La memoria per ricordare di essere sopravvissuti. La memoria per non dimenticare di essere morti
La mia famiglia è composta da mio figlio Andrea Mieli, figlio di Paolo, da mia madre Giovanna, da mia sorella Francesca, dai miei fratelli Roberto e Giacomo (con i rispettivi mariti e le rispettive mogli), dai/dalle miei/mie nipoti Matteo Monicelli, Nina e Viola Alatri, Sofia e Federico Mieli.
Mio padre, Andrea Alatri, era di origine ebraica, proveniente da una “Famiglia romana di rito Mi.Rom (*) il cui stemma si ispira a quello della città di Alatri nel Lazio. Famiglia di banchieri e letterati”.
(*)”Minhag B’nei Romì”, “rito dei figli di Roma”, il rito ebraico romano che non è askenazita o sefardita ma risale all’epoca dell’antica Roma (da Araldica Ebraica in Italia, Elvio Giuditta).
Storie degli ebrei di Roma
La famiglia Alatri, di Paolo Salvadori
Stemma famiglia Alatri (Stemmi esistenti nell’antico cimitero ebraico di Padova, Elvio Giuditta, Araldica Ebraica in Italia, Parte III)
Stemma famiglia Alatri
Albero genealogico Alatri-Segre (aggiornato al 23 ottobre 2024)
–Albero genealogico-foglio 1
–Albero genealogico-foglio 2
–Albero genealogico-foglio 3
–Albero genealogico-foglio 4
–Albero genealogico-foglio 5
–Albero genealogico-foglio 6
–Albero genealogico-foglio 7
Ricostruzione albero genealogico famiglia Alatri sec.XVIII attraverso la lettura delle iscrizioni sugli oggetti da loro donati alla Scola Nuova
Corona di Francesco I Teoli (**) (1719-1720)
dono di Moshè Alatri a Scola Nova nel 1724-1725
Il Museo Ebraico di Roma, inaugurato con un nuovo allestimento nel 2005, custodisce numerosi oggetti appartenenenti alla famiglia Alatri. Tra questi un “addobbamento” che decorava i Sefer Torà, composto di vari oggetti donati da Moshè, Marco e Samuele Alatri (Ricostruzione albero genealogico famiglia Alatri sec.VIII) alla scuola Nuova nel decennio 1719-1729, un ritratto di Samuele Alatri dipinto dalla nipote Rosa (1883), un busto di Samuele Alatri realizzato dallo scultore Giuseppe Guastalla (1890), una Chiave per l’Aron donata da Samuele Alatri alla Scola Nuova.
“Abbiamo notizia delle famiglie legate alla Scola Nuova tramite i registri del Museo Ebraico di Roma. In particolare l’inventario del 1905, stilato un anno dopo l’inaugurazione del Tempio Maggiore, che sostituì le Cinque Scole, elenca gli “Arredi sacri di proprietà dell’Università Israelitica di Roma esistenti nella Guardaroba del Nuovo Tempio, e che per maggiore chiarezza vengono classificati Scuola per Scuola: nella Scola Nuova risultano oggetti donati dalla Famiglia Alatri; Aron Alatri; Alatri Astrugo; Alatri Mosè; Alatri Samuele“.
“Alcune grandi casate legate alla Scola Nuova, come i Di Segni, mantennero le loro fortune anche nel Settecento. Altre, come i Toscano, non ressero alla chiusura dei banchi di prestito nel 1682 e, nel ruolo di committenti della Scola Nuova, subentrarono altre famiglie tra le quali spiccano gli Alatri e i Baraffael”.
Daniela Di Castro, “Arte ebraica a Roma e nel Lazio: committenti e doni alla Scuola Nuova alla fine del Cinquecento e nel primo Seicento”, Gli Ebrei e il Lazio, Rivista Archivi e Cultura, 2007.
Nel 2013, per l’iniziativa “Museo di Famiglia”, al Museo Ebraico di Roma sono state esposte le donazioni della Famiglia Alatri alle Cinque Scole nel corso dei Secoli XVII e XVIII. L’iniziativa “Museo di Famiglia” vuole offrire l’opportunità di vedere oggetti, tessuti, arredi sacri, quadri, testi, pubblicazioni, documenti e altro, normalmente non visibili pubblicamente.
Museo di famiglia-donazioni (1); Museo di famiglia-donazioni (2).
“Museo ebraico-Le donazioni della famiglia Alatri”, Corriere della Sera,10 luglio 2013
(**) Teoli Francesco I (1658/1729) argentiere romano
Italiani di razza ebraica
A ottanta anni dalla promulgazione delle Leggi razziste nel Museo Ebraico di Roma è stata allestita la mostra “Italiani di razza ebraica: le Leggi antisemite del 1938 e gli ebrei di Roma” a cura di Lia Toaff e Yael Calò (14 settembre 2018-3 febbraio 2019).
La Mostra racconta, attraverso documenti originali della collezione del Museo e dati in prestito dalle tante famiglie colpite dai provvedimenti discriminatori, le vicende, le umiliazioni, le restrizioni e le persecuzioni fisiche subite, lungo un percorso storico che parte dal periodo dell’Emancipazione degli ebrei che entrano a far parte della vita politica e sociale del Regno d’Italia, passando per gli anni delle Leggi antiebraiche e per terminare con il periodo di occupazione, clandestinità e deportazione. Tra i documenti esposti anche quelli della famiglia Alatri.
Catalogo mostra ITALIANI DI RAZZA EBRAICA 2018-2019
KETUBBOT ALATRI, 1820
Presso il JTSA-Jewish Theological Seminary of America a New York sono custodite le tre ketubah (ebraico: כְּתוּבָּה – “documento”, plur. ketubot, ossia l’accordo nuziale ebraico) gentilmente segnalate da Luigi Del Monte, discendente di Crescenzo Del Monte e Sara Alatri.
SABBATO EMANUELE ALATRI
Membro laico del Concistoro (1 agosto 1811) Sabbato Emanuele Alatri viene ricordato nel registro protocollare (1802) nell’episodio di Sabbato Mosè Della Rocca, un bambino ebreo che, uscito dal Ghetto, venne imprigionato e condotto nella casa dei Catecumeni. Insieme a Vitale da Tivoli e a Achia Piazza, Sabbato Alatri si rivolse al “caponotaro dell’illustrissimo vicario” per la restituzione del bambino alla sua famiglia. Grazie “alla instancabile vigilanza dei suddetti signori “ il bambino potè tornare al Ghetto (“Storia degli ebrei di Roma”, Abraham Berliner, Rusconi Editore,1992).
SAMUELE ALATRI
Samuele Alatri, ritratto della nipote Rosina Alatri (1883), Museo Ebraico di Roma
Samuele Tranquillo Abramo Alatri (30 Marzo 1805, Roma – 20 Maggio 1889, Roma) nasce da una ricca famiglia di commercianti. Entrò molto giovane nell’azienda di famiglia, che consisteva in un importante magazzino per la vendita di tessuti e affini in via S. M. in Publicolis, fondata nella prima metà dell’Ottocento da Sabbato Alatri, un suo parente che, quando decise di trasferirsi in Toscana, a Livorno, dove il Governo era più tollerante con gli ebrei, associò alla ditta Jacob V. Alatri, padre di Samuele.
Nel 1825 Samuele entra nella costituzione della società, alla quale si dedica con abilità e, congiuntamente, si dedica all’impegno politico e religioso nella Comunità ebraica di Roma. Verso il 1840 si reca periodicamente in Inghilterra e in Francia dove conosce Rothschild, Albert Cohn, Adolphe Frank e Salomon Munk, cominciando a sognare l’istituzione degli Asili Infantili Israelitici (che vennero costituiti vent’anni dopo grazie a Tranquillo Ascarelli e al figlio Giacomo Alatri). Tra il 1847 e il 1852, in collaborazione con Rabbino Maggiore Hazan, venuto dalla Palestina, si adoperò per la riorganizzazione del Pio Istituto del Talmud Torah, la scuola nella quale i fanciulli ebrei apprendevano le prime nozioni elementari di ebraismo e imparavano a leggere e scrivere l’ebraico.
Nel 1858 si adoperò, senza successo, per la liberazione di Edgardo Mortara, il bambino rapito a Bologna e costretto al Battesimo. Strinse rapporti con Massimo d’Azeglio, al quale ispirò l’opuscolo “Sull’emancipazione civile degli Israeliti”, fu amico di Minghetti e di Farini. Consigliere di Reggenza della Banca dello Stato pontificio (fondata nel 1850 assorbendo la Banca Romana per poi riprenderne la denominazione nel 1870), fu eletto con Settimio Piperno nel novembre del 1870 al Consiglio Comunale. Deputato al Parlamento d’Italia per una legislatura (fu eletto alla Camera nelle fila della Destra nel 1874 fino al 1876), Assessore alle Finanze del Municipio Romano, presidente del Monte di Pietà dal 1875 al 1889 nonché il più giovane e longevo presidente che la Comunità ebraica di Roma abbia mai avuto (ricoprì la carica dai 26 ai 61 anni), fu definito da Pio IX (1871) “il più cristiano tra i consiglieri municipali di Roma”.
Fece parte della delegazione che il 9 ottobre consegnò al Re d’Italia i risultati del plebiscito che si svolse domenica 2 ottobre 1870 per sancire l’annessione al Regno d’Italia del territorio di Roma e del Lazio dopo la presa di Roma.
Nel 1885, quando il Ghetto di Roma venne demolito, Samuele Alatri riorganizzò la comunità e contribuì alla ricostruzione della nuova “Università Israelitica”.
Quando morì, nel 1889, poco più di due mesi dalla perdita del figlio Giacomo, il sindaco d’allora Augusto Armellini disse: “la città di Roma ha amato fervidamente il defunto Samuele Alatri e ora lo piange come si piange un padre”.
A lui è dedicato il Parco lineare delle Mura Aureliane, cinquecento metri di verde pubblico che corrono da Porta Metronia a via Numidia a Roma.
Passaporto di Samuele Alatri
COMUNE DI ROMA–ELEZIONI AMMINISTRATIVE – ANNO 1879 – MANDAMENTO QUINTO-RIONE S. ANGELO
Adami Pietro
Alatri Alessandro
Alatri Angelo
Alatri Aron
Alatri Crescenzo
Alatri Giacomo
Alatri Marco
Alatri Pacifico
Alatri Sabato Mosè
Alatri Samuele
“D E G L I A R G E N T I R E C A T I ALLA ZECCA D I ROMA P E R U S O
D E L L A M O N E T A Z I O N E D A L 1° G E N N A R O A L 30 G I U G N O 1849
Il Ministero delle Finanze desiderando che il Pubblico conosca la quantità degli Argenti consegnati alla Zecca tanto dalla Commissione delle Requisizioni quanto dai Cittadini, ha ordinato la pubblicazione non solo delle Note relative, ma anche del rendiconto della Zecca stessa, dal quale risulti l’erogazione del Metallo medesimo: Samule Alatri (28 aprile 1845): Sc. 98 Baj. 51 Dec.1″ (Monitore Romano, Giornale Officiale della Repubblica, n. 150, 1849, martedì 3 luglio).
Samuele Alatri, Repubblica Romana e Comunità ebraica, Specchio romano, 11 gennaio 2012
A giugno 2017 è stato dato avvio operativo alla nascita dell’Associazione Amici del Benè Berith cui è stato nominato come presidente Sandro Di Castro. All’Associazione è stato dato il nome di Samuele Alatri, il cui ricordo è stato celebrato il 26 settembre 2017 con una cerimonia presso la Camera dei Deputati.
Comunicato stampa Samuele Alatri-Amici BBerith
GIACOMO ALATRI
Il figlio di Samuele, Giacomo Alatri (Roma, 1833-Roma, 8 Marzo 1889) si impegnò con il padre per lo sviluppo degli Asili Infantili israelitici della Comunità ebraica di Roma. “Educato dal padre Samuele all’amore per le attività benefiche e dotato di talento organizzativo, a partire dal 1876 Giacomo Alatri si dedicò all’Opera degli Asili infantili e in collaborazione con altri la portò a una grande fioritura, tanto che il Re le riconobbe i diritti di ente morale. Uomo dal grande cuore……rifiutò diverse carriere che gli si offrivano, per non esporsi al conflitto con la condotta religiosa della vita. Assunse la carica di contabile nella Banca Romana, ma la lasciò dopo che nel 1888 aveva pubblicato lo scritto “Sul riordinamento delle Banche di emissione in Italia”, avendo constatato che nonostante i consensi ricevuti negli ambienti autorevoli, in quello della Banca la franchezza con la quale egli denunciava i mali aveva provocato una reazione di rigetto e di conservazione….L’intenso lavoro della Banca non gli impedì di svolgere una zelante attività nelle alte cariche della comunità”. (“Storia degli ebrei di Roma”, Abraham Berliner, Rusconi Editore,1992).
Sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia di lunedì 29 ottobre 1883 n. 254 viene riportata la notizia di una “FESTA SCOLASTICA” tenutasi presso il liceo Ennio Quirino Visconti, per “la premiazione dei bambini e delle bambine degli Asili infantili israelitici della nostra città. A quella bella e commovente festa intervennero: S. E. l’On. Baccelli, Ministro della Pubblica Istruzione, il Cav. Rito, consigliere delegato di Prefettura, il comm. Biagio Placidi, Assessore, che rappresentava il Sindaco, l’on. duca di Fiano, presidente della Società degli asili infantili,….il comm. Samule Alatri. Dopo un canto inaugurale che diè principio alla festa, il cav. Giacomo Alatri, benemerito e operoso presidente della filantropica Istituzione, lesse un forbito e succoso discorso, in cui accennò per sommi capi ai continui progressi fatti dagli Asili a cui egli sopraintende con tanta intelligenza e tanto amore, discorso che fu vivamente applaudito“.
Sul Numero 1 del 31 gennaio 1887 della Rivista della Beneficienza Pubblica e delle Istituzioni di Previdenza si informa che “gli Asili infantili israelitici di Roma, di cui è sempre presidente l’egregio cav. Giacomo Alatri, ci hanno inviato il loro rendiconto economico per l’anno 1885″.
Ebrei a Roma: Asili infantili dall’Unità alle leggi razziali, Giovanna Alatri, 2020
LIONELLO ALATRI
Le persecuzioni derivate dalle leggi razziali hanno colpito duramente alcuni membri della famiglia Alatri. Lionello (Roma, 20 gennaio 1878-Auschwitz 1943), nipote di Samuele, membro della Giunta dell’Unione delle Comunita’ Ebraiche Italiane e titolare della azienda tessile Jacopo Vito Alatri, fu costretto a dimettersi da amministratore unico (declassandosi a Direttore generale) e a rinunciare alla quota di maggioranza, in accordo coi due soci minoritari, i fornitori De Angeli Frua (Milano) e Lanificio Zopfi (Bergamo) in seguito alla promulgazione delle leggi razziali. Nel Bollettino dei protesti cambiari, dei fallimenti e del movimento delle ditte del 7 gennaio 1939 sono riportati i cambiamenti societari (69775 (31-III-1939) – I. V. Alatri S. A. – Vendita tessuti – Roma – V. degli Astalli, 19 – Riduzione del cap. soc. da L. 4.000.000 a L. 3.900.000, e sua reintegrazione a L. 4.000.000 – Modifiche Statuto sociale e denominazione sociale in Soc. An. Vestilia – Nomina cariche sociali: Pres. dott. Riva Riccardo; Dirett. Gener. Alatri Lionello, Vice Dirett. Alatri dott. Marco e Alatri dott. Renzo).
Il 16 ottobre 1943, con la moglie Evelina Chimichi e il suocero novantunenne Eugenio Haim Chimichi, Lionello fu prelevato dalla sua abitazione in via Piemonte 127 e condotto nel Collegio militare di Via della Lungara con gli oltre mille ebrei romani catturati quel giorno. Così scrive il Presidente della Comunità Israelitica di Roma Ugo Foà nella relazione scritta il 13 novembre 1943 a testimonianza del ricatto dell’oro dei naziti e poi della deportazione del 16 ottobre 1943 “Uguale sorte toccò pure ad un’altra persona nota a tutto il mondo ebraico di Roma per la sua grande generosità ed il suo illuminato altruismo: il Gr. Uff. Lionello Alatri degno continuatore delle tradizioni del suo illustre casato”.
Il 18 ottobre furono caricati sui carri merci dalla stazione Tiburtina, destinazione Auschwitz-Birkenau (convoglio n. 02, ROMA Collegio Militare 18/10/1943) dove con tutta probabilità Eugenio Chimichi non arrivò mai.
Arrivati ad Auschwitz II-Birkenau il 23 ottobre 1943, Lionello e la moglie Evelina vennero riconosciuti inabili al lavoro e uccisi nella camera a gas.
Questo il testo della lettera di Lionello Alatri lasciata cadere dal vagone della tradotta ferroviaria per Auschwitz e raccolta da un ferroviere alla stazione di Roma Tiburtina. La lettera perverrà ai figli Renzo e Marco Alatri attraverso la segretaria del padre. A margine della lettera la richiesta “Per umanità chiunque trovi la presente è pregato impostare la presente”.
“18-10-43 Lunedì mattina. Partiamo per la Germania io, mia moglie, mio suocero e Annita avvertite nostro viaggiatore Mieli. Date ogni fine mese £ 600 alla mia portiera e £ 250 a Irma cui rimborserete anche gas e luce. Fate leggere la presente alla Sig.ra Ermelinda. Ignoro se la merce rimarrà requisita.Se potremo venderla ricordatevi che i pezzi del 1º Blocco devono essere venduti proporzionalmente alla merce tipo. Se potete fare il cambio alla Banca di Sicilia fatelo chiamando il sig. Riccardo. Partiamo con fortezza d’animo: certo la compagnia di mio suocero in quelle condizioni mi sgomenta. Fatevi forza come ce la facciamo noi. Un abbraccio a tutti Lione. Dite al Barone che Ettore e Elda e la sua cugina Lella è con noi. Dite a Riccardelli rappresentante che moglie e figli stanno bene con noi. Dite a Buccellato che Vito e Via Flavia sta bene con noi Avvertite Via Po 42 al portiere che l’Ingegnere sta bene con noi Avvertite portiere Via Villa Albani 12 sorella e cognata bene con noi. Avvertite portiere Via Vicenza 42 pellicciaia sta con noi. Avvertite portiere Via Po 162 Lello e Silvia bene con noi Avvertite portiere Corso Italia 106 Famiglia Di Veroli bene con noi Via Eleonora d’Arborea..[illeggibile] Raul bene con noi Via Sicilia 154 Clara bene”. LE PIETRE DI INCIAMPO Nell’ambito del progetto artistico promosso da Adachiara Zevi, “Memorie d’inciampo a Roma”, in ricordo di Lionello Alatri e di sua moglie Evelina Chimichi, il 13 gennaio 2011, in via Piemonte 127, a Roma, sul marciapiede antistante l’abitazione dalla quale furono prelevati il 16 ottobre del ’43, sono stati collocati due sampietrini dorati, le “pietre di inciampo” realizzate dall’artista tedesco Günter Demnig. Il 15 gennaio 2019, a via Panama 48, a Roma, è stato collocato un sampietrino dorato in memoria di Eugenio Elia Cimichi. VITTORIA ALATRI (13/10/1871-Auschwitz 27/02/1944) figlia di Marco Alatri e di Elvira Cave, sorella di Giacomo e di Lionello Alatri e moglie di Gino Sacuto, fu prelevata a Fiesole (Firenze) e deportata nel campo di sterminio di Auschwitz con il convoglio partito dal campo di prigionia di Fossoli (MO) (convoglio n. 08, FOSSOLI campo 22/02/1944). Non è sopravvissuta alla Shoah. In Viale Lavagnini 41 a Firenze è stata posizionata una pietra d’inciampo dedicata a Vittoria Alatri. Pietre d’inciampo – Viale Spartaco Lavagnini 41-Qui abitava Alatri VittoriaE’ opera di Vittoria Alatri il ritratto che raffigura la balia di Dino e di Arrigo Di Castro (figli di Anna Sacuto, sorella di Gino) e che la figlia di Arrigo, Claudia Di Castro, mi ha gentilmente segnalato.MARIO GIORGIO SALVADORI Nato a Roma il 19 marzo 1907 da Riccardo e Ermelinda Alatri (figlia di Marco Alatri e nipote di Samuele Alatri). Cattolico, ingegnere civile, appassionato di montagna, nel 1953 sposò Giuseppina Tagliacozzo, appartenente a una ricca famiglia ebrea di Roma. Con l’entrata in vigore delle leggi razziali nel 1938 lasciò l’Italia e si trasferì negli Stati Uniti dove insegnò alla Columbia University e esercitò la sua attività professionale. Risposato con Carol Bookman, nel 1987 fondò il Salvadori Educational center on the built environment, una fondazione no-profit che si proponeva di utilizzare la città come aula di studio per aiutare insegnanti e studenti a padroneggiare i concetti di matematica e scienze. Morì a New York il 25 giugno 1997. Ha scritto “Addio alle Crode”, nel quale racconta le sue esperienze in montagna e le imprese come rocciatore nelle Dolomiti, dove trascorreva, a partire dal 1926, le vacanze estive con la famiglia.
GIACOMO ALATRI e VALENTINA SEGRE Giacomo Balla, Ritratto di Valentina Segre (1926)
GIACOMO SEGRE
ROBERTO SEGRE (1872-1936) IPPOLITO SEGRE (1886-1915) MARCELLO SEGRE (1887-1979) DINO SEGRE (1893-1975) LUCIANO JONA (Chieri, 24 marzo 1897-Torino, 11 febbraio 1979) DANIELE CALABI (1906-1964) MARCELLA REINACH DAN SEGRE PAOLO ALATRI IL VILLINO E LA PALAZZINA ALATRI
E’ sempre dell’architetto Ballio Morpurgo il progetto della palazzina in via Domenico Chelini n. 10, ai Parioli, costruita da mio nonno Giacomo Alatri, dove siamo nati. ALFREDO PAPPALARDO Palazzo Municipale ONC-Pontinia Nel 2015, in occasione dell’80° anniversario dell’inaugurazione di Borgo Vodice (nel Comune di Sabaudia), la cui realizzazione iniziò nel 1934 secondo il piano dell’Ing. Alfredo Pappalardo in collaborazione con il gruppo dell’architetto Luigi Piccinato, è stata intitolata una piazza alla memoria di mio nonno. Mia madre Giovanna Pappalardo (Rimini, 7 agosto 1931) ha lavorato alla RAI. Laureatasi in pedagogia, è stata docente montessoriana e collaboratrice del Museo Storico della Didattica “Mauro Laeng” dell’Università degli Studi ROMA TRE (ora Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng”). Al ramo materno appartiene Mario Melloni (San Giorgio di Piano 1902-Milano 1989), cugino di mia nonna materna Laura Melloni. Giornalista, deputato, direttore di Paese Sera dal 1956 al 1963, scrisse sulla prima pagina de l’Unità, dal 1967 al 1982, i famosi corsivi firmati Fortebraccio. La sorella di mia madre, Luisa Pappalardo (Bologna 10 agosto 1929 – Roma 15 gennaio 2023), giornalista de L’Unità, ha sposato Carlo Melograni (Roma 11 gennaio 1924 – Roma 1 novembre 2021) architetto, già Preside della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Allo zio Carlo è stato dedicato un francobollo in occasione del centenario della sua nascita. Fratello dello zio Carlo è lo storico Piero Melograni (15 novembre 1930-27 settembre 2012). BIBLIOGRAFIA Provvedimenti a favore degli ebrei (Demarco D., “Pio IX e la rivoluzione romana del 1848. Saggio di storia economica e sociale”, Modena, 1947) RASSEGNA STAMPA Aggiornamento novembre 2024 |
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Brava Federica! Mi sembra un ottimo avvio …….
Ti mando un bacio.
Che meraviglia Fede , tutti i nostri ricordi….la capannina dove passavamo le nostre giornate……. e poi poffarbacco ………non mi sono mai resa conto di essere accolta in una famiglia così importante
un bacio grande
Anto
Con una famiglia cosi pol pot sarebbe stato meno cattivo
Grazie! Quante cose interessanti che non sapevo!