Milano: il Cimitero Monumentale

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Progettato da Carlo Maciachini (l’eclettico architetto scelto all’unanimità tra i ventotto progetti presentati nel 1863) venne costruito a partire dal gennaio del 1865 e venne inaugurato l’anno successivo, anche se i lavori si protrassero ancora a lungo e Maciachini li seguì fino al 1887.
Il Cimitero Monumentale ospita molteplici opere d’arte firmate dai principali scultori e architetti italiani attivi alla fine dell’Ottocento e nel Novecento, realizzate per i monumenti funebri di grandi famiglie dell’imprenditoria lombarda e di artisti famosi.
Al centro del prospetto frontale del cimitero affacciato sul piazzale di ingresso domina il Famedio, o “Tempio della Fama”, progettato originariamente da Maciachini con la funzione specifica di cappella cattolica e destinato, tra il 1869 e il 1870, a luogo di sepoltura, celebrazione e ricordo dei milanesi di origine o di adozione (compresi gli ospiti e i cittadini onorari) che attraverso opere e azioni hanno reso illustre la città e l’Italia.
Nell’emiciclo interno, il Monumento ai Caduti nei campi di sterminio nazisti, realizzato nel 1945 (la struttura odierna è la terza versione del monumento) su progetto dello studio BBPR, fondato nel 1932 da Gian Luigi Banfi (internato nel campo di Mauthausen dove morì nel 1945). Al centro della griglia tridimensionale è posta una teca di vetro contenente un’urna, cinta da filo spinato, che custodisce al suo interno della terra proveniente dal campo di Mauthausen. Continua a leggere…

Milano: i giardini pubblici Montanelli

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Il parco, voluto alla fine del Settecento dal vicerè Ferdinando d’Asburgo che decise di trasformare l’area nel primo giardino pubblico cittadino, una volta acquisite le proprietà della Basilica paleocristiana di San Dionigi (poi demolita) e del convento delle Carcanine. E’ ispirato dai principi illuministi di razionalizzazione dello spazio e realizza un impianto tipicamente “alla francese”, rilevabile nel gusto geometrico delle aiuole e nell’inquadramento prospettico dei viali alberati. Continua a leggere…

Milano: la Galleria d’Arte Moderna

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La Galleria ha sede nella Villa Reale, in via Palestro (un tempo via Isara), un edificio costruito tra il 1790 e il 1796 su progetto dell’architetto Lepoldo Pollack come residenza del conte Ludovico Barbiano di Belgiojoso e si affaccia su un giardino all’inglese, il primo realizzato a Milano, che la separa dalla città. Fondata nel 1903 unendo le collezioni civiche con un importante deposito di opere d’arte dell’Accademia e della Pinacoteca di Brera, conta circa 4.000 opere (appartenenti al Neoclassicismo di fine ‘700, al Romanticismo, ai maestri della Scapigliatura, del Realismo, del Divisionismo e del Simbolismo dei primi anni del ‘900. Continua a leggere….

Karl Foerster e il giardino naturale

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Il 27 novembre 2020, in occasione del cinquantenario della sua morte, si è tenuta una conferenza organizzata dal Garden club di Ispra dedicata alla figura del grande botanico e vivaista tedesco Karl Foerster, una figura molto importante che ha ispirato molte delle attuali tendenze del giardino naturale.
Dopo gli studi come apprendista giardiniere a  Schwerin, Foerster studia presso l’accademia di giardinaggio “Gaertnerlehranstalt Wildpark bei Potsdam” a Posdam e in seguito in Italia, a Bordighera, sotto la guida del vivaista e paesaggista Ludwig Winter (1846-1912) botanico e architetto del paesaggio tedesco, progettista di vivai e giardini come i Giardini Hanbury di La Mortola, in provincia di Imperia.
Nel 1903 comincia a rivitalizzare il vivaio di famiglia a Berlino-Westend con l’obiettivo di selezionare specie di piante, soprattutto perenni e graminacee, con caratteristiche di bellezza, durata, resistenza e bassa manutenzione e nel 1907 pubblica il suo primo catalogo. Durante il nazismo continua ad impiegare maestranze ebree e si rifiuta di coltivare solo le piante autoctone tedesche. Dato che il vivaio si trovava nella ex Germania dell’est si sviluppano in questa zona molti giardini con piante perenni e graminacee. Autore di numerose pubblicazioni, disponibili in lingua tedesca (l’unico tradotto in italiano è ‘Erbe e felci nel giardino’ di Franco Muzzio editore in una collana diretta da Pizzetti) ha dato il suo nome a molte piante: una delle più famose è la Calamagrostis x acutiflora stricta poi denominata ‘Karl Foerster’ (pianta ibrida in natura i cui progenitori sono C. arundinacea e C. epigeios) un esemplare fu da lui rinvenuto in natura e successivamente riprodotto.
Con i suoi due soci H. Mattern e H. Hammerbacher creò uno studio per offrire servizi di consulenza e progettazione (‘Gartengestaltung Bornim’) e fondò una scuola per diffondere i principi del ‘New German Garden style’. Ebbe grandi influenze negli Usa e suoi seguaci furono gli architetti paesaggisti Wolfgang Oehme e James van Sweden, fondatori dello studio Oehme-Van Sweden, ispirando in Europa Piet Oudolf, designer e scrittore olandese, una delle figure più importanti del movimento New Perennial.
Il suo giardino privato di Posdam, oggi gestito dalla nipote, fa parte del patrimonio mondiale UNESCO “Potsdam Sans Souci”; è suddiviso in quattro zone ognuna dedicata ad una stagione dell’anno.
Il Garden club del CCR-Centro Comune di Ricerca a Ispra, grazie al contributo del Semestre culturale tedesco che ha finanziato l’acquisto delle piante dal vivaio di Cascina Bollate, ha realizzato un piccolo giardino didattico ispirato alla filosofia e allo stile di Karl Foerster nel retro della scuola media nel centro del paese sulla sponda lombarda del Lago Maggiore.
Fonte:
Giardini in viaggio: BLOG di Laura Pirovano

Ivrea: la mostra sui negozi Olivetti

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I NEGOZI OLIVETTI. ARCHITETTURA E ARTE NEGLI SHOWROOM OLIVETTI
La mostra, inaugurata il 26 novembre 2022 al Museo civico Garda di Ivrea, illustra gli spazi dei punti vendita Olivetti, rappresentati dalle immagini fotografiche realizzate da grandi fotografi. Nella mostra è visibile la statua in gesso La Donna Volante, realizzata dall’artista berlinese Jenny Wiegmann Mucchi. Le mani della figura di donna modellata nel gesso, calata dall’alto, convergevano sulla macchina per scrivere M40. La Donna Volante si trovava nella vetrina del negozio Olivetti di Napoli, fortemente danneggiato dai bombardamenti del 1943 e, nel dopoguerra, l’angelo onirico di Jenny Wiegmann Mucchi risultava scomparso. Per molti anni le sorti della statua sono state avvolte nell’oblio, fino a quando è stata ritrovata a Ivrea, in un solaio della fabbrica di mattoni rossi, il 22 novembre del 2019 ed è stata restaurata dal Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale di Torino.
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Genova, Rubens, Adelaide Ristori e Luzzati

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Inizio del nuovo anno a Genova con la visita della città, di Casa Luzzati, della mostra della fotografa Sabine Weiss, di quella su Adelaide Ristori e dei Palazzi dei Rolli, dove si svolgono una serie di esposizioni legate all’iniziativa Rubens a Genova, nata in occasione del quarto centenario della pubblicazione ad Anversa del celebre volume di Pieter Paul Rubens, Palazzi di Genova (1622) dedicato a Carlo Grimaldi, che contiene le illustrazioni di 12 edifici denominati con le lettere da A a K e rappresentati in 72 tavole.
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A Nervi la straordinaria collezione di Mitchell Wolfson jr

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Uno dei Musei più interessanti di Nervi è il Museo Wolfsoniana, inaugurato nel 2005, la cui collezione permanente è focalizzata principalmente sulle arti decorative e di propaganda del periodo 1880 – 1945, dall’Art Nouveau al Déco, dal Novecento al Razionalismo.
Il Museo raccoglie una straordinaria varietà di materiali (dipinti, sculture, mobili, arredi completi, vetri, ceramiche, ferri battuti, argenti, tessuti, progetti di architettura, grafica, manifesti e materiali pubblicitari, bozzetti e disegni, libri e riviste, oggetti d’uso quotidiano e design industriale) provenienti principalmente dalla donazione di Mitchell Wolfson Jr., uomo d’affari e mecenate americano, che inizia la carriera diplomatica a Torino e viene poi trasferito al Consolato statunitense a Genova.
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Porto Venere e la nave Exodus

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28 Dicembre 2023
La seconda tappa del mio soggiorno ligure è Porto Venere. Posta nell’omonimo Parco Naturale Regionale, che si estende per circa 400 ha racchiudendo il promontorio, le isole Palmaria, Tino e Tinetto e l’Area di Tutela Marina nel Golfo della Spezia Porto Venere, antico scalo fin dalle epoche romana e poi bizantina, viene cinta da mura dai genovesi tra il 1113 e il 1161 e muta il suo aspetto da castrum a borgo fortificato.
Alla fine della seconda guerra mondiale, quando il Golfo della Spezia divenne base di partenza degli scampati ai lager nazisti per raggiungere la “Terra promessa”, diviene testimone degli avvenimenti poi narrati nel libro di Ada Sereni “I clandestini del mare”.
Nella notte tra il 7 e l’8 maggio 1947 la nave Trade Winds/Tikva, allestita in Portogallo, imbarcò 1.414 profughi a Porto Venere; nelle stesse ore era giunta nelle acque del Golfo della Spezia, proveniente da Marsiglia, la nave President Warfield. Essa venne ristrutturata nel cantiere dell’Olivo a Porto Venere per la più grande impresa dell’emigrazione ebraica: trasportare 4.515 profughi, stivati su quattro piani di cuccette, dall’altra parte del Mediterraneo. L’imbarcazione divenne un simbolo del sostegno e dell’accoglienza ai profughi ebrei, prese il nome di Exodus, raggiunse le coste della Palestina, venne attaccata dagli Inglesi che impedirono ai profughi lo sbarco, ma avviò la nascita dello Stato di Israele.
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La Spezia, porta di Sion

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26 dicembre 2022
Ancora un breve soggiorno in Liguria, motivato dalle feste natalizie, dalla voglia di vedere cari amici  a cui sono molto legata, dalla curiosità di conoscere e dall’interesse per luoghi, musei, mostre d’arte.
La Spezia è la prima tappa del mio soggiorno. Borgo fortificato fino al XVIII secolo, circondato da bastioni, dal Castello di San Giorgio, sede del Museo Civico Archeologico “Ubaldo Formentini”, e dalle mure seicentesche, subisce grandi cambiamenti a partire dal 1862 con la costruzione dell’Arsenale e, successivamente, a seguito dei pesanti bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Conosciuta come la “porta di Sion” poichè alla fine della seconda guerra mondiale dal golfo spezzino (noto come il Golfo dei poeti) si mossero le navi La Fede, La Fenice e la Exodus che portarono clandestinamente gli ebrei scampati ai lager nazisti e diretti in Palestina, cosi come raccontato nel libro di Ada Sereni “I clandestini del mare”,  è una città che vale veramente la pena di visitare, anche per la presenza di edifici costruiti con molteplici stili, dal medioevo ai giorni nostri.
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