A Nizza una “colata verde”-Diario pubblico

 

 

 

“Il colore verde, un progetto ecologico di grande portata! Nizza ha appena incominciato la creazione di una « Coulée Verte » (colata verde) nel centro della città. Dal Museo d’Arte Moderna e d’Arte Contemporanea fino al mare, 12 ettari di giardini alberati riempiranno il cuore della città. Prati, biodiversità, pietre e specchi d’acqua saranno le componenti armoniose di questo parco urbano, il cui costo è stimato intorno ai 40 milioni di euro IVA inclusa. Questo vasto progetto è sostenuto finanziariamente dal Consiglio Generale. La consegna di questa rete verde è prevista per la fine del 2013″.
Così si trova scritto sul sito ufficiale di Nizza dedicato al turismo: l’informazione non è aggiornata, ma in questo caso ha poca importanza perchè il Parco è stato costruito davvero e nei tempi annunciati (per quanto riguarda l’investimento si potrebbe chiedere, magari rispondono anche…).
Si tratta dei bellissimi giardini di Place Massena, al centro della città con la “Promenade du Paillon“, un parco lungo più di 1,2 km e di ben 12 ettari di terreno, in parte piantumato, in parte occupato da giochi d’acqua, giochi per i più piccoli, statue, monumenti e pannelli che ripropongono la storia della città.

Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti-Diario pubblico

Nella bellissima mostra che si è tenuta a Palazzo Cipolla a Roma (chiusa ad aprile del 2014) sono state esposte più di 120 opere raccolte nella collezione di Jonas Netter, un collezionista alsaziano dotato di passione e intuito verso un gruppo di artisti, allora non ancora famosi, che vissero e lavorarano nei primi anni del Novecento a Parigi. Artisti che conobbero le difficoltà del vivere e che, in alcuni casi, subirono destini tragici. E sono proprio le loro storie, oltre che le loro opere, a colpire chi, come me, ha avuto occasione di visitare la mostra.
Andrè Derain
Maurice Utrillo
Moise Kisling
Henri Hayden
Renè Durey
Maurice de Vlaminck
Chaim Soutine
Henri Epstein
Zygmunt Landau
Gabriel Fournier
Jan Waclaw Zawadowsky
Suzanne Valadon
Isaac Antcher
Celso Lagar Arroyo
Leon Solà
Jeanne Hebuterne
Aizik Fedor
Jean Hèlion
Amedeo Modigliani

Due lettere da Westerbork-Diario pubblico

“Se faremo ritorno dai campi di prigionia, ovunque essi si trovino, traendo in salvo i nostri corpi e null’altro, sarà troppo poco”. Così Esther Hillesum, scrittrice olandese di origine ebraica, scrive in una delle due lettere (pubblicate per la prima volta clandestinamente dalla resistenza olandese nell’autunno del 1943) dal “campo di transito” di Westerbork, dove lavorò come assistente sociale. Il 7 settembre 1943 fu deportata ad Auschwitz, da cui non fece più ritorno.

Storia di una multa (2a puntata)-Diario pubblico

Approfittando di un mese di luglio dal clima particolarmente clemente e sperando di trovare poco traffico, ho preso il coraggio a due mani e sono andata all’ufficio di Equitalia di via Cristoforo Colombo. Ho trovato parcheggio, ho fatto una piccola fila per le informazioni /accoglienza, ho preso il numero (chissà perchè si dice numeretto…..) e ho atteso pazientemente, leggendo il giornale, chiaccherando con un amico incontrato per caso e con altri utenti, ciascuno con la sua complicata e diversificata storia. L’attesa è iniziata un pò prima delle 9, con 53 persone davanti a me e si è conclusa alle 12,15 circa, con un colloquio allo sportello di cira 5-7 minuti. Impiegata gentilissima, risposte insoddisfecenti nel merito (superfluo e difficile il racconto), io stremata dall’attesa. Esito finale di questa seconda puntata: ho pagato la somma di 69,93 euro, ripromettendomi di spedire la documentazione alla Polizia Municipale di Viterbo per chiedere se per caso ho pagato di più di quanto dovevo (l’impiegata di Equitalia non ha saputo dirmi perchè alla Polizia Municipale risultava un importo dovuto di 57,15 ed avendo io comunque già pagato, anche se oltre i termini consentiti, 39,00 euro… ). Ho già fatto le fotocopie per fare la raccomandata. Alla terza puntata…!

Alberto Lattuada “Dieci anni di occhio quadrato 1938/1948”-Diario pubblico

Luglio 2014. Un regalo prezioso, ricevuto dal mio amico d’infanzia Alessandro, figlio del grande regista Alberto Lattuada, in occasione del mio compleanno. E’ il libro di fotografie, ormai introvabile, “Dieci anni di occhio quadrato 1938/1948”, pubblicato da Alinari nel 1982 e che raccoglie le immagini scattate da “un autore fotograficamente quasi sconosciuto” (così lo definisce nella bella Introduzione Piero Berengo Gardin) che considera la fotografia, come scrive nella Postfazione, “un furto, un furto che varia nella velocità d’esecuzione da una posa di minuti via via all’esposizione di un secondo, un quinto di secondo, un cinquantesimo, un cinquecentesimo, un millesimo fino alla velocità degli scienziati che è di un milionesimo e più…”.
Il volume raccoglie le 26 “Tavole fotografiche” che componevano il fascicolo “Occhio Quadrato”, uscito nel 1941 come monografia di “Corrente”, la testata fondata da Ernesto Treccani nel 1938 e  le immagini raccolte sotto i titoli “Insaziabile curiosità del cacciatore fedele alla pista” (Milano 1935-1941), “Una veloce corsa per mettere la mano sulla macchina da presa” (Sopralluoghi 1942-1950), “Ultimi appunti dell’occhio quadrato: il cinema è mio” (1942-1951). Tra le tante, bellissime e inusuali fotografie, tutte in bianco e nero, quelle di una giovanissima Carla Del Poggio, attrice moglie del regista, di una splendida Alida Valli e quelle di Castiadas, la colonia penale sorta nel 1875 in Sardegna, dove Lattuada fece un sopralluogo per un film che non venne realizzato.
Il 2014 è il centenario della nascita di Alberto Lattuada, uno dei più grande artisti italiani, ma che rappresenta, nel mio personale ricordo, il papà di quello che è stato uno dei miei più assidui amici dell’infanzia trascorsa a Lido dei Pini.   

Rassegna stampa

Alberto Lattuada, la mostra fotografica Occhio Quadrato a Genova
Occhio
Palazzo della Meridiana-Occhio Quadrato

Storia di una multa (1a puntata)-Diario pubblico

La storia comincia nel luglio del 2012, con l’acquisto su Groupon di un soggiorno turistico a Viterbo. Due giorni più che piacevoli e interessanti, allietati dalla conoscenza, davanti al meraviglioso, quanto poco conosciuto Mitreo di Sutri, del colto e simpatico Direttore del Museo Amedeo Lia di Spezia.

Unico inconveniente del soggiorno una multa per sosta vietata nella città di Viterbo. Poco male, ho pensato, può capitare e chi sbaglia paghi. E così ho fatto pochi giorni dopo, versando un importo di 39,00 euro il 20 luglio del 2012. Il 27 giugno del 2014 ricevo una cartella di pagamento di Equitalia, riferita alla multa di Viterbo, per un importo di 69,93 euro così composto (sinteticamente): contrav. codice della strada…, maggiorazione contrav. codice della strada…., contrav. recupero spese …, compensi entro le scadenze.., compensi oltre le scadenze…, interessi di mora…, diritti di notifica.

Allegati alla cartella due bollettini, intestati al Comune di Viterbo-ServizioTesoreria della Polizia Municipiale, di 51,60 euro e 55,50 euro, rispettivamente. Decido di chiedere informazioni su questi importi discordanti e telefono al numero della Polizia Locale del Comune di Viterbo indicato sul “Verbale di accertamento di violazione del Codice della strada”, anche esso accluso alla cartella di pagamento di Equitalia. Mi rispondono, e anche abbastanza sollecitamente: una gentilissima funzionaria mi spiega la storia, a mio parere un pò complicata, di questa multa, che cerco così di riassumere:

-ho provveduto a corrispondere l’importo indicato nell’Avviso di accertamento d’infrazione del Codice della strada trovato sulla macchina il 7 luglio del 2012 (ossia i 39,00 euro) oltre i 5 giorni che consentono il pagamento in misura ridotta della sanzione;

-è stato quindi spedito al mio domicilio il verbale della multa per l’importo totale;

-poichè non ho traccia di questo verbale, che tuttavia risulta essere stato consegnato e ritirato dal portiere, non ho provveduto al pagamento della somma di cui sopra.

La gentile e paziente funzionaria mi comunica che l’importo della sanzione da corrispondere alla Polizia Municipale è di 57,15 euro ma che, essendo la pratica  andata avanti (per i motivi di cui sopra) ed essendo passata ad Equitalia, all’importo della sanzione si sono aggiunte le altre voci, fino ad arrivare a 69,93 euro.

Bene, penso, ma perchè Equitalia acclude due bollettini di importi diversi tra loro e dalle altre somme indicate o che risultano alla Polizia Municipale di Viterbo? La gentile funzionaria mi consiglia di rivolgermi ad Equitalia, avvisandomi però che al telefono non mi potranno dare informazioni di questo tipo.

Ringrazio calorosamente e chiamo il numero verde di Equitalia, imbattendomi in un sacco di possibilità: “digiti 1 se…, digiti 2 se…” , fino ad arrivare ad 8. Nessuna di queste possibilità parla però di multe e quindi provo a digitare dei numeri a caso finchè, misteriosamente, si prospetta la possibilità di parlare con un operatore. Gentile anch’esso (anzi anch’essa) mi spiega che effettivamente non mi può dare le informazioni che chiedo (cioè perchè gli importi non corrispondono in nessun caso) e mi consiglia di rivolgermi ad uno sportello di Equitalia “dal momento in cui a Roma ce ne sono tanti”.

In effettti è possibile andare, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,35 alle ore 13.30, in diversi uffici: per Roma Nord a Via Salaria-Monterotondo, oppure per le altre zone di Roma a via Cristoforo Colombo, via Aurelia, viale Palmiro Togiatti, oltre che Ostia, ecc. ecc.

Mi chiedo a questo punto se mi conviene ma soprattutto: ho la forza di intraprendere questo viaggio? (io abito nel Secondo Municipio quindi dovrei andare a Monterotondo…).

Devo ancora prendere una decisione, ma lo devo fare entro 60 giorni dalla data di notifica, pena l’applicazione degli interessi di mora, applicati con tassi determinati da “apposita normativa  …con atto di riferimento articolo 30 del Decreto del Presidente della Repubblica”…ecc. ecc.

Nel caso, scriverò la seconda puntata, altrimenti andrò alla posta dietro casa e pagherò l’importo più alto, per non sbagliare, sperando in un’attesa inferiore ai 45 minuti, tempo che ho impiegato questa mattina nell’Ufficio postale Roma 52 per pagare un bollettino, ai quali devo aggiungere un paio di ore che ho speso per fare le telefonate e un paio di ore di attesa dell’orario di apertura degli uffici per potere fare le telefonate…!.

Le ricette di Andy Warhol-Diario pubblico

La bella mostra di Andy Warhol curata da Francesco Bonami a Palazzo Cipolla, che espone le opere dell’artista appartenenti alla collezione Brant, è l’occasione per conoscere la sua vita e le vicende che caratterizzarono il mondo dell’arte di quegli anni. Nel racconto sugli esordi della sua carriera, la citazione di una curiosa pubblicazione realizzata da Andy Warhol con Suzie Frankfurt, famosa arredatrice e decoratrice di interni. Warhol fece le illustrazioni, la Frankfurt scrisse i testi e la madre dell’artista li copiò a mano: nacque così Wild Raspberries, un ironico libro di ricette di cucina uscito in edizione limitata nel 1959 e ripubblicato dal figlio della Frankfurt nel 1997. Sulla copia acquistata a New York una didascalia avverte che “Wild Raspberries is first and foremost a work of art, and the recipes contained herein are not for ingestion and should be read in the humorous spirit in wich they were created”.