Gli alberi monumentali-Diario pubblico

Sarebbe interessante sapere  quale attuazione ha avuto questa legge.
Il sito del Corpo Forestale dello Stato riporta le informazioni sulla entrata in vigore, il 16 febbraio del 2013, della LEGGE 14 gennaio 2013, n. 10 che detta le Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani (13G00031) (GU Serie Generale n.27 del 1-2-2013). La legge, oltre a dettare regole per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, va anche a potenziare il preesistente quadro normativo sulla tutela dei “patriarchi verdi”, patrimonio paesaggistico e ambientale di grande pregio del nostro Paese.
Sempre sul sito si legge:
“Al fine di dare omogeneità alla differenziata legislazione regionale avente come obiettivo la tutela e la valorizzazione di tali esemplari, la legge statale fornisce una definizione giuridica di albero monumentale univoca che dovrà essere recepita da ogni regione entro un anno dalla sua entrata in vigore.
Con essa viene stabilita l’obbligatorietà per ogni comune di censire i propri alberi monumentali. I risultati di tali censimenti  verranno raccolti in elenchi regionali, che costantemente aggiornati, alimenteranno l’elenco degli alberi monumentali d’Italia alla cui gestione provvede il Corpo forestale dello Stato.
Nel 1982 il Corpo forestale dello Stato lanciò il primo “Censimento nazionale degli alberi di notevole interesse”, per individuare e catalogare le piante singole o in gruppi, che presentavano alcune caratteristiche particolari: dimensioni eccezionali rispetto alla specie, forme singolari, qualità estetiche e valore storico. Un’opera certosina che portò i forestali in boschi e giardini, paesi e città, montagna e campagna, per trovare e schedare i campioni della vegetazione, e per raccogliere tutti quei materiali storici e scientifici che oggi permettono di apprezzarli nella loro irripetibile “individualità”. In breve le schede si riempirono di dati – altezza, diametro, stato fitosanitario, età – e nacque una nuova geografia monumentale italiana, paragonabile per rarità e pregio a quella archeologica. Da allora la ricerca non si è più interrotta: più di un terzo della superficie italiana è ricoperta da foreste e la ricerca dei patriarchi verdi nel tempo si è estesa anche alle pieghe del territorio più difficili da raggiungere. La quantità di dati raccolta nel tempo è sorprendente: l’Italia possiede un patrimonio di monumenti verdi forte di 22.000 “alberi di notevole interesse”. Tra questi oltre 2.000 sono definiti di “grande interesse” e ben 150 di “eccezionale valore storico o monumentale”.
Il censimento, infatti, non ha interessato gli alberi come categoria vegetale, o come risorsa economica, ma come singoli soggetti arborei che hanno una propria “individualità” per essere eccezionalmente vecchi, per essere stati protagonisti di episodi storici o per essere legati alla vita di uomini illustri o di Santi. Monumenti della natura, insomma, che si collocano accanto a quelli creati dall’uomo e costituiscono un patrimonio di inestimabile valore, da conoscere e da tutelare”.