Milano: giardini pubblici Montanelli


Il parco, voluto alla fine del Settecento dal vicerè Ferdinando d’Asburgo, che decise di trasformare l’area, una volta acquisite le proprietà della Basilica paleocristiana di San Dionigi (poi demolita) e del convento delle Carcanine, nel primo giardino giardino cittadino a uso pubblico, è ispirato dai principi illuministi di razionalizzazione dello spazio e realizza un impianto tipicamente “alla francese”, rilevabile nel gusto geometrico delle aiuole e nell’inquadramento prospettico dei viali alberati.
Collocato entro le mure spagnole, nei pressi di Porta Venezia e in origine di proprietà della famiglia Dugnani, è stato dedicato nel 2002 al giornalista Indro Montanelli, ritratto dalla scultura posizionata all’entrata di Piazza Cavour, realizzata dallo scultore Vito Tongiani.
L’incarico della prima sistemazione fu assegnato all’architetto Giuseppe Piermarini: al suo progetto risalgono la gradinata che collega i giardini ai Bastioni, le cancellate intercalate da vasi neoclassici, l’area gioco del pallone dove oggi sorge il Planetario e il Monte Merlo. Nel 1787-88 viene disegnato il progetto dei “Boschetti”, l’attuale via Marina, con due serie di allineamenti di cinque file di alberi (tigli, olmi e ippocastani). Il parco venne inaugurato nel 1794.
Nella seconda metà dell’ottocento Giuseppe Balzaretto, includendo Palazzo Dugnani, lo trasformò in un giardino all’inglese, realizzando sul lato sud un giardino di stile paesaggistico e sul lato nord un giardino pittoresco con un sistema di rocce artificiali per sfruttare il dislivello esistente arricchito da giochi d’acqua, boschetti alternati a radure, ruscelli e laghetti. Fece anche realizzare un piccolo parco zoologico, con voliere e gabbie di animali esotici che affiancò al Museo di Storia Naturale, le cui collezioni furono un dono dell’ultimo discendente indiretto dei Dugnani. Sempre al progetto del Balzaretto si deve, sopra un’altura artificiale (il Monte Merlo), il Caffè del Parco, che nel 1920 diventò una scuola. I Nuovi Giardini pubblici vennero inaugurati nel 1862.
Alla fine dell’Ottocento l’architetto Emilio Alemagna, già progettista del Parco Sempione, sistemò il parco dopo le diverse esposizioni di cui fu sede nel decennio 1871-1881.Tra gli interventi più significativi il grande ampliamento del laghetto e la sostituzione della scalinata del Piermarini con una doppia rampa di scale che sale fino ai Bastioni racchiudendo una cascata d’acqua al suo interno.
Tra il 1890 e il 1915 vengono posizionate delle statue, viene modificato il limite occidentale e orientale con l’inclusione del Museo Civico di Storia Naturale (progettato nel 1892 da Giovanni Ceruti), dello zoo (smantellato poi negli anni ‘80) e del Planetario, commissionato dall’editore italo svizzero Ulrico Hoepli, progettato dall’architetto Piero Portaluppi nel 1929 e poi donato alla città.
Tra le specie arboree: abete (Abies spp), aceri (Acer campestre, A. negundo, A. platanoides, A. pseudoplatanus), bagolaro (Celtis australis), cedro (Cedrus spp), faggio (Fagus sylvatica), falsi gelsi (Broussonetia papyrifera ‘Vent’), ginkgo (Ginkgo biloba), ippocastani (Aesculus hippocastanum), koleuteria (Koelreuteria paniculata), liquidambar (Liquidambar styraciflua).
L’area ha una superficie di 172.000 con la pavimentazione in ghiaietto (che lo rende piuttosto polversoso!).

 Marzo 2023