16 settembre 2015. Attraversando il suggestivo paesaggio dei Monti Cimini ritorno volentieri a Viterbo per una visita in una bella giornata di settembre. A piedi, passando davanti alla Fontana Grande, la più antica di Viterbo, arrivo a Piazza del Plebiscito sul quale si affacciano i bei palazzi del Podestà, del Capitano del Popolo e il Palazzo dei Priori,ora sede del Comune. Dal giardino interno, dove trova posto una bella fontana del 1600, si gode la vista sulla valle Faul mentre al primo piano si possono ammirare le Sale della Madonna, la Sala Regia, la Sala del Consiglio e la Sala dei Paesaggi, oltre alla Pinacoteca e alle sale in cui sono custoditi i dipinti “Sposalizio della Vergine” e “Sacrificio di Polissena”. Prima di arrivare in Piazza San Lorenzo incontro la fontana di Piazza della Morte, con la caratteristica forma a fuso, la Loggia di San Tommaso, e la Casa di Valentino della Pagnotta. Una visita guidata mi permette di entrare nella Cattedrale con la facciata in stile romanico (nella seconda metà del XIII secolo divenne sede del papato), un bellissimo pavimento in marmo policromo e un coro in stile barocco. Visito il Museo del Colle del Duomo e, con una guida, l’abside barocca e la sacrestia (rivestita di una preziosa suppellettile lignea in radice di noce e oro zecchino commissionata nel 1795 dal Cardinale Muzio Gallo) della Cattedrale e il contiguo Palazzo dei Papi, eretto quando Papa Alessandro IV trasferì la sede della Curia pontificia nel 1257 a Viterbo. A Piazza delle Erbe si trova la Fontana Grande e a piazza della Rocca di Albornz la fontana realizzata su disegno del Vignola. Sulla piazza si affaccia il Museo Nazionale Etrusco (o Museo Nazionale archeologico), che visito praticamente da sola. Poco o meglio pochissimo valorizzato, scarse le indicazioni, poche le informazioni, un costo irrisorio del biglietto (4 euro), il Museo custodisce alcune delle più prestigiose testimonianze delle realtà dell’Etruria merdionale interna (abitati, necropoli come quella di San Giuliano, il Santuario Rupestre di Macchia delle Valli dedicato a Demetra e Persefone), la ricostruzione del teatro di Ferento con le stutue delle Muse, la tomba della biga etrusca ritrovata a Ischia di Castro.
Segnalazioni (luoghi da visitare/indirizzi da frequentare): il Frantoio”Il Paradosso” di Mario Matteucci, via del Paradosso 1-3 (per la storia della famiglia dal 1856 e della lavorazione delle olive); il Gran Caffè Schenardi, Corso d’Italia 11 (per l’arredo risalente ai primi dell’Ottocento); il Complesso monumentale Santa Maria in Gradi, dove ha sede l’università della Tuscia.