Le piante tintorie


Le piante tintorie sono le essenze che possiedono, nelle foglie, nei fiori, nella corteccia e nelle radici, particolari pigmenti in grado di essere utilizzati per tingere tessuti, pellami, capelli e che permettono moltissime applicazioni nei settori alimentare, cosmetico, dei  filati, per la fabbricazione di candele di cera colorate, per la colorazione di oli essenziali e altri distillati.
Il loro utilizzo fin dai tempi arcaici è testimoniato dal ritrovamento di indumenti colorati e di tracce di tintura di robbia tra le rovine della civiltà della valle dell’Indo risalente al 3500 a.C. e in alcuni documenti scritti ritrovati in Cina e datati 2600 a.C.
Le piante in grado di fornire coloranti naturali sono diffuse ovunque sul pianeta e comprendono oltre 1000 specie presenti intutti gli Ordini e in numerose famiglie botaniche (Vetter et al., 1999) e presentano caratteristiche botaniche, biologiche e areali diversi tra loro (Cardon, 2007). Tra le numerose specie in grado di fornire coloranti vegetali ve ne sono alcune, che più di altre, presentano una buona adattabilità ad un ampio range di condizioni climatiche, elevate potenzialità produttive ed un più facile inserimento nei tradizionali ordinamenti culturali (Angelini 2008; Vetter et al., 1999).
Tra le specie di importanza storica per le quali in passato furono avviate vere e proprie filiere produttive, si possono citare l’indigofera (Indigofera tinctoria L.),  la persicaria dei tintori [Persicaria tinctoria (Ait.) Spach] e il guado (Isatis tinctoria L.) per il blu- indaco, la reseda (Reseda luteola L.), la ginestra dei tintori (Genista tinctoria L.), il cartamo (Carthamus tinctorium L.), la camomilla dei tintori (Anthemis tictoria L.), lo zafferano (Crocus sativus L.) e la curcuma (Curcuma longa L.) per il colore giallo, la robbia (Rubia tinctorum L.) in grado di fornire il rosso.
Numerose piante officinali sono anche piante tintorie come la Daphne gnidium (nomi volgari Dittinella, Gnidio, Erba corsa) per il colore senape, l’Helichrysum italicum (Elicriso) per il giallo paglierino, la Punica granatum (Melograno) per i colori dal giallo arancio al nero.
Attualmente, i coloranti naturali vengono applicati in attività produttive di limitato impatto economico e in attività dimostrative e educativo-didattiche. Le applicazioni rivolte all’attività industriale sono poche, ma alcune aziende che, fino a qualche anno fa, fornivano unicamente servizi di tintura con prodotti sintetici, hanno preso in considerazione la possibilità di tingere con colori naturali dedicando una parte della loro produzione a questo aspetto.
A Lamoli di Borgo Pace, nelle Marche, ha sede il Museo dei Colori Naturali, che propone ai visitatori un erbario, reperti archeologici, strumenti per l’estrazione dei pigmenti colorati, ma anche coltivazioni sperimentali di piante tintorie.

Le piante tintorie, Università degli Studi Mediterranea di Reggio CalabriaInsegnamento Biologia Vegetale, Fabio Sergi
Le piante officinali e i loro colori