Nomi da ricordare per chi ama i giardini, il verde pubblico e il paesaggio


Carlo Tenerani
(Roma 1845 – 1911 post), Maria Teresa Shephard Parpagliolo (1903-1974), Luigi Heydrich, Alfredo Kelbling (morto nel 1888), Augusto Houssaille (morto nel 1886).
Sono alcuni dei nomi da ricordare per chi ama i giardini, il verde pubblico e il paesaggio e che hanno lasciato una loro impronta anche nella città di Roma.
Alfredo Kelbling fu il primo Direttore dei Giardini di Roma nominato per concorso (22 giugno 1887). La Commissione, alla quale giunsero tredici candidature, ritenne che Kelbling possedesse quei requisiti necessari per condurre l’ufficio di direttore di giardini: non solo una cultura generale ma anche quella specifica tecnica pratica, un’età non troppo inoltrata e valenti titoli scientifici. Kelbling era nato in Prussia, aveva appreso l’arte del giardinaggio frequentando il Reale Istituto di San-Souci a Posdam e aveva esercitato la pratica nella Regia Intendenza dei giardini di corte di Sua Maestà l’Imperatore di Germania e successivamente presso i giardini di Krupp. A Roma fu il Direttore dei Giardini di Villa Barberini Sciarra. A lui si deve il progetto di sistemazione del Giardino di Piazza Vittorio Emanuele II (terminato, dopo la sua morte improvvisa, da Carlo Palice, nuovo Direttore del Servizio Giardini e inaugurato l’8 luglio 1888) dove, al centro, viene realizzata una serie di vialetti che si sviluppano collegando i ruderi del Ninfeo di Alessandro (noti come i Trofei di Mario), il laghetto con la fontana, la Porta Magica (Porta Alchemica di Villa Palombara ricostruita all’interno dei giardini su un vecchio muro perimetrale della Chiesa di Santo Eusebio) e le tante essenze esotiche e rare che popolano il giardino. La Piazza del giardino (progettata da Gaetano Koch come previsto nel Primo Piano Regolatore di Roma del 1873 e inaugurata il 19 giugno 1882) viene trasformata in un “fresco giardino verde e fiorito” con “piante di ogni genere, aiuole, alberi e fiori”. Vennero piantati 170 alberi tra cui conifere, palme e Dasylirion, ninfee e altre piante acquatiche nella fontana, rose e caprifogli che si arrampicavano sui manufatti.
Luigi Heydrich, napoletano, è il “florista comunale” a cui l’Amministrazione di Acireale affidò la realizzazione (1875-1876) dell’arredo di Piazza Ruggero Settimo, “Villetta Lionardo Vigo”. L’intervento rappresentò il primo approccio verso una politica del verde che un anno dopo portò alla realizzazione di un giardino ben più ampio e importante (15.000 metri quadri) quale è Villa Belvedere, il Parco Pubblico intitolato a Vittorio Emanuele III. Heydrich dimostrò di essere “molto istruito non solo sulla conoscenza delle piante addette a giardinaggio e alla loro coltura ma benanche in quella della loro disposizione e al buon risaltamento dell’insieme nella parte ornativa”. La sistemazione di Villetta Vigo denota l’intento di creare due aree differenti, la prima che costituisse il proscenio da cui ammirare la seconda. Differenziò pertanto gli alberi messi a dimora, ponendo quelli a minore sviluppo, i ligustri (Ligustrum japonicum) nell’unità più prossima alla piazza e il falso pepe (Schinus molle) nella seconda. Il suo nome lo ritroviamo a Roma in qualità di giardiniere capo quando, tra il novembre 1887 e il maggio 1888, vengono realizzate in amministrazione diretta dal Comune, in base al progetto di Kelbling, le opere del giardino di Piazza Vittorio Emanuele II.
Nella Commissione che seleziona e affida l’incarico di Direttore del Servizio giardini di Roma a Kelbling c’è anche Carlo Tenerani, figlio dello scultore Pietro Tenerani. Oltre che architetto Ingegnere, assessore al Comune di Roma, presidente della Società Orticola Romana e, dal 1906, presidente dell’Accademia di San Luca, Tenerani è stato anche fotografo dilettante iscritto all’Associazione Amatori di Fotografia di Roma dal 1890 (presso l’Archivio Fotografico del Museo di Roma si conservano due sue vedute firmate di via Nazionale, dove era situato il palazzo di famiglia). A lui si deve il disegno della cancellata che circonda il Giardino di Piazza Vittorio Emanuele II, approvato il 4 giugno 1888 dalla Giunta Municipale.
Maria Teresa Parpagliolo rappresenta una figura di spicco nel mondo legato alla progettazione dei giardini e al paesaggio della prima metà del Novecento. Nata a Roma, compie la sua formazione in Inghilterra presso lo studio dell’architetto paesaggista Percy Stephen Cane, svolgendo poi un’attività didattica presso la Scuola Giardinieri di Roma dal 1932 al 1937. Nel 1939 collabora con gli architetti Raffaele De Vico e Pietro Porcinai all’organizzazione dell’intero sistema di parchi e giardini della nuova zona di Roma (EUR) destinata ad ospitare l’Esposizione Universale del 1942. Dal 1940 al 1942 riveste la carica di capo dell’Ufficio Parchi e Giardini della Capitale e diviene negli anni Settanta protagonista insieme a Pietro Porcinai del progetto per la fondazione di una scuola per l’Architettura del Paesaggio.
Augusto Houssaille, francese, fu per dodici anni il capo giardiniere del Pincio a Villa Borghese che, allora, era il principale se non l’unico giardino pubblico di Roma. Portata a compimento tra il 1811 e il 1823, la Passeggiata del Pincio fu ceduta in proprietà al Municipio nel 1848. Dal 1853 la cura dei giardini fu affidata al servizio pubblico municipale, il cui direttore, Luigi Vescovali, si avvalse dell’esperienza del giardiniere e vivaista savoiardo Francesco Vachez, che, tra il 1861 e il 1866, mise mano a una radicale trasformazione della Passeggiata, disegnando un nuovo assetto dei viali e del giardino in stile “inglese”, eliminando l’ippodromo disegnato dall’architetto Louis Martin Berthault sul lato verso Villa Borghese e introducendo nuovi vialetti curvilinei tra aiuole irregolari.

Fonti bibliografiche
-Quad. Bot. Ambientale Appl., 3, 1992
Piano di Gestione del giardino di Piazza Vittorio Emanuele II, a cura del Comitato Piazza Vittorio Partecipa, 2017
-Storia dei giardini pubblici di Roma nell’Ottocento, Massimo de Vico Fallani, 1992