Roma: via del Corso e dintorni

24 maggio 2015. Se posso dare un consiglio: fate una passeggiata in centro la domenica mattina e guardate con occhi diversi, da turisti, quello che incontrate a via del Corso e dintorni. Arrivate da piazza San Silvestro a piazza Colonna, con al centro la colonna di Marco Aurelio (Antonina) sulla quale è rappresentato il racconto del le guerre di Marco Aurelio contro i Germani (172-173) e i Sarmati (174-175), soffermatevi ad osservare la fontana disegnata da Giacomo della Porta (1533-1602) e la facciata della piccola Chiesa di San Bartolomeo dei Bergamaschi o Santa Maria della Pietà, eretta nel 1561 dal Padre Ferrante Ruiz come chiesa dell’Ospedale dei pazzi, con il medaglione con Pietà in altorilievo. Sullo sfondo Palazzo Wedekind, il cui progetto di trasformazione si deve a Pietro Camporese il Giovane (1838), con l’ampia terrazza sostenuta da un portico di 16 colonne ioniche provenienti da Veio. Arrivate a piazza di Montecitorio e, senza pensare per un attimo a chi abitualmente lo frequenta, alzate lo sguardo verso il Palazzo, iniziato nel 1650 dal Bernini, terminato nel 1694 da Carlo Fontana, adattato a sede dei tribunali (Curia Innocenziana) e, dal 1871, sede della Camera dei Deputati. Ammirate la facciata, il cui movimento segue una linea spezzata convessa, con un corpo leggermente sporgente e due ali arretrate, con le quali Bernini ottenne un effetto di grandiosità e con pochi elementi decorativi: la balconata, l’attico con l’orologio, il campaniletto a vela, gli spigoli a bugni rocciosi. Nel mezzo della piazza, in leggera pendenza, l’obelisco di Psammetico II (594-589 a.C.), portato da Eliopoli a Roma, come gnomone di meridiana. Nel 1792 vi fu aggiunto un globo di bronzo alla sommità, forato da un buco attraverso il quale i raggi solari indicavano le ore sui listelli collocati nel pavimento della piazza: date un’occhiata per terra, vi condurranno fino al portale maggiore del Palazzo.
Passando per piazza di Pietra, con le maestose colonne del Tempio di Adriano e percorrendo via dei Burrò (dagli uffici, bureaux, che vi erano alloggiati durante l’occupazione napoleonica oppure..) arrivate alla chiesa di S. Ignazio di Loyola, eretta (1626-50) su disegno del matematico gesuita P. Orazio Grassi, in base a progetti di Carlo Maderno, con la sua splendida facciata, la volta affrescata, i marmi policromi, gli stucchi, gli altari ricchi di fregi e circondati da colonne di marmo prezioso e di statue, la tela dipinta da Andrea Pozzo con la prospettiva della cupola mai realizzata.
Raggiungete via del Corso e entrate nelle chiese di San Marcello, con la facciata barocca di Carlo Fontana (1682-83) e di S. Maria in via Lata, con la facciata di Pietro da Cortona (1658-62), l’altare maggiore attribuito al Bernini, il soffitto a riquadri e dipinti dorati e nell’Oratorio del Caravita. Fotografate la fontanella del Facchino in via Lata, una delle “statue parlanti” del 1590. Visitate la splendida Galleria Doria Pamphilj, terminando la vostra visita nel Caffè Doria, su via della Gatta.
Se iniziate la passeggiata non tanto tardi, all’ora di pranzo sarete a casa e vi sentirete sicuramente più felici di quando siete usciti!