Venezia e la 13a Biennale di Architettura

10-15 ottobre 2012. Venezia ha i colori dell’autunno e si prepara all’arrivo dell’acqua alta. Sempre affollata, ospita in questi giorni la 13a Mostra Internazionale di Architettura fino al 25 novembre. Diretta da David Chipperfield, dal titolo “Common Ground”, ha come tema centrale “ciò che abbiamo in comune”. Il padiglione italiano celebra il passaggio dell’architettura “da Adriano Olivetti alla Green Economy” e si prefigge di trattare le problematiche della sostenibilità sociale e ambientale, attraverso un allestimento che non emoziona. La mancanza di un sito specifico non aiuta ad approfondirne la conoscenza.
I più suggestivi (tra quelli che ho visitato):
Stati Uniti d’America: “Spontaneous Interventions: Design Actions for the Common Good”, che celebra un movimento di cambiamenti democratici nelle città degli USA, “ad opera di popolazioni e organizzazioni che sono intervenute nel loro ambiente direttamente, senza attendere piani calati dall’alto, che sembrano non avverarsi mai o sembrano non coinvolgerli mai”. Le azioni riguardano lotti abbandonati,e spazi pubblici per renderli più belli e vivibili, senza aspettare l’intervento delle Autorità, “per una città sostenibile e per tutte le proprie comunità“.
Germania“Architecture As Resource“, ispirato allo slogan “Reduce, Reuse, Recycle”.
Giappone“Architecture possible here? Home-for-All“, progetto dedicato a coloro che hanno perso la propria casa nello tsunami.  La Japan Foundation si rivolge alla platea internazionale sperando di dare il senso della situazione dopo 18 mesi dall’evento e di illustrare i passi compiuti per la ricostruzione.
Israele: “Aircraft Carrier“, realizzato come a “concept store” per la vendita di oggetti rappresentativi di eventi specifici che hanno caratterizzato i rapporti tra USA e Israele e simbolo di un back ground storico, culturale ed economico in cui i fenomeni architettonici sono immersi. I quattro fenomeni architetetonici identificati e ai quali lo spazio è dedicato sono: “Signals”; “Emporiums”; “Allies” “Flottillas” ciascuno corrispondente ad un processo o periodo che ha segnato la vita del Paese. Nel padiglione un “Merchandise Shop” per la vendita al pubblico degli oggetti esposti.
Gran Bretagna “Venice Takeaway”, risultato di 10 gruppi di ricerca inviati in giro per il mondo “a scoprire progetti architettonici capaci di risolvere in modo immaginativo quei problemi din portata globale che l’architettura contemporanea affronta”.
FranciaGrands & Ensembles”, che affronta il tema dei quartieri popolari, territori dimenticati da trasformare appunto in “grands et ensembles” attraverso l’azione locale e il rifiuto di soluzioni generiche, in un progetto di Yves Lion che individua come risorsa principale la popolazione che vi abita.
Canada Migrating Landscapes“, un’infrastruttura espositiva in legno che raccoglie le idee di “abitazione” di giovani architetti e designer canadesi creati in base ad esperienze personali di migrazione/immagrazione.
“Gateway” , il progetto-installazione di Norman Foster Carlos Carcas Charles Sandison.

Tra gli eventi collaterali:
-nelle Sale del Convitto presso la Fondazione Giorgio Cini nell’isola di San Giorgio Maggiore, la mostra “Life Between Buildings, dove il Louisiana Museum of Modern Art di  Humlebaek presenta una installazione tridimensionale in cui piccole narrazioni illustrano la visione di Jan Gehl degli spazi urbani. Secondo Gehl la città deve invitare le persone ad incontrarsi nello spazio pubblico e a rafforzare il senso di appartenenza alla città, in modo che abbiano voglia di viverci e di usarla. Sullo schermo passano immagini di cantieri, urbanizzazioni, spazi cittadini, infrastrutture viarie, scuole, ristoranti, parchi e aree a verde ad evidenziare il rapporto tra l’ambiente creato dall’uomo e la qualità della vita delle persone. Gehl propone un approccio umanistico allo spazio urbano per avere città più vive, più sicure, più sostenibili e più salutari. In una sala adiacente la mostra proietta il film Human Scale di Andreas Dalsgaard che mostra cosa succede quando l’uomo è posto al centro della programmazione urbanistica. Nella mostra “Share an idea”,  la storia di Christchurch in Nuova Zelanda, colpita dal terremoto e le opportunità della ricostruzione con la partecipazione dei cittadini.
-“Programmare l’arte. Olivetti e le Neoavanguardie cinetiche”, presso il Negozio Olivetti gestito dal FAI, in Piazza San Marco, 101, dove è allestita una mostra che riprende l’esposizione che ebbe luogo nel 1962 e in cui vennero coinvolti gli artisti del Gruppo T (Anceschi, Boriani, Colombo, De Vecchi, Varisco), del Gruppo Enne (Biasi, Chiggio, Costa, Landi, Massironi), oltre a Munari, Mari e Alviani. Sono esposti il materiale pubblicitario prodotto da Olivetti, le fotografie di Dondero, il film prodotto per l’occasione e interviste a esponenti artistici e intellettuali.
-“Traces of Centuries & Future Steps” a Palazzo Bembo, San Marco, 4793 (Riva del Carbon) dove una mostra, organizzata da GlobalArtAffairs Foundation, presenta 60 architetti provenienti da 6 continenti, in rappresentanza di 26 paesi.  Tra le opere quelle di Ying Tianqi con l’installazione “Prigioniero” e “L’anima di pietra”, costruita con le macerie della città vecchia demolita di WUHU nella Provincia di ANHUI. Un bel documentario racconta il prima (2006) e il dopo (2012) la distruzione.  Tra i progetti urbanistici quello dell’Administrative Commitee of Zhengdong New District e Arata Isozaki.

Tra le voci critiche sulla Biennale quella di Francesco Napolitano, figlio di cari amici, che scrive le ragioni delle sue delusioni in una Lettera pubblicata sul Giornale dell’Architettura.

Luoghi da visitare/indirizzi da frequentare: il bar ristorante “In Paradiso” nel sestiere Castello, dotato di uno spazio espositivo gestito dall’Associazione Concilio Europeo dell’Arte e la Serra dei Giardini, sempre a Castello, gestita dalla Cooperativa sociale NONSOLOVERDE. Divertente il ristorante all’interno dei Giardini riprogettato da Tobias Rehberger, vincitore del Leone d’Oro alla 53ª Esposizione Internazionale d’Arte La Biennale di Venezia.

 

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