Elenco e censimento degli alberi monumentali d’Italia

Il leccio nei pressi del laghetto di Villa Borghese, il cedro del Libano di Villa Torlonia, il cipresso delle Terme di Diocleziano. Sono solo alcuni degli alberi monumentali di Roma censiti nella regione Lazio, secondo quanto previsto dal Decreto del 23 ottobre 2018 del Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali che istituisce, a fini di tutela e salvaguardia, l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvede centralmente il Corpo forestale dello Stato.
L’elenco si compone degli elenchi regionali predisposti dalle regioni a statuto ordinario e da quelle a statuto speciale e dalle province autonome di Trento e Bolzano. Gli elenchi regionali si compongono a loro volta degli elenchi predisposti da tutti i comuni del territorio nazionale sulla base di un censimento effettuato a livello comunale.
Si intende per «albero monumentale»:
a) l’albero ad alto fusto isolato o facente parte di formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate ovvero l’albero secolare tipico, che possano essere considerati come rari esempi di maestosità e longevità, per età o dimensioni, o di particolare pregio naturalistico, per rarità botanica e peculiarità della specie, ovvero che rechino un preciso riferimento ad eventi o memorie rilevanti dal punto di vista storico, culturale, documentario o delle tradizioni locali;
b) i filari e le alberate di particolare pregio paesaggistico, monumentale, storico e culturale, ivi compresi quelli inseriti nei centri urbani;
c) gli alberi ad alto fusto inseriti in particolari complessiarchitettonici di importanza storica e culturale, quali ad esempio ville, monasteri, chiese, orti botanici e residenze storiche private.
Con la la legge del 14 gennaio 2013, n. 10 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, al fine di dare omogeneità alla differenziata legislazione regionale avente come obiettivo la tutela e la valorizzazione degli alberi monumentali, viene fornita una definizione giuridica  univoca che dovrà essere recepita da ogni Regione entro un anno dalla sua entrata in vigore. Con essa viene stabilita l’obbligatorietà per ogni Comune di censire i propri alberi monumentali. I risultati di tali censimenti  verranno raccolti in elenchi regionali, che costantemente aggiornati, alimenteranno l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvede il Corpo forestale dello Stato.
Nel 1982 il Corpo forestale dello Stato lanciò il primo “Censimento nazionale degli alberi di notevole interesse”, per individuare e catalogare le piante singole o in gruppi, che presentavano alcune caratteristiche particolari: dimensioni eccezionali rispetto alla specie, forme singolari, qualità estetiche e valore storico. Un’opera certosina che portò i forestali in boschi e giardini, paesi e città, montagna e campagna, per trovare e schedare i campioni della vegetazione, e per raccogliere tutti quei materiali storici e scientifici che oggi permettono di apprezzarli nella loro irripetibile “individualità”. In breve le schede si riempirono di dati – altezza, diametro, stato fitosanitario, età – e nacque una nuova geografia monumentale italiana, paragonabile per rarità e pregio a quella archeologica.
Da allora la ricerca non si è più interrotta: più di un terzo della superficie italiana è ricoperta da foreste e la ricerca dei patriarchi verdi nel tempo si è estesa anche alle pieghe del territorio più difficili da raggiungere. La quantità di dati raccolta nel tempo è sorprendente: l’Italia possiede un patrimonio di monumenti verdi forte di 22.000 “alberi di notevole interesse”. Tra questi oltre 2.000 sono definiti di “grande interesse” e ben 150 di “eccezionale valore storico o monumentale”.
Il censimento, infatti, non ha interessato gli alberi come categoria vegetale, o come risorsa economica, ma come singoli soggetti arborei che hanno una propria “individualità” per essere eccezionalmente vecchi, per essere stati protagonisti di episodi storici o per essere legati alla vita di uomini illustri o di Santi. Monumenti della natura, insomma, che si collocano accanto a quelli creati dall’uomo e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere e da tutelare.