L’Istituto Agrario di San Michele all’Adige in provincia di Trento ha una lunga storia che inizia il 12 gennaio 1874, quando la Dieta regionale tirolese di Innsbruck, che aveva acquistato il monastero sorto ad opera degli Agostiniani nel castello donato nel 1145 dai Conti di Appiano al Principe Vescovo di Trento, deliberò di attivare una scuola agraria con annessa stazione sperimentale, ognuna delle quali doveva congiuntamente cooperare alla rinascita dell’agricoltura nel Tirolo.
L’attività della nuova istituzione iniziò nell’autunno dello stesso anno, seguendo l’impostazione data da Edmund Mach, fondatore e primo direttore dell’Istituto. Egli proveniva dalla Stazione sperimentale di Klosterneuburg presso Vienna ed aveva alle sue spalle una breve ma intensa carriera di ricercatore nel campo della chimica agraria e dell’enologia. Ottimo organizzatore e innovatore, Mach ebbe un ruolo fondamentale nel delineare i principi base per l’impostazione dell’attività sia nell’ambito scolastico che in quello sperimentale. A Mach si deve il merito di aver intelligentemente intuito che ricerca e didattica non devono procedere separatamente ma devono invece costituire un binomio indissolubile dal quale trarre le premesse per la crescita del settore.
Dal 2008 l’Istituto agrario è stato trasformato in una Fondazione che svolge attività di ricerca scientifica, istruzione e formazione, sperimentazione, consulenza e servizio alle imprese, nei settori agricolo, agroalimentare e ambientale.
Le attività partono dal presupposto che “nel futuro è necessario che la produzione di derrate agricole aumenti significativamente” e che pertanto sia necessario ricercare soluzioni atte a assicurare “sicurezza e salubrità alimentare in condizioni di sostenibilità ambientale ed economica”.
La sua missione si realizza dunque attraverso:
- attività di istruzione e formazione volte alla diffusione della cultura rurale, ambientale, agroalimentare, di assistenza tecnica e consulenza alle imprese e agli enti di ricerca e sperimentazione, a favore alla crescita socio-economica e culturale degli addetti all’agricoltura
- lo sviluppo di sistemi agricoli adatti all’agricoltura intensiva, sia essa integrata, biologica o fuori suolo
- la promozione della produzione energetica da biomasse e il governo delle foreste.
- ricerche finalizzate alla brevettazione interagendo con l’industria e trasferendo tecnologie e conoscenze funzionali alla creazione di nuove imprese
- il miglioramento del management agro-zootecnico con la valutazione dei costi-benefici economici e ambientali delle tecnologie in uso
- l’agricoltura di precisione, l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari, l’irrigazione a goccia, gli emendanti organici per il terreno, le aree non coltivate e umide, le varietà resistenti alle malattie e che richiedono meno acqua e concimi
- il riconoscimento dell’importanza dell’alimentazione per la salute
- attività di ricerca, di educazione e d’informazione sugli ecosistemi alpini, con particolare riferimento agli aspetti forestali, floristici, faunistici, idrologici e idrobiologici, nonché la conservazione ed il recupero di aree a vocazione naturalistica e della biodiversità.