Legge 10/2013 e politiche del verde pubblico urbano: relazione annuale 2019

Ai sensi della legge 10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” il Comitato per lo Sviluppo del Verde Pubblico istituito presso il Ministero dell’Ambiente ha presentato alle Camere la Relazione annuale 2019 che contiene elementi finalizzati a fare un bilancio dello stato di attuazione della legge stessa e delle politiche riguardanti il verde pubblico.
La Relazione evidenzia innanzitutto la necessità di un’operazione di “codificazione” della normativa vigente in tema di verde pubblico e di alberi, specie con riferimento agli spazi urbani,che favorisca una visione unitaria e integrata di un fenomeno complesso e interdisciplinare.
Si auspica pertanto il passaggio da una normativa settoriale a un sistema regolatorio che affronti il tema dello sviluppo e della tutela del verde pubblico in maniera congiunta con tutto ciò che vi ruota intorno (salute, efficienza energetica e risparmio, standard urbanistici e governo del territorio, bellezza e paesaggio, storia e identità, turismo, PIL e altro) e che sappia cogliere la sfida lanciata con la Direttiva Europea 2014/95/UE (recepita con d.lgs. n. 254/2016) che ha reso le informazioni di carattere non finanziario obbligatorie a partire dai bilanci al 31 Dicembre 2017, a conferma del fatto che gli investitori richiedendo l’integrazione dei fattori ambientali e sociali, i cosiddetti elementi ESG – environmental, social and governance – nelle analisi dei rischi e delle prospettive future dei business.

Ciò consentirebbe, inoltre, di portare alla luce leggi spesso disconosciute, quale ad esempio la Legge 21.3.1926, n. 559, tuttora vigente, la quale prevede che i Viali e i Parchi della Rimembranza – e gli alberi di cui essi constano – sono a tutti gli effetti pubblici monumenti e proseguire nel processo di aggiornamento della l. n. 10/2013, già arricchitasi nel 2018 della nuova definizione legale di boschi vetusti, introdotta dal d. lgs. n. 34/2018 (“le formazioni boschive naturali o artificiali ovunque ubicate che per età, forme o dimensioni, ovvero per ragioni storiche, letterarie, toponomastiche o paesaggistiche, culturali e spirituali presentino caratteri di preminente interesse, tali da richiedere il riconoscimento ad una speciale azione di conservazione”).
La Relazione affronta quindi i temi relativi alla Strategia nazionale del verde urbano, che ha definito criteri e linee guida per la promozione di foreste urbane e periurbane, alla gestione dell’elenco nazionale degli alberi monumentali (istituito dall’articolo 7 della Legge n. 10/2013) e del coordinamento a livello nazionale delle attività di catalogazione, all’educazione ambientale, alla copertura arborea e arbustiva in termini di superficie complessiva.
Per valutare il livello di efficienza delle politiche del verde urbano viene analizzata la situazione riscontrabile a livello locale circa i parametri stabiliti dalla legge 10/2013: Celebrazione della Giornata nazionale degli alberi; messa a dimora di un albero per ogni neonato residente o minore adottato; censimento e classificazione degli alberi; adozione di strumenti di pianificazione delle aree verdi (piano del verde, Regolamento del verde); bilancio arboreo; sicurezza delle alberature stradali; strumenti urbanistici generali e attuativi e quantità minime di spazi pubblici riservati alle attività collettive, a verde pubblico in rapporto agli insediamenti residenziali e produttivi; promozione di iniziative locali per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, misure di incremento di spazi verdi urbani ai fini del risparmio, dell’efficienza energetica, dell’assorbimento delle polveri sottili e a ridurre l’effetto di isola di calore estiva.
Vengono inoltre riportate alcune iniziative rilevanti quali:
-la presentazione al MiPAAFT, il 21 marzo 2019, del primo rapporto sulle foreste italiane, previsto anche dal recente testo unico sulle foreste e filiere forestali. Per l’argomento relativo agli “alberi in ambito urbano” i dati raccolti, purtroppo, devono fare i conti con l’assenza di rilevazione quali-quantitativa. Gli alberi in città sono infatti troppo poco spesso monitorati attraverso appositi censimenti e molte amministrazioni comunali non sono in grado di rispondere a questionari conoscitivi in materia;
-il Rapporto ISPRA sulla qualità dell’ambiente urbano nel quale si trova un capitolo dedicato al tema delle infrastrutture verdi (e blu), ovvero quella rete opportunamente pianificata e gestita di aree naturali e seminaturali presenti sul territorio in grado di fornire molteplici benefici ambientali;
-la banca dati GELSO – GEstione Locale per la SOstenibilità, realizzata da ISPRA al fine di diffondere le migliori esperienze condotte a livello locale dalle amministrazioni italiane per lo sviluppo del verde urbano;
-la firma (22 settembre 2015) della Convenzione con l’Associazione Parchi e Giardini d’Italia (APGI) con la finalità di attirare l’attenzione sulla conservazione di parchi e giardini storici.
Un accento particolare viene posto sull’assenza, nel c.d. Ecobilancio dello Stato (formalizzato e pubblicato per la prima volta con riferimento all’esercizio finanziario del 2010) delle espressioni “verde pubblico” o “verde urbano”, che non compaiono mai.