Come produrre cibo in città in un ambito assimilabile ad una foresta naturale? La risposta si può trovare nelle Urban Food Forest (UFF), un concetto innovativo che coniunga le esigenze di bassa manutenzione con la produzione di cibo in ambito urbano.
La distanza che si è creata, a partire dagli anni della rivoluzione industriale, tra attività agricole e vita in città può essere in parte ridotta, oltre che dalla diffusione del fenomeno degli orti urbani, che molte amministrazioni stanno favorendo sui territori comunali, dalla creazione di aree destinate a specie arboree che producano frutti eduli.
L’attenzione a queste realtà viene posta in un articolo di Alessio Fini, Fabio Salbitano e Francesco Ferrini sul n. 2/20 della Rivista ACER, nel quale si riportano i risultati di una ricerca condotta nella città di Coldstream, al confine tra Inghilterra e Scozia, dove nel 1991 è stata realizzata una food forest di 800 mq chiamata Garden Cottage. Per tutte le 99 specie eduli (frutta carnosa e secca) sono state misurate le rese in cibo, la composizione chimica, minerale e organica e il valore energetico degli alimenti ed è stata stimata la potenzialità in termini di copertura del fabbisogno in grassi e proteine degli uomini e delle donne.
Si prospetta dunque una nuova possibilità che il verde urbano potrebbe avere per contribuire a raggiungere alcuni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dalle Nazioni Unite nel campo, non solo della sicurezza alimentare, ma anche della creazione di condizioni per rendere gli insediamenti urbani inclusivi, sicuri e resilienti.
E’ evidente tuttavia come sia necessario valutare alcuni effetti sulla popolazione (es. allergie) e studiare attentamente gli aspetti ambinetali, dal momento in cui il contesto urbano è spesso fortemente inquinato sia a livello di aria che di suolo.