Parchi urbani e reti verdi: alcune esperienze estere

Edifici artistici e monumentali, attrezzature per la sosta, per il gioco e per le attività sportive, infrastrutture per l’accessibilità ai portatori di handicap, per l’informazione naturalistica e per i servizi (igienici, di illuminazione, per la raccolta dei rifiuti), scelta degli elementi vegetali in base a criteri ecologici e di adattamento all’ambiente (diffusione nell’ambiente, capacità di adattamento climatico), alle caratteristiche morfologiche e fisiologiche delle piante (quali rusticità, solidità delle ramificazioni, assenza di nocività, non asportabilità, facilità di manutenzione, capacità di contrastare l’inquinamento e il rumore), criteri estetici e paesaggistici (accostamenti di colori, sistemazioni a verde di tipo informale, ricostruzione di ambienti naturali): sono questi gli elementi di cui si compongono i progetti di importanti e suggestivi parchi urbani realizzati in alcune città europee.

Creato all’inizio degli anni ’80 come parco paesaggistico del XX secolo, l’Irchelpark   rappresenta il parco moderno più grande della Svizzera con circa 32 ettari. Di proprietà del Canton di Zurigo come campus universitario, è accessibile alla popolazione (la normativa ha stabilito che 15 ettari debbano essere destinati a verde accessibile al pubblico) e ai membri dell’Università.

Protetto dalle emissioni delle infrastrutture viarie ad alta frequentazione da rilievi collinari di grandi dimensioni, che ne movimentano la topografia, è stato progettato per ottenere risultati di valore paesaggistico e ambientale, utlizzando materiali da costruzione naturali e creando aree prative a carattere naturalistico, corsi d’acqua, laghi artificiali e corridoi verdi che separano gli edifici universitari.
Il processo di realizzazione del parco è stato lungo e complesso ed è durato dal 1979 al 1986.La città ha partecipato finanziariamente alla progettazione delle infrastrutture ludiche e ricreative e ha gestito il processo di partecipazione e di fruizione, che è avvenuto in fasi successive.
A Barcellona trova un posto di rilievo Parco Guell, progettato dall’architetto Antoni Gaudí  a carico dell’impresario Eusebi Güell e inaugurato come parco pubblico nel 1926.
Il Parco è diviso in due grandi zone, la zona monumentale che si estende per 12 ettari (pari al 7,9% dell’area totale) ed è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità e la zona forestale, situata adiacente alla zona monumentale, che occupa altri 8 ettari. I visitatori possono accedere a tutto il Parco Güell.
Nell’ottobre 2013, il Consiglio Comunale di Barcellona ha attuato una nuova politica di regolamentazione per conservare la zona culturale. L’accesso alla Zona Monumentale è dunque ora limitato. L’acquisto di un biglietto permette ai visitatori di accedere a questa zona e il denaro raccolto viene reinvestito nel parco, sotto forma di vari progetti che aiutano a migliorare e rinnovare aree verdi, punti di vista, sentieri e aree di gioco. Il resto del parco è accessibile gratuitamente.

Park Guell regole

La regolamentazione si è resa necessaria  perché l’enorme afflusso di turisti che visitano il Parco Guell stava mettendo a dura prova lo stato del parco impedendo anche la conservazione del patrimonio culturale (Park Guell, che era stato progettato originariamente come uno sviluppo residenziale per 60 case, non è mai stato pensato per gestire 9 milioni di visitatori all’anno).
Il Regolamento si è posto dunque due obiettivi:
-proteggere, studiare e promuovere l’opera di Gaudí, come stabilito nei requisiti dell’UNESCO e offrire un’esperienza di visita di alta qualità;
-rendere più facile la gestione delle aree verdi, permettere che il parco rimanga un parco urbano, uno spazio per la comunità e anche un luogo per creare ricordi individuali e collettivi.

E’ invece una “svolta green” quella che Stoccarda ha compiuto per affrontare e risolvere i problemi urbanistici, ambientali e sociali che la città si è trovata ad affrontare a partire dagli anni ottanta quai la distruzione della struttura urbana come conseguenza della seconda guerra mondiale, l’inserimento della rete viaria, l’inquinamento da traffico automobilistico, l’allontamento degli abitanti dal centro cittadino.

La municipalità, una delle prime a introdurre la raccolta differenziata dei rifiuti domestici e a rendere obbligatorio il “rinverdimento” dei tetti, diede il via a una politica ambientale strutturata, riassumibile in sei azioni integrate le une alle altre:
-realizzazione di un sistema di trasporto pubblico integrato
-realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili
-creazione di zone pedonali dotate di alberature, aree di sosta e parcheggi di scambio
-realizzazione di 200 ettari di parco, l’“U verde”, un ampio percorso ciclo-pedonale, affiancato dalla U-Bahn, ricco di specchi d’ acqua, punti di ristoro, centri di aggregazione e lunghe file di alberi ad alto fusto, che si sviluppa per 8 km dal centro alla periferia
-adozione di regolamenti edilizi e politiche finalizzate a incentivare la costruzione di edifici ad alto risparmio energetico con soluzioni innovative per contrastare l‘inquinamento atmosferico e acustico
-erogazione di prestiti ad interesse zero ai comuni interessati per progetti in cui si ha un risparmio in forma di riduzione dei costi di esercizio e restituzione delle somme corrispondenti fino a coprire i costi degli impianti.
Nel 1996 a nord-est di Stoccarda, in una zona precedentemente occupata da installazioni militari americane dismesse, è stato costruito un nuovo quartiere residenziale con differenti tipologie abitative per soddisfare le diverse esigenze, basato su criteri di sostenibilità, nel quale sono stati installati 1750 mq di pannelli solari termici e si è imposto l’obbligo di osservare gli standard per gli edifici a basso consumo energetico. E’ stato costruito un impianto alimentato a gas naturale per la produzione di calore, i tetti delle abitazioni sono “verdi”, i parcheggi a fondo erboso e sono previsti un numero di alberi per lotto. E’ stato imposto un limite di velocità di 30 km/h e oltre le abitazioni sono state costruite una scuola, un asilo, un palazzetto per lo sport e strutture per il tempo libero.
(Fonte: Le città “smart”: Stoccarda, da città industriale a modello ecologico – Le sei azioni di una politica ambientale vincente, on