquant’anni di ricerca artistica e con oltre 500 mostre, ha portato in città le eccellenze dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Fondata a La Spezia nel 1968 per volontà di dodici artisti, Fernando Andolcetti, Ettore Bonessio di Terzet, Elia Brunetti, Cosimo Cimino, Giovanni Cosenza, Carlo Giovannoni, Mauro Manfredi, Ernestino Mezzani, Clara Milano, Giovanna Nuti, Giuseppe Saturno, Guido Tonelli, ha portato in città i grandi esponenti delle avanguardie nazionali e internazionali, da Fluxus alla Poesia Visiva, dalla Body Art alla Performance, senza trascurare l’arte concettuale, la musica, il suono.
La storia del Circolo Culturale Il Gabbiano inizia dopo il vuoto lasciato dal Premio Il Golfo (fondato nel 1933 dal poeta futurista Marinetti, insieme a Righetti, Prampolini e Fillia con la denominazione di Premio di Pittura del Golfo) la cui ultima edizione si era tenuta nel 1965, dapprima nella sede in via Don Minzoni 53, quindi sempre in via Don Minzoni al civico 63 e, infine, nel 2009, nell’ultima sede in via Nino Ricciardi 15 fino alla chiusura nel 2018.

ll piccolo grande cuore di Giosetta che ripercorre la carriera di Giosetta Fioroni, dalle esperienze degli anni Sessanta legate alla Scuola di Piazza del Popolo, fino al presente. Giosetta Fioroni nasce nel 1932 da una famiglia di artisti e, dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Roma, espone alla Quadriennale del 1955. Frequenta il Caffè Rosati dove si incontrano gli artisti della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, Tano Festa, Mario Schifano, Franco Angeli, Cesare Tacchi, Jannis Kounellis, Mario Ceroli, Mimmo Rotella, Umberto Bignardi e da allora attraversa i movimenti artistici che si susseguono nel tempo, realizzando opere nel campo della pittura, della scultura, del teatro.

“Liberare arte da artisti “, dedicata a Giacomo Verde, Videoartivista o, come si definiva, tecnoartivista. Nato a Napoli nel 1956, Verde è stato un pionere della video arte in Italia, del videoteatro e delle arti performative in rapporto alle tecnologie, dalle più semplici al digitale. Formatosi negli anni Settanta con il teatro di strada, ha realizzato spettacoli, video, installazioni, ha insegnato in Università e Accademie, stabilendo una stretta collaborazione con Aldes, l’associazione artistica e culturale diretta da Roberto Castello.

Palazzo della Fondazione Cassa di Risparmio di la Spezia la mostra Il Corpo del colore.

Cattedrale di Cristo Re
Il primo progetto della chiesa risale al 1930 quando venne indetto un concorso a cui parteciparono 117 architetti con 92 progetti e che fu vinto dall’architetto Brenno Del Giudice assieme al pittore Guido Cadorin. I lavori vennero rinviati fino alla metà degli anni cinquanta e del progetto Del Giudice-Cadorin fu realizzata soltanto la cripta. Nel 1956 l’architetto razionalista Adalberto Libera viene incaricato di un nuovo progetto: l’esterno dell’imponente edificio è a pianta circolare, con il perimetro esterno privo di aperture e del tutto spoglio di decorazioni. All’interno dodici pilastri, che simboleggiano gli Apostoli, realizzati in calcestruzzo armato, del diametro di 1 metro e dell’altezza di 8 metri, sostengono il peso complessivo (circa 2.000 tonnellate) della copertura a tamburo, anch’essa in calcestruzzo armato, del diametro di 50 metri. L’interno riceve luce dall'”occhio” posto al centro della vasta cupola e da una vetrata lungo la fascia perimetrale della sala. La pavimentazione in marmo bianco e grigio, in leggero declivio, converge verso l’altare centrale in marmo bianco (opera della scultrice Lia Godano), mentre il presbiterio, pavimentato in marmo rosso, è leggermente sopraelevato. La posa della prima pietra avvenne nel 1960 e, alla morte di Libera, nel 1963, la prosecuzione della costruzione viene affidata al suo collaboratore, l’architetto spezzino Cesare Galeazzi, che la riprende apportandovi alcune variazioni e la porta a compimento nel 1975.

Palazzo delle Poste, inaugurato a novembre del 1933 e realizzato su progetto di Angiolo Mazzoni, ingegnere e architetto del Ministero delle Comunicazioni, in pieno stile futurista. Nella torre quadrata sono conservati i mosaici degli artisti Luigi Colombo detto Fillìa ed Enrico Prampolini denominati Le vie del mare e del cielo, che rappresentano le comunicazioni terrestri, marittime, telegrafiche e aeree. Sul lato sinistro della facciata è stata ricostruita la fontana realizzata da Angiolo Mazzoni, demolita durante la seconda guerra mondiale.

Tra gli esempi di architettura civile che caratterizzano la città: la stazione ferroviaria con il soffitto dipinto da Luigi Agretti con le raffigurazioni dell’Industria, dell’Artigianato e dell’Agricoltura e, nel piazzale antistante, la scultura di Giuliano Tomaino denominata Oplà,   “Il Grattacielo”  (progettato degli architetti Raffaello Bibbiani e Giorgio Guidugli secondo un eclettico stile déco con alcune citazioni neogotiche e così chiamato per il suo sviluppo verticale), Palazzo San Giorgio (Giorgio Guidugli e Raffaele Bibbiani, 1927 con decorazioni di Augusto Magli), il Teatro civico, costruito tra il 1840 e il 1846 su progetto dell’architetto Ippolito Cremona e successivamente modificato nel 1889 e nel 1933 da Carlo Oliva con il concorso dello scultore Augusto Magli per le decorazioni interne di stile decò, la palazzata di piazza Sant’Agostino, che nasce dalla unificazione delle casi torri del Medioeveo quando nel VVII secolo quando la cinta fortificata della città si sposta verso gli arenili lasciando posto alle residenze delle famiglie nobiliari (come quella De Nobili e Oldoini a cui appartaneva la contessa Virgina di Castiglione), l’ex Albergo Croce di Malta (costruito nel 1840 dall’architetto Felice Orsolino per i marchesi de Passano e ora sede della Fondazione Cassa di Risparmio di La Spezia), il Palazzo degli Studi a piazza Verdi (progettato già a partire dal 1912 e poi dall’architetto Armando Titta nel 1923 e intitolato al Principe Umberto), Palazzo Federici, piazza Europa (progettata nel periodo fascista e portata a conclusione nel 1960), il Palazzo comunale, nato come Casa del fascio (Franco Oliva, 1938), il Palazzo del Governo (opera di Franco Oliva, 1928, sede della Provincia e della Prefettura), piazza Brin con la Fontana delle Voci di Mirko Basaldella (1956).

I Giardini storici
L’attuale superficie dei giardini pubblici, che occupa un’area di 80.000 mq, si sviluppa a partire dal nucleo originale, “il boschetto”, che risale al 1825, lungo viale Mazzini ornato di un imponente filare di palme e su cui si affacciano palazzi storici costruiti nei secoli XIX-XX, un tempo sedi di ville, alberghi e residenze di lusso. I Giardini, tra i più importanti della Liguria e della Versilia, annoverano oltre 170 specie di piante appartenenti a 110 generi e 55 famiglie e sono abbelliti da manufatti, fontane, monumenti e arredi urbani (le panchine e alcuni lampioni sono ancora quelli originari), tra cui il Monumento a Giuseppe Garibaldi (installato nel 1913, opera dello scultore Antonio Garella, uno dei pochi monumenti in cui il cavallo è impennato sulle zampe posteriori), il Palco della Musica (acquistato dal Comune nel 1866 all’Esposizione Universale di Torino e realizzato in stile Liberty), il Monumento alla Resitenza, l’aiuola “la Roccaglia“, le statue dedicate all’Arte plastica, alla Musica, alla Tragedia, a La Spezia, a Il Golfo, alla Primavera. La cartellonistica, molto ben fatta, conduce attraverso le tappe del Percorso verde che si snoda lungo i Giardini (Giardini di Porta Rocca, Piazzale del marinaio, giardini di Viale Mazzini, giardini Garibaldi, il Boschetto).

L’Arsenale Militare, il cui prospetto principale si apre sul piazzale intitolato a Domenico Chiodo, ideatore e promotore dell’Arsenale, nasce nel 1861, subito dopo l’Unità d’Italia per volere di Cavour, che volle affiancare Chiodo all’ingegnere inglese I. M. Rendel  a cui aveva affidato il progetto, che inizialmente indicava in Grazie-Varignano la sua localizzazione. La costruzione nell’area attuale, su progetto del Maggiore Chiodo, fu terminata nel 1869 e cambiò per sempre l’aspetto della città.
Il Museo tecnico navale, inaugurato nel 1869, è il più antico museo navale del mondo. Nato nel XVI secolo a Villefrance sur mer, prima base militare navale dei Savoia, possiede una ampia gamma di sezioni tecniche e storiche dedicate ai vari aspetti e tradizioni della Marina: la sezione delle Polene (che venivano poste sulle prue delle navi per finalità scaramantiche o per ostentare ricchezza e potenza) che contiene 28 figure lignee tra le quali la Minerva (1783), Euridice (1828), Italia (1860), Kaiser Elisabet, la mitica Sissi (1854), Beroldo di Savoia (1827), tre gigantesche figure di animali feroci Drake (1861), Salamander (1861) e Leone di Famagosta), dei Mezzi di assalto, delle sperimentazioni di Guglielo Marconi sulle trasmissioni radio (la famosa ricetrasmittente Ondina 33, che partecipò alla spedizione di Nobile con il dirigibile Italia nel Polo nord è ospitata nella Sala Marconi in una teca dedicata alle esplorazioni polari), la sezione delle armi subacque e quella delle armi da fuoco, la sezione dedicata ai modelli navali e alle bandiere, alle strumentazioni e all’attrezzatura navale (come ad esempio gli scafandri e le tute da immersione dei palombari e le camere iperbariche). Nello spazio esterno il monumento dedicato a Costanzo Ciano dello scultore Francesco Messina  e il Sacrario in memoria degli equipaggi dei sommergibili deceduti in mare.

Il Nuovo Cinema, situato nel centro della città, ha una lunga storia culturale e una programmazione di film scelti con attenzione per contenuto, regia e interpretazione. L’ambiente mantiene il fascino del passato, ma è assolutamente confortevole e piacevole. C’è anche un piccolo bar…